Il Parco Nazionale del Gennargentu

18 marzo 2020 - 9:51

Da Dorgali si imbocca la vecchia strada per Cala Gonone che si stacca dalla circonvallazione panoramica poche decine di metri a monte dal suo inserimento sull’Orientale Sarda (s.s.125). Per trovarne l’inizio, una volta usciti dal paese, si percorre l’Orientale Sarda per circa 500 metri fino all’incrocio con la circonvallazione.

A questo punto si piega a sinistra sulla circonvallazione e subito dopo a destra si prende lo sterrato che si innalza ripido e poi prosegue in costa. Dopo un paio di chilometri In leggera salita la strada attraversa il monte con una galleria scavata su suggerimento del Lamarmora per rendere possibile il traffico mulattiero fra Dorgali e Cala Gonone (“Scala Homines”).

Al termine della galleria il paesaggio si apre sul mare. Si segue a destra lo sterrato in direzione del monte Tului, ma prima del tornante di quota 560 ci si immette a sinistra su di un sentiero di carbonai che nella macchia e tra i lecci scende al bivio della Croce di Barissone.

Qui si lascia la mulattiera e si scende ripidamente sulla sterrata che proviene dalla carrozzabile per Cala Gonone e rimonta il fianco orografico sinistro della valle. Si risale questa rotabile diretta agli ovili di Arcu sa Tuora per circa un chilometro, poi si piega a sinistra sulla diramazione che risale il solco della Codula de Fuili con una serie di tornanti fino al costone di Cuccuru su Corvu (471m).

Dall’alto della codula spiccano i roccioni neri di un’antica colata basaltica. Al di la del costone la strada scende e porta ad una sella: da qui deviazione al ripiano dove si trovano i vecchi ovili dl Buchi Arta (possibilità dl trovare acqua).

Tornati alla sella, si piega a sinistra e si scende nel solco boscoso di una valletta. Il sentiero evita sulla destra un salto della roccia e infi-ne scende ripidamente sul fondo della stretta gola che sbocca nella Codula de Luna; seguendo la codula ver-so est, si attraversa in piano un bosco di oleandri fino all’antica dispensa dei carbonai ora trasformata in posto di ristoro.

Oltre uno stagno di acqua dolce si raggiunge infine la cala. Tra le più suggestive della Sardegna, è articolata in tre settori: il primo è costituito dal tratto di spiaggia a nord caratterizzato da sei grotte, frutto dell’erosione marina su preesistenti fratture nel calcare, che si aprono alla base del colle Fruncu Nieddu. Il secondo dalla spiaggia vera e propria costituita da una duna ad arco.

Il terzo dallo stagno a forma di falce, esteso poco più di un ettaro e orlato da un bosco di oleandri. Fuori dal percorso, sulla costa tra Cala Gonone e Cala Luna, di grande interesse naturalistico è la Grotta del Bue Marino, ultimo rifugio della foca monaca.

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