E l’Italia fu

18 marzo 2020 - 10:16

Casertano:
tra storia e prodotti tipici
Punto di partenza di questo nostro viaggio alla scoperta dei siti risorgimentali parte da Caserta, una delle città più belle e artisticamente ricche della Campania. La ricchezza non si ferma ai monumenti, la gente è ospitale e il settore enogastronomico è talmente ricco da avere l’imbarazzo della scelta. I siti borbonici sono concentrati sia in città sia nelle valli del Volturno dove ha sede l’incantevole Reggia di Caserta. Certi siti dimostrano inoltre come il regno dei Borboni non fosse solamente dispotico e arrogante: nel Settecento l’Illuminismo aveva infatti convinto i sovrani di Napoli ad intraprender una serie di riforme volte ad un miglioramento dell’intera regione. Il complesso monumentale di San Leucio è una testimonianza viva dell’intraprendenza borbonica: il Belvedere è il fulcro della nostra visita. Una casa in collina che i Borboni avevano arricchito di opifici serici ove gli artigiani lavoravano soprattutto la seta. Le sete di San Leucio sono oggi note in tutto il mondo e ancora oggi l’industria tessile è il fiore all’occhiello della zona. Spostiamoci poi verso Caserta vecchia, luogo di una feroce contesa tra borbonici e garibaldini. È un borgo particolare, sembra che il tempo si sia fermato ai secoli scorsi: un affascinante intrecciasi di stradine che nasconde tesori d’arte come la Cattedrale, il Palazzo Vescovile, il Seminario e la Casa Canonica. In queste strette vie si nascondono piccoli ristoranti e trattorie dove è possibile gustare il vero sapore di quella che è la ricca e fertile “Terra di Lavoro”. Vini come l’Asprino d’Aversa che si accompagnano a ottimi primi piatti e all’immancabile mozzarella di bufala. Prima di prendere la via per una visita più approfondita ai centri più belli della Terra di Lavoro, una visita d’obbligo spetta alla suntuosa Reggia di Caserta la cui bellezza e imponenza lascia senza fiato. Voluto da Carlo III di Borbone la residenza reale fu ideata apposta per reggere il confronto con Versailles: senza dubbio l’architetto Luigi Vanvitelli centrò l’obiettivo. A cominciare dai giardini, fino agli appartenenti reali, la Reggia cominciò a prendere forma nel 1752; tra le opere più straordinarie ci sono le fontane una fantasia di giochi d’acqua alimentate dall’acquedotto carlino, capolavoro di ingegneria idrica.

Terra di Lavoro
terra di gusti e tesori
La terra dei Lebroni, una delle prime popolazioni stanziali di questo luogo la cui caratteristica principale è la fertilità della terra: un territorio che si estende tra la zona nord dei Campi Flegrei e il Vulcano di Roccamonfina. Tra i centro più interessanti contiamo: Santa Maria Capua Vetere e Capua. Santa Maria Capua Vetere vanta origini etrusche custodite gelosamente nel Museo Archeologico cittadino. Un’altra vestigia di questo antico passato è l’anfiteatro campano i cui resti sono stati giudicati precedenti a quelli del più famoso Colosseo romano. Anche qui è possibile rifocillarsi con prodotti alimentari preparati come una volta, dai gusti genuini, rispecchianti la ricchezza di questa terra: un piatto condito con i carciofi, oppure dissetarsi mangiando un tipico e succoso melone della zona. Capua, è altrettanto bella: cittadina che sorge sull’ansa del fiume Volturno è anch’essa ricca di reparti archeologici, primo fra tutti il Ponte Romano i cui resti segnano il percorso dell’Appia antica. Tra le cose più suggestive ci sono due castelli: il primo è quello delle Pietre o altrimenti detto dei Principi Normanni, segno della dominazione di questo fiero popolo del nord. Il secondo è il Castello di Carlo V attualmente sede di una caserma di artificieri dell’esercito. Il dramma risorgimentale della battaglia si consumò sicuramente intorno ai bastioni e alle mura cittadine, un capolavoro di architettura militare a scopi difensivi. Capua si tinge di mille colori durante la festività del Carnevale, una manifestazione da non perdere giacché una delle feste mascherate più antiche d’Italia. Il nostro viaggio prosegue verso Teano dove, il 26 ottobre 1860 s’incontrarono il re di Sardegna Vittorio Emanuele II e Garibaldi, reduce vittorioso della battaglia del Volturno. Ma si trattava realmente di Teano o di qualche altra località vicina? Molti asseriscono che lo storico colloquio avvenne poco distante, vale a dire a Taverna della Catena (nel comune di Vairano Patenora) dove è stato eretto un monumento in ricordo dello storico evento. Non dimentichiamo però il passato medioevale di Teano quando ospitava i benedettini: oggi, del vasto complesso monastico esistente, rimane la chiesa di San Benedetto. Ultima tappa del nostro tour è Maddaloni dove possiamo rilassarci ammirando l’imponente castello, simbolo della città. Una città da dove partono anche numerose gite e escursioni che portano alla scoperta di una natura rigogliosa e incontaminata. Anche in questa zona particolarmente rurale non è difficile incontrare qualche casolare ove si produce un buon formaggio, oppure qualche azienda agricola dove vendono vino, olio o glì’immancabili carciofi. La Campania è anche il centro di maggior produzione della prestigiosa mozzarella di bufala che, recentemente, ha guadagnato il riconoscimento di prodotto Dop. Le aree campane ove si produce il famoso formaggio sono Battipaglia, Salerno e naturalmente Caserta. La mozzarella ha origine antichissime, addirittura risalenti ai tempi della dominazione longobarda in Italia. Nell’XI secolo la principessa Aloara soleva distribuire ai monaci un pezzo di pane con una “mozza”, altre opinino sostengono che la mozzarella sia stata inventata di monaci i quali producevano un formaggio leggero e dalla lavorazione veloce: così da poterlo trasportare agevolmente ai monasteri ubicati sulle alture. Sulla lavorazione e la qualità del latte di bufala abbiamo testimonianze scritte risalenti al XII secolo e oggi conservate nell’archivio di Capua. 

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