Veneto Celeste

18 marzo 2020 - 10:13

Grandioso, in tutti i sensi, l’ultimo volume di Cesare Gerolimetto. Per le dimensioni – il grande formato 29×39 centimetri è ideale per esaltare le immagini – ma soprattutto per le magnifiche fotografie realizzate da uno, a mio parere, dei più sensibili cacciatori di immagini della nostra epoca. Conosco Cesare da molti anni; da adolescente, nei primi anni ’70, seguivo affascinato le sue imprese (che hanno fortemente condizionato anche le mie scelte di vita), quando era assolutamente insolito salire su un camion per andare alla scoperta del pianeta.
Cesare ha realmente girato tutto il mondo, in un’epoca dove ancora non esisteva la globalizzazione, i computer, i gps e i telefoni satellitari. Nel 1976, partito da Bassano del Grappa dove vive, ha girovagato ininterrottamente per trentuno mesi realizzando il più lungo giro del mondo in camion, per un totale di 184.000 chilometri che gli hanno fruttato l’iscrizione del suo nome nel Guinnes Book of Records.
Solo dopo questo viaggio si avvicina alla fotografia, che diventerà la protagonista del suo lavoro.
Da tempo, Cesare ha smesso di fantasticare avventure lontane, e lo dichiara nella frase – che trovo illuminante – in apertura di questo libro: “Non servono nuovi viaggi, ma nuovi occhi per vedere”!
Ecco che allora, dopo una vita di avventure fotografiche pubblicate sulle più prestigiose riviste – Epoca, Airone, Gente Viaggi, Tutti Fotografi, etc – il suo sguardo è tornato a indagare le terre conosciute, quelle a pochi passi dalla quotidianità, capaci di svelare, però affascinanti segreti.
Basta cambiare la prospettiva, e Cesare ha scelto di interpretare dall’alto, a caccia di geometrie inusuali e a volte straordinarie, il Veneto delle lagune e delle creste dolomitiche, delle campagne perfettamente disegnate e delle dimore classiche – da Palladio alla fine dell’800 il territorio veneto ha espresso le più alte forme di architettura – che, osservate dall’alto, tradiscono una perfezione sconosciuta senza dubbio anche ai geniali architetti che le hanno inventate, ma hanno potuto osservarle soltanto dalla prospettiva orizzontale.
103 immagini, senza alcun  bisogno di commenti se non una breve poesia di Andrea Zanzotto in apertura e poche note di Giuseppe Barbieri, raccontano i colori, le suggestioni, le atmosfere e la magia del Veneto.

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