Le quattro ferrovie di montagna più belle del Sud Italia

Un viaggio ferroviario attraverso le valli degli Appennini del Sud Italia. Tra magnifici paesaggi collinari e borghi abbarbicati sulle colline, le quattro linee locali più panoramiche del Mezzogiorno.

2 marzo 2023 - 12:27

Sfilare in treno tra le valli che si coprono di neve in inverno e lasciano spazio a infiniti campi gialli d’estate è uno dei modi più suggestivi per godersi il Sud Italia.

Rispetto al centro-nord, la rete ferroviaria è più diradata, i convogli sono spesso più piccoli e meno frequenti, ma non per questo viaggiare in treno nel Mezzogiorno è un’esperienza meno spettacolare – quantomeno dal punto di vista paesaggistico.

Sebbene queste tratte non raggiungano mai altitudini elevate, serpeggiano tra colline e alture saltando da un borgo all’altro.

Partiamo quindi per un viaggio su rotaia attraverso le 4 linee ferroviarie di montagna più belle del meridione.

 

1 – La Termoli – Campobasso

Iniziando dalla tratta più settentrionale, la Termoli – Campobasso è una ferrovia locale che negli ultimi anni ha visto un servizio zoppicante e spesso auto sostituito.

Ma quando le automotrici corrono, intraprendono un viaggio che dai 700 metri del capoluogo molisano scende digradando dolcemente verso il Mar Adriatico.

Con un andatura sempre curvilinea, la ferrovia tocca i borghi di Matrice e Campolieto, poi segue la statale Sannitica fermando a Ripabottoni, Bonefro e lambisce la riserva naturale di Bosco Casale.

Passando su piccoli viadotti e dentro brevi gallerie, si giunge quindi ai piedi di Casacalenda, un piccolo borgo di pietra che sovrasta la stazione e pare uscito da un vecchio film.

La discesa continua verso Larino: qui la ferrovia perde rapidamente quota grazie a due grandi tornanti, dopodiché raggiunge San Martino in Pensilis e Portocannone.

Siamo ormai in pianura, Termoli e i suoi magnifici trabocchi son distanti solo pochi chilometri. È il punto d’arrivo.

2 – La Foggia – Potenza – Metaponto

Più che una linea è una traversata della Lucania.

La ferrovia – in via di elettrificazione – che parte dalla città pugliese si inoltra subito tra i colli della Murgia, ondeggiando come le spighe di grano che costeggiano i binari.

Una volta entrati in Basilicata, il treno sosta a Melfi, dopodiché inizia la sua salita verso il Vulture.

A Rionero ci si può fermare per una bella escursione ai laghi di Monticchio, dopodiché si continua tra colli dove la presenza umana si fa sempre più scarsa.

Scorrono Lagopesole, Pietragalla, poi pian piano l’automotrice plana verso Potenza. Dal capoluogo lucano la tratta diventa elettrificata e si incrocia con la linea proveniente da Napoli e Battipaglia.

Si inizia quindi a seguire il corso del fiume Basento, passando per Brindisi di Montagna e Trivigno, dopodiché fino a Grassano i binari sfiorano il Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

Una piccola deviazione ai due borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa è davvero d’obbligo per godersi due tra i borghi più scenografici dell’Italia meridionale.

Man mano che ci si avvicina allo Ionio, compaiono calanchi e una vegetazione che si fa via via più mediterranea.

A Ferrandina e Pisticci i relativi borghi si intravedono in cima ai colli, mentre ormai il punto terminale di Metaponto è lì a pochi chilometri.

 

3 – La Cosenza – Catanzaro delle Ferrovie della Calabria

Ahimè oggi questa linea è sospesa al traffico nella parte centrale del suo percorso. Da Cosenza però, ci si imbarca su vecchie automotrici – in via di sostituzione con materiale moderno – per risalire verso Rogliano.

Serpeggiando alle falde della Sila, il trenino si lascia alle spalle la città passando per boschi che diventano subito fitti.

Si toccano stazioncine perse nel tempo come Pedace, Aprigliano e Piane Crati, poi giunti a Rogliano bisogna ahimè cambiare su un autobus.

Sono però attualmente in corso i lavori di ripristino della tratta – con la speranza che il treno possa compiere presto il percorso completo tra le due città.

A Soveria Mannelli, nella Sila catanzarese, riprende il servizio ferroviario. Qui la linea serpeggia tra piccoli paesi come Decollatura e Serrastretta, sempre con la vista sulle alture, in lontananza, del Parco Nazionale della Sila.

Una volta giunti a Catanzaro, un’altra linea a scartamento ridotto delle Ferrovie della Calabria – l’impresa che oggi gestisce queste tratte – conduce verso Catanzaro Lido.

È l’ultimo tratto, molto breve, ma è anche il più ripido.

Attualmente anche questa sezione è in via di rifacimento – se ne prevede la riapertura a fine luglio 2023 – ma ha la particolarità di essere una delle poche tratte ferroviarie italiane a cremagliera.

Tra i quartieri di Catanzaro Sala e Catanzaro Pratica, il treno si impenna letteralmente sul fianco della montagna, lasciando spazio a una suggestiva vista sull’imponente ponte Bisantis.

 

4 – Catania – Giarre, la Circumetnea

È uno dei luoghi più unici della Sicilia, e per fortuna è attraversato da una splendida linea a scartamento ridotto.

Il suo nome già racconta il suo percorso: Circumetnea, 110 km di binari intorno al vulcano più grande d’Italia.

Partendo da Giarre, sulle rive del mare, ci si inoltra subito verso i pendii dell’Etna passando per Mascali e Santa Venera.

La vegetazione mediterranea è fatta di vitigni e fichi d’india, in lontananza si scorgono i Nebrodi e si corre a pochi chilometri dalle Gole dell’Alcantara.

Dopo Castiglione di Sicilia, si inizia a correre in mezzo alle sciare, le distese di pietra nera lasciate dalle antiche eruzioni vulcaniche. Il paesaggio è lunare.

A Randazzo ci si può fermare per passeggiare in centro e ammirare i bellissimi edifici costruiti con la pietra scura vulcanica, dopodiché ci si inoltra nella parte più selvaggia della tratta, verso Maletto e Bronte.

Le antiche automotrici disegnano ampi curvoni, spesso incontrano pascoli, veri e propri boschetti di fichi d’india, e guadagnano altitudine.

A Bronte, la città dei pistacchi, si corre a quasi 1.000 metri, si inizia a scendere solo qualche chilometro più avanti, dopo aver costeggiato l’area del Bosco di Centorbi.

Giunti ad Adrano ci si approccia all’area più urbanizzata della linea, che infatti inizia a perdere un po’ di attrattiva dal punto di vista paesaggistico.

L’ultimo tratto verso il capoluogo della Sicilia orientale si effettua in galleria, una variante relativamente recente fatta per snellire il traffico urbano. Ma senza dubbio non ci si dimenticherà facilmente dei panorami visti pochi minuti prima.

 

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