La gravina di Montescaglioso

18 marzo 2020 - 9:47

Dal Centro Visita del Parco di Montescaglioso (info: 0835.201016 / 2091), ospitato all’interno della bellissima Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo, si raggiunge in macchina Casino Irene percorrendo la strada provinciale per Matera; al termine dei tornanti che scendono dall’abitato, si svolta a destra in direzione Ginosa. Dopo circa un chilometro, superato un piccolo ponte sulla gravina, a sinistra una strada sterrata conduce alla suddetta masseria dove si parcheggia l’auto. Questa è una delle zone del Parco più interessanti dal punto di vista naturalistico per la folta macchia mediterranea caratterizzata da arbusti di lentisco, ginepro e olivastro che raggiungono altezze superiori ai due metri. Descrizione: ripercorrendo a piedi il tratturo che ci ha portato sino alla masseria, si giunge nei pressi di un’antica cisterna, ancora oggi funzionante e utilizzata per abbeverare gli armenti. Insieme a un sistema di canali di raccolta e vasche di decantazione per il convogliamento e filtraggio, è uno dei caratteristici esempi di captazione e conservazione delle acque piovane di superficie. Si prosegue a destra per un agevole sentiero tra oliveti e campi di grano fin sul bordo della Gravina di Matera. Si risale il versante avendo a sinistra la gravina e a destra campi coltivati, fino ad immettersi in un sentiero che entra nella macchia mediterranea, rigogliosa e lussureggiante con i suoi colori e profumi. Altrettanto suggestiva la vista della gravina: ripide pareti rocciose con numerose cavità tra le quali un grande ovile conosciuto come la Grotta di Pandona, luogo di nidificazione di rapaci (falchi, poiane, nibbi, grillai). Una delle prime cavità di interesse storico che incontriamo è la Cripta del “Canarino” (IX sec.): da qui si raggiunge la Cripta di S. Andrea (sec. IX-X). L’ingresso originario è murato, vi si accede solo attraverso la vicina cella del custode, in cui sono visibili tracce del suo antico giaciglio. A questo punto si scende nel Vallone della Loe, affluente della Gravina di Matera, attraverso una gradinata ricavata nella roccia. È qui che troviamo la Cripta della “Scaletta” (sec. IX-X), una delle più piccole del parco. Dopo circa 200 metri, superato il fondo del vallone, si sale un’angusta gradinata immersa nella folta macchia, sino a giungere alla Chiesa della Madonna della Loe o della Murgia (sec. IX-X). Il terrazzo, antistante la chiesa, mostra numerose tombe riferibili all’età del bronzo. Raggiunto poi il cippo votivo (175 m) posto sul pianoro sovrastante la suddetta cripta (confine tra i comuni di Matera e Montescaglioso) si prosegue per circa 300 metri, ritornando a costeggiare il bordo superiore della gravina proveniente da Matera, sempre immersi tra arbusti e cespugli tipici della macchia mediterranea. Scesi alcuni scalini intagliati nella roccia, si segue un sentiero tra piante di ulivo selvatico e cespugli di mortella fino alla Cripta di S.Eustachio (sec. XI-XII), parte integrante di un complesso sistema di grotte comunicanti tra loro che conservano, nonostante i numerosi crolli causati da fenomeni erosivi, tracce affascinanti della presenza dell’uomo e del suo stretto rapporto con la natura. E’ il punto più “delicato” dell’itinerario a causa dell’instabilità di questo versante soggetto a frane. Consigliabile percorrere questo tratto in pochi e sempre in compagnia di guide esperte. Ritornati sul sentiero, si raggiunge la masseria fortificata di Casino Venusio (245 m) che domina l’area boschiva dell’antica selva. La sua vista sorprende per l’imponenza della struttura e per il bianco delle sue mura. Seguendo la strada consortile, verso sud, che si collega con la strada provinciale per Ginosa, dopo circa 400 metri, a destra notiamo una cava e a fianco il sentiero (chiuso da sbarra) che dopo circa tre chilometri in leggera discesa riporta a Casino Irene.

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