Il Parco dei Nebrodi, un’isola nell’isola – 2° tappa

18 marzo 2020 - 9:56

La seconda giornata di cammino prevede l’attraversamento di una parte significativa delle faggete che coprono il crinale dei Nebrodi. Lasciata Portella dell’Obolo (1503m) si scende (in direzione di Capizzi) seguendo la s.p.168 e, dopo circa 1km, si svolta a sinistra e si segue una strada, inizialmente asfaltata, che costeggia il limite del bosco di querce e che scende rapidamente attraversando zone scoperte limitrofe al querceto, interessando zone spesso degradate. Nonostante questo, tutta l’area è di grande interesse naturalistico essendo espressione delle faggete, governate a ceduo, e da querceti di caducifoglie significativi del territorio del Parco.
Secondo l’esposizione dei versanti ed in conseguenza della struttura dei suoli, il Faggio ed il Cerro sono in questi luoghi pienamente integrati e consociati: ricco il sottobosco ampiamente rappresentato dall’Agrifoglio (Ilex aquifolium), che in alcuni tratti raggiunge dimensioni considerevoli, dal Pungitopo (Ruscus aculeatus), dal Rovo (Rubus ulmifolius), dal Biancospino (Cratae-gus monogyna), dal Perastro (Pirus amigdalyformis).
Arrivati in prossimità della Sorgente Nocita, ampia area attrezzata, curata dall’Azienda Foreste Demaniali, si continua a seguire l’ampia trazzera (in alcuni punti è evidente l’antico lastricato) fino ad arrivare alla Caser-ma Mafauda.
Continuando dopo il caseggiato, si giunge In prossimità di un tratto di strada asfaltata (dopo circa 1,3 km), si abbandona la strada e si svolta a sinistra per addentrarsi nel fitto bosco.
La pista è in salita e costeggia un impluvio torrentizio, lo attraversa in corrispondenza di una briglia realizzata recentemente con gabbioni, e continua a salire fino a Portella Calcare (1410m), luogo in cui è visibile una chiudenda (1350m). Dalla Portella è possibile abbandonare il tracciato e, svoltando a sinistra, seguire la pi-sta di esbosco che si sviluppa lungo il confine comuna-le, sempre individuabile dalla recinzione in legno, per raggiungere Monte Pelato. La risalita verso Monte Pelato (1567m) è uno dei tratti più suggestivi perché dalla sommità del monte si apre uno splendido panorama sull’Etna e sulle cime dei rilievi dei Monti Nebrodi tra cui Monte Soro (1847m).

Abbandonato Monte Pelato (1567m), basta seguire la staccionata in legno che identifica il confine comunale tra Capizzi e Caronia e le pietre miliari con la scritta “S.Antonio”, si ritorna a Portella Calcare e si segue la trazzera che, superata la Portella, si addentra nella faggeta sempre più fitta seguendo una strada che, a tratti, è più ampia. Ben conservata è la faggeta, nella quale trovano spazio numerosi esemplari di Acero campestre (Acer campestre), Melo selvatIco (Malus sylvestris) e specie quercine varie.
Dopo una discesa, spesso fangosa in conseguenza dell’accumulo meteorico su substrati argillosi, giunti a Portella del Ceramese, si svolta a destra e, dopo ancora 350 m, si svolta a sinistra. Durante i sopralluoghi effettuati sono stati individuati in questi luoghi segnali colorati in giallo sugli alberi e in blu su pietre.
Si continua a seguire la traccia principale tralasciando le numerose deviazioni che via via si incontrano fino ad arrivare in corrispondenza di Portella Colle Basso e poi di Portella Scarno dove la traccia segue per un tratto l’acquedotto alimentato da diverse captazioni localizzate in prossimità della rete idrica. Da segnalare che, in corrispondenza della Portella, la traccia di destra conduce alla Caserma Sambuchello e al Lago di Ancipa.
Si attraversa così la contrada Fontana Mucciata, costeggiando una recinzione con paletti in legno e rete a maglia larga.
A tratti gli ultimi chilometri della trazzera sono lastricati e lateralmente sono ben evidenti muretti e cunette laterali che delimitano la sede stradale. Arrivati in corrispondenza di Portella Miraglia si svolta a sinistra e, dopo meno di due chilometri, si incrocia la strada stata-le 289 e si arriva al Rifugio Miraglia.

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