Le ferrate del Pizzo d’Uccello: il Cervino delle Alpi Apuane

Uno dei più spettacolari percorsi delle Apuane, capace di farci ammirare da vicino il Pizzo d’Uccello, definito il Cervino delle Alpi Apuane. Un itinerario breve ma tecnico, che permette di salire una delle montagne più maestose e affascinanti di tutto l'appennino

3 settembre 2023 - 7:08

Le Alpi Apuane sono un ambiente unico, ricco di elementi di interesse: dai massicci montuosi, come il Monte Pisanino, il Monte Forato e il Pizzo d’Uccello, fino alle morene, dai massi erratici alle valli, per passare a fenomeni di carsismo e alle doline.

Non mancano neanche le attrattive più strettamente turistiche come la Carcaraia, il Monte Altissimo, il Monte Sagro, l’Altopiano della Vetricia, l’Antro del Corchia, l’Orto Botanico “Pietro Pellegrini”, le Marmitte dei Giganti, l’Oasi Lipu, il Museo di Casola e quello di Pruno.

E se la flora è ricca di macchia mediterranea, querceti, carpini, boschi misti e castagni, praterie d’altura, la fauna non è da meno.

Volpi, tassi ma soprattutto i rapaci, sono i dominatori degli spazi silenziosi delle Apuane.

 

Le ferrate del Pizzo Uccello

Nell’itinerario proposto il dislivello non deve preoccupare: si tratta infatti di uno dei più spettacolari percorsi delle Apuane, capace di farci ammirare da vicino il Pizzo d’Uccello.

Questo massiccio è anche chiamato il Cervino delle Alpi Apuane, è infatti una montagna imponente dai fianchi slanciati e attrezzata con vie ferrate che consentono di apprezzare, da ogni lato e in totale sicurezza, il fascino di questo monte unico.

Il nostro percorso inizia ad Equi Terme, paese famoso per le sue sorgenti sulfuree e per il suo stabilimento termale.

Sempre ad Equi, si trovano due importanti grotte: la Tecchia di Equi e la Buca d’Equi. Partendo da Equi, ci si indirizzerà sino ad inoltrarsi nel Solco d’Equi.

Giunti nei pressi di una sbarra a circa 400 metri d’altezza, si abbandona l’auto, si guada il torrente con facilità e poi ci si incammina in salita lungo una vecchia via di lizza.

Le via di lizza, sono tipiche strade delle Alpi Apuane sulle quali i blocchi di marmo venivano trasportati su una slitta di legno.

Seguendo questo tracciato, costeggiato da una fiorente vegetazione, si giunge nei pressi di alcuni edifici di cava.

Seguendo la cava di marmo, si passerà davanti alla Casa dei Vecchi Macchinari e poi ci si addentrerà per un sentiero, segnalato, che taglia in diagonale i pendii boscosi.

Da qui parte il percorso attrezzato numero 190 “D. Zaccagna” che porterà sino alla Cresta di Nattapiana alla Foce di Lizzari, 1250 m.

Il sentiero procede quasi pianeggiante, proseguendo “attrezzato” sino ad un punto dove si avrà un’ottima visuale sulla Cresta Garnerone e sulla cima del Monte Sagro.

Per sicurezza, il nostro itinerario segue il sentiero attrezzato (n° 191 “M. Piotti”) che ci porta sino alla Foce di Giovo (1500 m), zona ricca di verdissimi prati.

Siamo in un territorio dove c’è un’ottima visuale sulle vallate e i monti circostanti: Monte Pisanino, Monte Cavallo, Monte Contrario.

Senza rischi e con poco sforzo, dalla Foce di Giovo è possibile raggiungere infine la vetta del Pizzo d’Uccello (1781 m).

Per ridiscendere, si deve guadagnare la Foce del Giovetto, indirizzandosi poi verso la Cresta di Capradossa.

Dopo poco, inizierà il percorso attrezzato “Tordini-Galligani” che ci porterà in discesa sino alle pendici del monte, procedendo infine lungo un sentiero che ripassa nei pressi della Casa dei Vecchi Macchinari, riguadagnando infine il Solco d’Equi.

 

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