“Questi sono giorni dolci. Foglie secche danzano all’angolo della strada nella brezza d’autunno“. Così recitava il poeta Eugenio Montale nel componimento “L’autunno”.
Si tratta di una poesia che riflette sulla natura mutevole della stagione appena iniziata, sulla malinconia che essa porta con sé, ma anche sulla sua straordinaria bellezza.
Del resto, come dargli torto, ci si trova improvvisamente immersi nel fenomeno del foliage, un evento straordinario che dona benefici non solo agli occhi ma anche alla nostra mente.
Il “foliage” è un fenomeno dovuto alla progressiva degradazione della clorofilla.
Cessata quest’ultima (ovvero il pigmento verde che sovraintende al meccanismo della fotosintesi), si vedono apparire altri pigmenti di colori differenti rispetto: sono i carotenoidi che tingono di giallo e arancione le lamine fogliari.
Mamma e figlia in un bosco autunnale – Foto Getty Images
Il colore e la sua intensità sono determinati da tanti fattori, la specie della pianta, l’umidità, la temperatura dell’aria ma anche la natura del suolo.
Diversi sono gli ambienti naturali dove poter passeggiare e ammirare questo fenomeno annuale, come per esempio i boschi della Valle d’Aosta, l’appennino Toscano o anche le vallate delle Dolomiti.
Queste sono solo alcune delle mete in cui avrete la possibilità di immergervi nel caleidoscopio di colori autunnali tipico del foliage.
Sono diversi gli studi che hanno dimostrato come un’immersione nella natura aiuti la nostra mente recuperare la calma e l’equilibrio, ne è un esempio il bagno nella foresta.
Le piante sono dotate di un’energia propria che è in grado di stimolare le capacità fisiologiche di autoguarigione.
Queste sono costantemente in atto, per esempio quando dobbiamo guarire da una ferita, ma anche in caso di patologie più severe.
Non è un caso infatti che gli alberi siano onnipresenti nella storia della maggior parte delle religioni, nelle tradizioni popolari di tutto il globo e anche nell’iconografia dell’arte sacra.
Ci sono pratiche come la silvoterapia, che c0nsiste nell’abbracciare il tronco di un albero per entrare in connessione con la natura, che sono diffuse in diverse culture anche molto distanti tra loro: dai tibetani agli indiani d’America.
Le virtù terapeutiche degli alberi sono riconosciute sin da tempi antichissimi e, in questo senso, il foliage rappresenta una pratica unica e fondamentale per riappropriarsi di quell’armonia fisica e interiore che, spesso, viene scalfita dalla nostra vita quotidiana.
È bene rimarcare che, durante il foliage, all’energia degli alberi si somma la cromoterapia, grazie all’infinita varietà di colori che ci troviamo ad ammirare in bosco autunnale: giallo, arancione, rosso, violetto e marrone.
La cromoterapia altro non è che una cura che sfrutta i colori che, come la medicina ha scoperto, hanno un impatto bene preciso sul nostro stato emotivo.
I benefici dei boschi autunnali colorati di giallo – Foto Getty Images
Ogni colore, infatti, stimola un’area differente del nostro cervello.
Per esempio, il giallo è strettamente connesso alla saggezza dei pensieri, delle parole e anche delle azioni.
È un colore particolarmente amato dalle persone estroverse e vitali, che accolgono con entusiasmo le novità e hanno molte aspettative riguardo il futuro.
L’arancione è il colore della socialità, della crescita e del rinnovamento: è il simbolo dell’armonia interiore, della salute fisica, della fiducia in sé stessi e negli altri, della creatività artistica e dell’ambizione.
Infine, il rosso, il simbolo della passione, del coraggio, dell’istinto e delle pulsioni ancestrali.
Questo colore dovrebbe rappresentare la forza di volontà, la vivacità così come l’esuberanza.
Tutti i colori hanno una valenza specifica e un influsso specifico sulla nostra mente ed è importante tenerlo a mente quando, in questo periodo dell’anno, decidiamo di fare un escursione.
La natura in autunno è una grande fonte di ispirazione da cui attingere. Proprio come lei dovremmo imparare a lasciar andare, “spogliandoci” di ciò che non è importante per poter vivere a pieno il presente, senza che sia necessario opporre resistenza al fluire costante delle cose.
Ogni pianta presente nell’ambiente circostante possiede delle capacità.
L’acero, ad esempio, è particolarmente utile negli stati depressivi, nei cambiamenti, ed è una pianta decisamente importante se ci si vuole liberare dalle dipendenze.
Il cipresso, invece, può sostenerci nei momenti di disperazione, quando una via d’uscita sembra impossibile.
E poi ancora il glicine, che contribuisce a ritrovare la calma perduta e stimola l’introspezione. Una pianta utile a superare le paure e a vivere nel qui e ora.
Bosco alpino in autunno – Foto Getty Images
In un certo senso, il nostro organismo sa sempre di che ha bisogno per stare meglio, per questo quando siamo in cammino nel bosco è importante farsi guidare anche dall’istinto e cercare il contatto con gli alberi che più ci attirano.
Seppur in modo differente, tutte le piante hanno infatti poteri antinfiammatori, antiossidanti, antidepressivi, disintossicanti e immunostimolanti.
Il loro campo d’azione è, per l’appunto, infinito, anche se tra i più potenti ci sono sicuramente l’abete rosso, l’acero, il frassino, il nocciolo, il noce e il pioppo.
L’energia prodotta dall’ambiente, tuttavia, non va intesa in senso letterale come fosse una bacchetta magica in grado di risolvere ogni problema o disturbo.
Questa fonte energetica, piuttosto, andrebbe intesa come una forma di sollievo dai sintomi che ci tormentano.
Dopodiché, spetta solo a noi stessi cambiare il nostro stile di vita oppure i pensieri che ci conducono in una spirale negativa.
Passeggiare nel foliage ci insegna anche a riscoprire come meravigliarsi, esattamente come fanno i bambini.
Osservare la natura, infatti, contribuisce a creare situazioni di agio e a ridimensionare i problemi del quotidiano: infatti, esistono studi che dimostrano come si possa giovare di un effetto rilassante anche solo osservando, a distanza, un bosco autunnale.
Una prima evidenza scientifica risale al 1984 quando Roger Ulrich, un medico dell’università del Texas, si rese conto che i pazienti ricoverati all’interno di stanze che si affacciavano su un parco alberato posto al di fuori dell’ospedale presentavano minori complicazioni post operatorie.
Queste persone, infatti, tendevano a soffrire di minori dolori post operatori e, di conseguenza, facevano meno ricorso ai farmaci antidolorifici e avevano tempi di recupero molto più brevi.
Successivamente, nel 1993, lo stesso Ulrich dimostrò anche che dei semplici quadri raffiguranti dei paesaggi naturali potessero aiutare nel recupero.
In quell’anno, il medico dimostrò una migliore ripresa per i degenti della terapia intensiva, i quali potevano ammirare fotografie di paesaggi molto luminosi con prati, alberi e corsi d’acqua.
Il foliage è certamente l’esempio di come la natura sia nostra alleata quando si tratta di recuperare il proprio equilibrio, ed è bene tenerlo a mente ogni qual volta si decida di fare un cammino o una passeggiata in questa stagione dell’anno.
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