Scenic view of italian mountains landscape with lake, tree, forest and foliage during autumn, Lagastrello pass, Park Appennino tosco emiliano, Carrara, Italy
Nel cuore dell’Appennino parmense, il Parco dei Cento Laghi in autunno si accende di colori caldi.
Le faggete e i laghi, forse non cento, ma sicuramente tanti e spettacolari, diventano un’attrazione irresistibile per chi ama camminare.
È una terra dove la natura e l’uomo convivono da secoli, modellando un paesaggio che unisce bellezza e tradizione.
Oltre ai sentieri, il Parco racconta la storia dei sapori della tradizione.
Ph.: Gettyimages/PhotoFra
Dalle malghe nascono il Parmigiano Reggiano DOP, ricercato già nel Medioevo, e il Prosciutto di Parma DOP, frutto dell’aria pura e della paziente stagionatura.
Poi i frutti di bosco, i funghi, le erbe selvatiche e la selvaggina delle vallate, fino alla Spongata, dolce antico con miele e spezie tipico del periodo invernale.
Nei prodotti del Parco si ritrova l’essenza di queste montagne: il latte delle vacche locali che dà vita al Parmigiano, l’aria delle colline che profuma il prosciutto, le carni saporite della pecora di Corniglio, antica razza autoctona.
Ecco due itinerari panoramici e spettacolari nel Parco dei Cento Laghi.
Un bel percorso anulare sul tratto più orientale dell’Appennino parmense porta a inanellare tutte le vette comprese tra passo del Lagastrello e passo Giovarello, in una lunga sequenza dai panorami infiniti.
Dal parcheggio ci si sposta a sinistra su sterrata imboccando il segnavia 703.
Questo, in forma di comodo sentiero, aggira uno spigolo portandosi poi verso le sponde del Lago Verdarolo e successivamente dell’appartato Lago Scuro.
Si contorna anche quest’ultimo, cercando la prosecuzione del segnavia nella faggeta.
Le ritrovate svolte salgono ad un’insellatura dove si confluisce nel segnavia 00 del crinale, che si deve seguire verso destra.
La ripida salita su traccia poco marcata tra faggi contorti termina improvvisamente sulle aperte praterie del crinale dove inizia il panoramico percorso di cresta.
Seguendo fedelmente il filo, si toccano le prime due elevazioni del Monte Malpasso e della Cima Canuti, la est e la ovest.
Scesi ripidamente da questa, si incontrano alcuni speroni che vanno aggirati dapprima sul lato toscano e poi su quello parmense.
Dalla cima della Pitturina si scende alla Foce di Branciola (m 1676) per poi rimontare tra i verdi all’ampia cima del monte Bocco (m 1791), punto più elevato dell’escursione.
Il successivo tratto di cresta è un godibilissimo e panoramico saliscendi che termina al passo di Giovarello dove, con un certo dispiacere, si deve lasciare il segnavia 00 per scendere a destra verso il lago Martini.
Seguendo poi le indicazioni per Pratospilla, si imbocca il 705 che, dapprima tra bassi arbusti e successivamente nella faggeta, riporterà alle piste da sci e quindi al punto di partenza.
Difficoltà: EDislivello: + – 630 metriTempo di percorrenza: circa 4.30 oreSegnaletica: segnavia CAI 703 – 00 – 705
Il lungo saliscendi tra le cinque cime che fanno da corona al lago Santo richiede attenzione maggiore per la ripidezza di alcuni tratti e per il dislivello complessivo (che può comunque essere abbreviato tramite uno dei tanti sentieri di raccordo).
Dal rifugio Lagdei si imbocca il segnavia 727 e quindi il 723 risalendo nella faggeta fino a raggiungere le limpide acque del lago Santo, sulle cui rive si trova anche il rifugio Mariotti (m 1508).
Sulla sponda opposta i cartelli guidano nuovamente nel bosco, dove s’incontra una serie di diramazioni alle quali è necessario tenersi costantemente a sinistra (i rami a destra portano ugualmente in cresta abbreviando l’anello).
Dapprima sul 723 e poi sul 719, da sella Sterpara si percorre il limite superiore della Riserva Naturale Guadine Pradaccio, rimontando poi tra praterie e bassi arbusti fino al passo delle Guadine, popolato da una colonia di marmotte (m 1687).
Qui al passo, sul segnavia 00 del crinale, inizia verso destra la lunga cavalcata, ben guidata dai cartelli presenti su ogni cima e intaglio.
Dalle prime elevazioni del monte Aquila (m 1780) e dell’Aquilotto, dalla cresta dentellata e aerea si cala alla sella del Marmagna, per arrivare quindi al punto più elevato dell’escursione: il monte Marmagna (m 1851, grande croce e madonnina).
Il saliscendi continua, con tratti spesso affacciati sui vertiginosi versanti toscani, per arrivare alla quota del monte Braiola (m 1821) e poi ancora avanti sui ripidi prati che portano in cima all’Orsaro (m 1831).
Il percorso di cresta finisce alla foce del monte Fosco dove si piega a destra sul 725a, seguendo poi le indicazioni che riporteranno a Lagdei (attenzione alle numerose deviazioni).
Da Corniglio oppure da Valditacca per la sterrata per il Passo della Colla e i Lagoni si arriva all’area turistica di Lagdei (m 1250, ampio parcheggio).
Difficoltà: EEDislivello: + – 900 metriTempo di percorrenza: circa 6 oreSegnaletica: segnavia CAI 727 – 723 – 719 – 00 – 725a
Come arrivare: A15 Parma – La Spezia uscita Berceto, valicare il passo del Sillara e fermarsi a Bosco del Corniglio, oppure da La Spezia uscita Aulla, proseguire fino a Rigoso, Comune di Monchio delle Corti.
Per il primo itinerario: da Trefiumi si seguono le indicazioni per la località sciistica di Pratospilla (m 1320, parcheggio nell’ampio piazzale).
Per il secondo itinerario: da Corniglio oppure da Valditacca per la sterrata per il Passo della Colla e i Lagoni si arriva all’area turistica di Lagdei (m 1250, ampio parcheggio).
Il sito ufficiale del Rifugio Lagdei: sabato, domenica, festivi e ponti il rifugio è sempre aperto.
Anche il Rifugio Mariotti è aperto nei weekend e festivi, nel sito ufficiale tante informazioni e suggerimenti.
La pagina ufficiale dei Parchi del Ducato con una ricca collezione di itinerari di trekking nel Parco dei Cento Laghi.
Gli autori dell’articolo sono Sandra Tubaro e Ivo Pecile, esperti escursionisti e viaggiatori che dal loro Friuli hanno girato il mondo. Questo è il loro sito, ricco di itinerari ed escursioni.
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