Viaggiare nell’Oglio Po

18 marzo 2020 - 10:00

L’acqua è da sempre sinonimo di vita. Lo scorrere di un torrente, così come il frangersi delle onde del mare sugli scogli, trasmette inevitabilmente un sentimento ancestrale di forza vitale, di armonia interiore, di serenità.

Lambito dalle acque del fiume più importante della penisola, il territorio di Sabbioneta risulta imprescindibilmente legato all’essenza stessa di chi questo fiume lo abita.

Numerose le specie ittiche che popolano il Po: a Motta Baluffi l’escursionista potrà averne un’idea grazie all’Acquario, inaugurato nel 2004 e ideale strumento di valorizzazione di quest’area naturale.

Al confine naturale della riserva “Lanca di Gerole”, ben settanta vasche ospitano un’affollata popolazione di pesci, autoctoni e non, che si possono incontrare nella Pianura Padana: dalla carpa al persico reale, dallo storione all’anguilla, ma anche conchiglie bivalvi, tartarughe e anfibi, a dimostrazione del livello di equilibrio ecologico ambientale raggiunto dal Po.

Il Parco Oglio Sud si estende invece lungo l’intero corso dell’affluente del Po: l’alveo del fiume ha un andamento sinuoso e accompagna il turista alla scoperta di un ecosistema ancora intatto. Chi gestisce il Parco si è assunto il delicato compito di riportare alla luce il paesaggio dell’Oglio nelle sue componenti essenziali di natura e cultura, restituendo la propria identità alle fasce fluviali e garantendo così una migliore efficienza come sistema ecologico, ma anche una maggiore attrattiva per chi vi abita e chi arriva in visita.

Le scuole coinvolte sono invitate ad utilizzare il Parco come una palestra a cielo aperto per osservare con i propri occhi le specie vegetali e animali nel loro habitat, e per aumentare la consapevolezza nei più piccoli della necessità del benessere generale che possiede questo ambiente prezioso.

Parte del territorio del Parco Oglio Sud è anche inserito nell’Ecomuseo delle valli Oglio Chiese di Canneto sull’Oglio, nato negli anni ’70, punto di riferimento per la salvaguardia della cultura territoriale dei due fiumi. L’Ecomuseo si presenta con il Centro di Documentazione nel quale sono esposti migliaia di oggetti e di reperti organizzati in 15 sezioni di carattere storico archeologico, etno antropologiche e naturalistiche illustranti la storia del territorio.

Camminare e osservare: il piacere dell’apprendimento
A Casalmaggiore il Museo del Bijou documenta un periodo glorioso dell’industria manifatturiera e dell’artigianato locale; il centro didattico, per i più volenterosi d’imparare, si presenta dotato di numerose attrezzature. Nello stesso borgo il Museo Diotti ha visto la luce grazie al recupero della casa dell’artista Giuseppe Diotti con la raccolta d’arte e l’atelier della sua ultima opera.

La vocazione didattica è evidente nel percorso espositivo che, grazie ai lavori del maestro, ma anche a gessi, bozzetti e stampe di una scuola di disegno del paese, conduce alla scoperta di una passione che non smette mai di sorprendere. A Gazzuolo ci si lascia avvolgere dall’atmosfera magica della prima cinematografia, ricreata negli spazi del Centro della Comunicazione audiovisiva Oreste Coni, con strumenti fotografici e di proiezione che narrano la storia del cinema dagli anni Venti a oggi: un laboratorio, vero “cuore” dell’esposizione, svela tutti i segreti che si nascondono dietro le attività di regia e di montaggio di un film.

Il Museo “Amarcord” degli strumenti meccanici – Agriturismo Torretta – offre uno sguardo su un amplissimo movimento che per oltre cinquecento anni ha attraversato ogni fascia sociale e culturale, cogliendo lo stile di vita di un’epoca ormai tramontata. Altrettanto originale il Museo dei cordai di Castelponzone, che offre la giusta memoria ad un mestiere antico che una volta coinvolgeva intere famiglie, ormai scomparso; adulti e ragazzi resteranno incantati dal “mondo degli ultimi”, ben rappresentato dalle foto di Antonio Leoni del suggestivo borgo fortificato.

Un tuffo nella storia

L’enigma che pervade il passato più remoto ha per molti un fascino incomparabile: a Piadena il Museo Civico Archeologico vanta testimonianze a partire dal Paleolitico, per un totale di più di 4.000 pezzi di indubbia importanza storica. Anche il Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po rappresenta una realtà di rilievo nella zona. Qui sono conservati numerosi reperti di fauna glaciale rinvenuti sulle rive del Po che ci consentono di ricostruire l’antico paesaggio padano.

Nel 2010 sono nati i Musei dell’Agriturismo Torretta, a Torricella del Pizzo (CR), con gli edifici disposti nel verde fiabesco che circonda la proprietà della famiglia Buoli-Fadani: nelle vecchie stalle e nei porticati si trova il Museo di Storia Naturale “Maria Gardoni Mosconi – Amilcare Mosconi”, che tratta la formazione della vita sul nostro Pianeta, con fossili e conchiglie da tutto il mondo.

Per chi si lascia incuriosire dalla storia più recente, il Museo d’Arte Contadina a San Martino dall’Argine è stato fondato dall’agricoltore Cesare Ruggeri (“Luisanen” per i locali), che da quando ha aperto la struttura non ha mai smesso di ricevere in dono dai concittadini affezionati vecchi oggetti di una vita. Il Museo diffuso di Sabbioneta, “città ideale” dichiarata insieme a Mantova Patrimonio dell’Umanità dal 2008 e prima ancora “città di fondazione” (urbs condita) per volere del duca Vespasiano Gonzaga Colonna, custodisce invece molteplici segni di un passato sfarzoso, tra cui il Palazzo Giardino, il Palazzo Ducale, il Teatro all’Antica e la splendida Sinagoga nell’antico quartiere ebraico.

Emozioni per tutte le età

A Canneto sull’Oglio, i bambini resteranno semplicemente estasiati di fronte alla Collezione del giocattolo “Giulio Superti Furga”, ospitata all’interno del Museo Civico e nata prima della fondazione del Museo, nel 1984. Sorta in ben modeste dimensioni, si è arricchita negli anni grazie ai frequenti prestiti e donazioni.

Nella stessa sede si dispone la Collezione d’arte Pietro Mortara, che solo dopo decenni di oblio, nel 1997 ha trovato la sua più idonea collocazione e la meritata visibilità.

A Castellucchio si affiancano il Museo delle Armi di Fosco Baboni, collezione vastissima di armi antiche e affini (ben 125 pezzi tutti catalogati e schedati), e il Museo dello Scolaro, raccolta di oggetti e documenti riguardanti la vita scolastica tra Otto e Novecento: libri, quaderni, cannucce, grembiuli, che testimoniano una realtà difficile da immaginare senza “vedere”.

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