Come si leggono cartelli e cartine tecniche degli itinerari

Come vanno interpretate le note tecniche degli itinerari? Ogni percorso, chi sia descritto su una guida o in un cartello in montagna, presenta alcuni dati tecnici che opportuno conoscere bene per evitare brutte sorprese

9 giugno 2023 - 2:16

Cerchiamo di spiegare meglio i significati di tutte quelle sigle e quelle voci che ogni trekker incontrerà durante la lettura di una guida, di una cartina o di un cartello di segnalazione lungo il sentiero.

Visto che queste indicazioni sono essenziali per comprendere bene la reale difficoltà e le caratteristiche del tracciato che si andrà a seguire, è molto importante non avere il minimo dubbio sul loro significato.

  • Come Arrivare – indica la viabilità ordinaria per raggiungere con mezzi meccanici (auto, pullman, treno, aereo) città e paesi di riferimento per le escursioni, e l’unico corredo richiesto è un buon atlante stradale dove verificare la corrispondenza delle informazioni.
  • Le Località di Partenza e Arrivo specificano il centro abitato più vicino da cui parte l’itinerario, e solitamente la descrizione del percorso parte da punti facilmente identificabili. A volte si può trovare, nelle note, la terminologia.
  • Accesso, che indica invece una precisa e nota località isolata da un centro abitato, e anche in questo caso nella descrizione vengono dati suggerimenti per raggiungerla.
  • Scala delle difficoltà – è una delle voci più importanti per valutare un’escursione, ed è modulata su uno schema internazionale omologato da molte federazioni escursionistiche (almeno a livello europeo) che considera vari fattori: difficoltà oggettive del percorso, lunghezza e dislivelli. Per l’Italia le definizioni sono state armonizzate e siglate dal Club Alpino Italiano.

 

Le scale di difficoltà

_ T – TURISTICO: itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri di quota.

Richiedono una elementare conoscenza dell’ambiente e una normale preparazione fisica alla camminata.

I dislivelli nei percorsi turistici sono irrilevanti o molto contenuti, e sono percorribili da chiunque si trovi in condizioni normali di salute. Sono sempre comunque consigliati abbigliamento e calzature adeguate.

_ E – ESCURSIONISTICO: itinerari che si sviluppano su terreni di ogni genere: su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni appropriate; si possono incontrare anche brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli.

Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi, dove tuttavia i tratti esposti sono in genere protetti o assicurati (cavi).

Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che non necessitano dell’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.).

Richiedono qualche ora di cammino per superare anche dislivelli in salita di qualche centinaio di metri; importante una discreta esperienza e conoscenza dell’ambiente, senso di orientamento, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici.

 

_ EE – ESCURSIONISTI ESPERTI: si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni anche impegnativi.

Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti).

Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati).

Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci, perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso di corda, piccozza e ramponi, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione.

Necessitano di esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.

Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).

La difficoltà è marcata anche da molte ore di cammino, alle quali bisogna essere abituati conoscendo le reazioni del proprio fisico; spesso i dislivelli in salita sono molto pesanti.

Lunghezza (sopra le 5/6 ore di cammino) e dislivello (oltre i 600 metri in salita) determinano la classificazione EE anche di assenza di altre difficoltà tecniche e morfologiche.

 

_ EEA – ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURE: comprendendo tutte le caratteristiche già descritte nella classificazione EE, questa sigla si utilizza per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso e la perfetta conoscenza dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).

 

Dislivello

Nella grande maggioranza dei casi si intende il dislivello diretto (tra il punto di partenza e quello di arrivo, senza conteggio di eventuali saliscendi) in salita, segnalato da una freccia verso l’alto.

A volte viene segnalato anche il dislivello in discesa, soprattutto quando percorrendo un diverso itinerario di ritorno può anche essere superiore al dislivello in salita.

 

Tempi di percorrenza

Per convenzione, salvo diverse indicazioni (percorso ad anello, itinerari plurigiornalieri in più tappe, etc) è sempre indicato solo il tempo di andata!

Pertanto, se non diversamente specificato, nell’organizzazione di una gita bisogna sempre tener conto anche dei tempi necessari per il ritorno.

 

Segnaletica

Esiste una segnaletica ufficiale, codificata dal CAI, che prevede un rettangolo orizzontale rosso/bianco/rosso (dimensioni circa 20 cm di base) abbinata ad un codice numerico; può essere dipinta su rocce e alberi, o anche installata su pali.

In questo caso, a volte reca anche la distanza oraria da un rifugio o punto conosciuto (cima, passo, etc).

Pur presente su gran parte della sentieristica italiana, questa segnaletica non copre tuttavia tutti i percorsi, che in alcune località (fortunatamente poche) sono identificati con una varietà infinita di colori, codici e sigle.

Nelle nostre descrizioni, ove presenti, vengono sempre indicati colori, numeri e codici dei sentieri da percorrere.

L’esperienza ci consiglia tuttavia di avere sempre con noi UNA CARTA TOPOGRAFICA (MAX 1:50.000) AGGIORNATA DELLA ZONA.

Solo così saremo sicuri di godere totalmente la nostra escursione senza il rischio di perderci o imboccare, per errore, sentieri non adatti alle nostre capacità e allenamento.

 

Note aggiuntive

Quando disponibili, sono indicate anche le distanze in chilometri (con la stessa logica dei tempi di percorrenza, salvo diverse specifiche è indicata solo l’andata); il periodo più adatto è consigliato in base alle condizioni stagionali o ai migliori momenti per godere di particolari scenografie naturali.

 

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