Valmalenco a settembre: trekking tra rifugi e panorami

Vette imponenti, scenari che tolgono il fiato e specchi d’acqua trasparenti: la Valmalenco regala panorami straordinari e una rete di sentieri ricchissima per chi ama il trekking, anche a settembre

3 settembre 2025 - 10:30

Valmalenco a settembre: trekking tra silenzi e colori che cambiano

Settembre è il mese ideale per scoprire la Valmalenco, quando la calura estiva è ormai un ricordo e i sentieri si riempiono di quella quiete che solo la fine della stagione turistica sa regalare.

La luce è più morbida, il cielo spesso terso, e sui versanti cominciano a comparire le prime sfumature dorate dell’autunno.

Camminare qui significa assaporare la montagna in un momento di transizione, quando la natura si prepara al riposo ma regala ancora giornate miti e panorami di straordinaria nitidezza.

I percorsi che attraversano la valle sono vari e adatti a tutti: dalle semplici escursioni tra i lariceti, che presto si accenderanno di giallo, fino alle traversate più impegnative tra ghiacciai e creste.

E poi ci sono loro, le cime che da sempre definiscono l’identità di questa terra: il Monte Disgrazia, il Bernina – unico quattromila fuori dalle Alpi Occidentali – e l’elegante Pizzo Scalino, considerato il simbolo della valle.

Settembre è anche il mese in cui si respira un’aria più autentica: meno folla, più silenzio, rifugi ancora aperti e pronti ad accogliere gli ultimi escursionisti della stagione.

Dai boschi ai panorami glaciali: la prima tappa

Tra i trekking più suggestivi da vivere in questo periodo c’è quello che parte da Campo Moro, punto di accesso all’alta valle, già circondato da scenari spettacolari grazie ai due laghi artificiali, Gera e Campo Moro, che riflettono i colori del cielo.

I cartelli gialli indicano la direzione per il rifugio Carate Brianza, ma il sentiero non concede sconti: sin dall’inizio la salita è ripida e si sviluppa in un bosco di larici, dove il verde intenso comincia a lasciare spazio a sfumature più calde.

Superata questa fascia, il paesaggio si apre e regala un colpo d’occhio sul Pizzo Scalino alle spalle e sul Monte Disgrazia che domina a sinistra.

Dopo circa due ore e mezza si raggiunge il rifugio Carate, a 2636 metri, in posizione panoramica perfetta per una sosta.

Qui la sensazione è quella di essere entrati in un mondo diverso: i boschi sono ormai lontani, il terreno diventa più severo e la vista si allarga su cime e valloni.

Pochi passi oltre il rifugio portano alla Bocchetta delle Forbici, balcone naturale che permette di ammirare le rocce delle Cime di Musella, il Pizzo Roseg e, sullo sfondo, il gruppo dell’Entova e della Tremoggia.

Il fascino del Marinelli e la notte in quota

Da questo punto, il trekking prosegue lungo un sentiero che taglia tra morene e residui nevai, in direzione del rifugio Marinelli Bombardieri, che appare dopo circa un’ora e mezza di cammino.

Sospeso su uno sperone roccioso a 2813 metri, il rifugio è uno dei luoghi più iconici della Valmalenco, un vero avamposto d’alta quota.

La sua terrazza regala uno spettacolo che, a settembre, assume tonalità ancora più intense grazie alla luce radente del sole che accarezza le creste.

Davanti, il panorama spazia verso la Bocchetta di Caspoggio e le Cime di Musella, mentre alle spalle si impone la maestosità del Bernina, affiancato dallo Scerscen e dal Roseg: tre giganti di ghiaccio che in questo periodo si mostrano nella loro veste più nitida.

Trascorrere la notte al Marinelli è un’esperienza che vale il viaggio: il silenzio è profondo, il cielo notturno incredibilmente limpido e il sorgere del sole, al mattino, colora le vette di sfumature rosate che restano impresse nella memoria.

Discesa tra ghiacciai e laghi, verso l’autunno

Il giorno successivo il percorso continua verso la Bocchetta di Caspoggio, seguendo per pochi minuti il sentiero di salita fino al bivio che conduce alla vedretta.

Si cammina tra morene e pietraie, con attenzione ai crepacci, fino a raggiungere l’intaglio roccioso della bocchetta, a quasi 3000 metri di quota.

Da qui lo sguardo abbraccia un paesaggio grandioso, con le ultime lingue di ghiaccio che resistono e, più in basso, i pascoli che cominciano a tingersi di colori autunnali.

La discesa verso il rifugio Bignami è un ritorno alla dolcezza: prima morene, poi prati e pascoli che riportano alla vita d’alpeggio.

Il rifugio, a 2401 metri, è un punto ideale per riposare e osservare il Pizzo Scalino da una prospettiva privilegiata, con la sua sagoma slanciata che domina l’orizzonte.

Da qui, in circa un’ora, si torna a Campo Moro costeggiando i laghi Gera e Campo Moro, che a settembre riflettono il cielo limpido in sfumature di blu intenso.

È il momento perfetto per chiudere il trekking con una sensazione di pienezza: due giorni immersi nella montagna più autentica, tra ghiacciai, silenzi e i primi segni dell’autunno, quando la Valmalenco mostra forse il suo volto più affascinante.

 

Informazioni utili

Importante: verificare sempre le date di apertura e l’agibilità dei sentieri prima di partire

Il sito ufficiale del Rifugio Bignami

La pagina del Rifugio Marinelli Bombardieri

La Capanna Carate

La pagina Facebook del Rifugio Mitta

 

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