L’anima viva del vulcano

18 marzo 2020 - 10:14

Lo senti, quando il vento soffia dal vicino Mar Tirreno, il respiro del vulcano. Nell’aria frizzante della mattina le narici percepiscono l’umore, asprigno e dolciastro, dello zolfo che emana da soffioni e putizze sparsi sulle pendici meridionali dell’Amiata, in particolare nella zona di Piancastagnaio.

La sfiori, l’anima viva del vulcano, lasciandoti accarezzare le mani dalle acque tiepide delle sorgenti che sgorgano da questa terra, e hanno fatto la fortuna di paesi come Bagni S. Filippo e Bagno Vignoni, conosciuti fin dai tempi antichi, e frequentati da re e papi per le straordinarie qualità delle loro fonti termali. La vedi. Nelle grandiose distese di faggi e castagni che avvolgono il grande cono di pietra e nei colori delle ondulate praterie che lo circondano.

La gusti. Negli aromi dei prodotti di una terra ricca e generosa. Le fertilissime lave vulcaniche sono la culla ideale per vino, olio, ortaggi, frutta di grande valore, che hanno contribuito a sviluppare una cucina tradizionale molto varia, con punte di unicità anche nei prodotti caseari e nella salumeria.

Tra prati e boschi si muovono, in libertà, greggi di pecore e i leggendari maiali della varietà “cinta senese”. Formaggi, prosciutti e salami dal gusto irripetibile raccontano, al palato, le suggestioni di questo vivere brado, in libertà dentro una natura ancora lontana dalle ansie metropolitane.

Ce n’è abbastanza per giustificare una vacanza alle falde dell’Amiata, ma ancora non sono finiti gli stupori, perchè ogni borgo, ogni frazione, ogni casolare isolato nella campagna racconta, nelle architetture che integrano e arricchiscono le armonie del territorio, storie di uomini che hanno saputo esaltare le migliori qualità della loro terra. Radicofani, Abbadia S.Salvatore, i comuni amiatini della Val d’Orcia – Vivo, Campiglia, Castiglione – sono piccoli scrigni per grandi tesori, e portano tutti la firma delle famiglie nobili che, dal primo Medioevo a un paio di secoli fa, hanno scritto la storia dell’Italia Centrale, e le vicende, spirituali e temporali, del Papato romano. Non è raro incontrare, passeggiando tra i vicoli di pietra di questi paesi, artigiani che ancora sanno valorizzare gli antichi saperi e segreti della tradizione rurale e contadina, perpetuando mestieri e abilità altrove da molto tempo scomparse.

Continua a leggere questo articolo a pagina 24 del nuovo numero di Viaggia l’Italia

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