Lungo i sentieri dell’ulivo

18 marzo 2020 - 9:54

Il cammino inizia presso il parco di Villa Ortensia, stazioncina della linea ferroviaria Caserta Piedimonte Matese, posta su un ameno poggio che fa da balcone alla enorme bastionata, verso nord, del Monte Matese con la cima del Miletto (2050m); più già in basso vi sono le argentee acque del Volturno che, scorrendo, disegnano sinuose anse accompagnate dai filari di pioppi e salici che caratterizzano il paesaggio della conca alifana.
Superato il Rio Tella e prendendo verso ovest, si transita per le caratteristiche case del paesino di Pratillo, puntando così in salita, in direzione di Marciano Freddo. Siamo nella zona del sub Appennino campano, una cortina di modeste elevazioni tra i 400 e i 1000 metri di altezza e subito si avverte, guardandosi intorno, come questi territori siano così fertili. Una distesa di campagne dalle infinite tonalità di verde, colli, pendii e crinali che si accavallano e si susseguono, vengono coltivati e curati con certosina esperienza, da esperte e “magiche” mani di coloni e contadini.
Superato il paesino di Marciano Freddo, caratterizzato dalle sue case con le pareti costruite da irregolari blocchi di pietra calcarea che solcano gli stretti vicoli dal pavimento acciottolato, ci si porta di nuovo verso i boschi e i cimali montuosi. Sulla sinistra, verso sud, si erge l’arrotondata mole boscosa della Montagna Grande (472m). La pista, superato un leggero dosso, tra cespugli di agrifoglio e basse querce, punta verso il vallone di Maiorano. Il paesaggio qui è incantevole; il solco del torrente caratterizza i declivi collinari ammantati di verde e costellati da un susseguirsi di specie arbustive dalle policrome tonalità.
Guadagnato li versante opposto del vallone, in breve si giunge alla sommità di un colle (576m) ove c’è un bivio: di fronte, a occidente, si apre la conca formata dalle numerose frazioni che costellano il territorio del comune di Castel di Sasso. La pista che scende a ovest non va presa! Si procede a sinistra, prendendo verso sud est, e per tre chilometri si costeggia a mezzacosta scendendo lungo la destra orografica del Vallone di Maiorano. Proprio sotto la Montagna Grande, presso una casa, poco oltre, c’è un ponte (240m): qui si devia a destra, e per altri tre chilometri si prosegue lungo i crinali calcarei di verdeggianti montagne. In alto sulla destra, si intravede lo sperone roccioso su cui si stagliano le bianche case di Sasso. Proprio sotto la bastionata calcarea di Sasso, si attraversa quel che resta di un antico bosco di alti fusti dove, per l’incuria causata dall’uomo, sopravvivono solo alcuni esemplari che, maestosamente, si stagliano per oltre 30 metri, dal fitto di una bassa vegetazione cespugliosa formata da felci e rovi. Dopo un ultimo sforzo si è fra le case di Sasso. Sullo sfondo la “sassosa” cima del Monte Maggiore (770m). Fra gli strettissimi e colorati vicoli regna il silenzio di cortili nascosti e profumatissime finestre ricche di vasi fioriti. I sapori della cucina sono quelli mediterranei. A Sasso è possibile dormire, montando la tendina, poco fuori dell’abitato; basta chiedere i dovuti permessi. E’ inoltre possibile alloggiare chiedendo informazioni alla trattoria del paese.

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