Il Cilento e l’Irpinia puntano sul turismo esperienziale: sulle orme di San Nilo e dei Grimaldi di Monaco

Palinuro è stata sede l’anno scorso di un’iniziativa, patrocinata da Trekking.it, sulla costituzione di comunità di camminanti, sul loro impatto ecosanitario e sul contributo che danno alla riscoperta dell’identità territoriale. E i risultati cominciano a vedersi.

26 luglio 2024 - 7:00

Grazie alla scelta di puntare sul turismo green, il Cilento sta rapidamente diventando un modello per l’intero Mezzogiorno, dimostrando che è possibile realizzare un circolo virtuoso fra valorizzazione delle risorse naturali e turismo.

Fulcro di questo processo è il Cammino di San Nilo, del cui itinerario in 8 tappe (oltre 100 chilometri da Sapri a Palinuro, fra foreste secolari, borghi perduti dietro le quinte del tempo, e ubriacanti panorami sul mare) ci siamo già occupati.

Un cammino che è in costante sviluppo ed evoluzione, nonché a migliorare la propria offerta logistica, lasciando intatta la propria vocazione a un turismo leale, sostenibile, antistress.

Il Sud è spesso caratterizzato da una manutenzione del territorio pessima, dall’indolenza delle amministrazioni e dall’indifferenza, purtroppo, della gente.

Ma iniziative come quella di Palinuro stanno cominciando a cambiare le cose, generando una simbiosi positiva fra abitanti, storia e territorio.

 

Un territorio che sta cambiano per aprirsi al turismo esperienziale

Come nel caso di Marzia Sansone, attivista del Cammino che si occupa di raccolta e trasformazione di erbe aromatiche e che svela affascinanti particolari dell’ultima tappa del Cammino, quella da San Nazario a Palinuro.

“A San Nazario”, spiega la Sansone, “frazione di San Mauro la Bruca, nel 940 d.C. iniziò la propria vita monastica il giovane Nicola da Rossano Calabro, assumendo il nome di Nilo, col quale sarebbe poi stato fatto santo. Dell’originale monastero si conserva oggi poco, ma nell’area antistante è ancora presente l’antica cartiera, della cui produzione si servì lo stesso San Nilo. Lungo il fiume adiacente alla chiesa sono presenti inoltre resti, in parte integri, di molini e frantoi, i quali si servivano della stessa acqua usata per la concia delle pelli e per l’irrigazione degli orti, dando vita a quello che oggi chiameremmo un circuito di economia green”.

Rosario Pirrone, sindaco di Centola-Palinuro, fedele alla mission del convegno di Palinuro di cui dicevamo, aggiunge:

“Declineremo il Cammino in tutti i modi, con un occhio di riguardo per la mobilità dolce e tutte le attività che aprono il turismo outdoor ad anziani e persone fragili. La nostra amministrazione è votata al green da sempre, e noi crediamo, per citare a rovescio la celebre frase de Il Gattopardo, che ‘nulla deve cambiare, affinché tutto cambi’.

Pirrone spiega:

“Il territorio di Centola-Palinuro vuole restare immacolato, la nostra gente vuole restare saldamente legata alle proprie antichissime radici, noi vogliamo offrire genuinità, semplicità, lentezza. Vogliamo crescere, senza snaturarci. È questa la nostra grande sfida, ciò che oserei definire il modello-Palinuro e che si sintetizza nelle scelte fatte persino per la promozione del territorio. Persino nel marketing non amiamo il chiasso, e ad esempio porto il documentario realizzato grazie al Flag I Porti di Velia e al suo direttore Carmine Farnetano, che ha prodotto insieme alla Pro Loco di Palinuro un docufilm d’autore, In principio era il canto, che ha avuto uno strepitoso successo e un’impressionante risonanza su tutti i più importanti media nazionali italiani, ed è giunta persino negli Stati Uniti”.

Infine, Silvano Cerulli, presidente della Pro Loco e anima di innumerevoli iniziative di successo:

“Il Cammino di San Nilo rappresenta oggi l’unico attrattore capace di destagionalizzare in maniera concreta oltre che creare reali opportunità di occupazione. Nessun evento, negli anni, ha mai fatto si che nelle strade di Palinuro, fra novembre e febbraio, fatta eccezione per le vacanze di Natale, si incontrassero turisti. Ma il Cammino è oggi una rivoluzione quotidiana per i piccoli borghi dell’area interna. I numeri crescono costantemente, ma il dato più entusiasmante è che tutto ciò viene generato semplicemente con il passaparola.”

Cerulli aggiunge:

“Gli amministratori locali non hanno creduto subito che questo percorso potesse essere un volano di sviluppo virtuoso, ma qualcuno ci ha visto lungo e si è adoperato. L’augurio è che sempre più si impari a fare sistema, a fare rete, motivo per cui, con l’imprimatur autorevole di Trekking.it varammo un convegno oggi storico. Molti camminatori esperti definiscono oggi il Cammino di San Nilo il più bello fra quelli affacciati sul mare. Ed è così. Non a caso, la Comunità Montana Lambro Mingardo e Bussento è stata di recente destinataria di un cospicuo finanziamento frutto di un bando del Ministero del Turismo, e siamo certi che accenderà i riflettori su questo straordinario itinerario tanto caro al monaco bizantino.”

il presidente della Pro Loco ha concluso:

“Personalmente mi auguro che la frazione San Nazario, dove San Nilo ha ricevuto la vestizione, diventi anche una meta di turismo spirituale, sia laico che religioso, aperto a scuole come a gruppi di fedeli. E auspico che intorno alla chiesa di San Nazario sorga presto un piccolo museo che, insieme ad altre iniziative, arricchisca ulteriormente l’esperienza indimenticabile di percorrere i nostri sentieri.”

 

Nuove realtà per la promozione del turismo outdoor

Altre realtà di turismo outdoor stanno intanto nascendo nell’entroterra campano. In testa a tutti, ancora una volta, Monteverde, in provincia di Avellino.

Membro dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia, Monteverde è stato feudo della famiglia Grimaldi di Monaco, ed è stato il punto di partenza del viaggio della celebre installazione migrante “uMani”, alla quale il popolare programma di Rai 3, Geo, ha dedicato tempo fa uno speciale.

Oggi, grazie all’entusiasmo e all’abilità del sindaco Vella, Monteverde è tornata in possesso di una spettacolare risorsa naturale, la Foresta Mezzana, verosimilmente antica riserva di caccia dei Grimaldi: 350 ettari di territorio incontaminato, fra alberi secolari e le acque del fiume Ofanto.

Un ecosistema prezioso, dove nidificano, fra gli altri, l’airone cenerino e la cicogna nera.

Cicloturismo, trekking, canoeing… Molte sono le iniziative che presto graviteranno intorno a questo magnifico polmone naturale, sui cui sviluppi vi terremo aggiornati.

Più che mai il Sud sarà artefice del proprio destino e le scelte che si faranno in materia di gestione del territorio, saranno decisive.

Come dice il poeta, “sono i nostri passi, che costruiscono le strade”. Benvenuti nel nuovo Sud, allora, dove il presente nasce dal tocco delicato con cui il passato e il futuro si incontrano.

 

 

 

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