La Strada fiorentina – 1° tappa – Da Premilcuore a Castel dell’Alpe

18 marzo 2020 - 9:57

Si parte da Premilcuore esattamente dalla Porta Fiorentina con la Torre dell’orologio. Questo “oriolo” fu concesso ai premilcuoresi assieme ad altri benefici dal Governo Fiorentino nel 1585, poiché lungo questa strada maestra v’era un traffico molto intenso di merci, caricate prevalentemente su muli. Subito dopo la partenza in direzione Sud, si scende a destra sulla via lastricata Canova con una fila di antiche ed interessanti case, dette Cà Nova.
Si oltrepassa poi la strada asfaltata e si continua su viottolo lastricato in arenaria, avendo a destra un altro gruppo di case antiche con il Ristorante “Oasi Blu”. A sinistra si ha invece un muraglione di protezione; a cir-ca 50 metri dal ristorante, sono a sinistra alcune croci in ferro: siamo in località Malpasso. Questo tratto, a strapiombo sul Rabbi, era un tempo molto pericoloso per i viandanti, poiché le acque erodevano spesso il selciato, tanto che provocarono la morte per caduta nel precipizio di alcuni passanti.
Dopo il Malpasso si lascia a sinistra uno stradello asfal-tato e si continua diritti ammirando a destra un bo-schetto di conifere adibito a parco pubblico. Poco dopo si lascia a destra un altro stradello asfaltato e si conti-nua in lieve ascesa, al termine della quale vi è sulla destra una casetta ristrutturata. Segue un breve tratto ondulato, poi si riprende a salire. A 10′ dalla partenza, si abbandona lo stradello asfaltato per deviare a destra sul tracciato dell’antica “Strada”, contemporaneamente si lascia a sinistra un sentiero in salita n° 313 del CAI diretto a Corniolo. Questa località era chiamata un tempo Macchia di Ridolla ed era di proprietà comunale: tutti gli abitanti vi si recavano per tagliare liberamente la legna senza alcuna regola, tanto che divenne ben presto una riva spoglia e sassosa. Solo recentemente il Corpo Forestale ha provveduto ad un utile rimboschi-mento.
Il nostro percorso avanza ora su un tratto poco curato quasi in piano: si può ammirare in basso il vicino rude-re del Molino della Sega, poi il Rabbi con belle casca-telle. oggi, di questo antico mulino rimane ben poco, ma rivestì alcuni secoli fa un’importanza notevole per ll’economia locale. Un centinaio di metri più a monte, si vede la costruzione ristrutturata di un altro mulino, edi-ficato successivamente al Molino della Sega, in seguito alle leggi di liberalizzazione del macinato. A quest’ulti-mo fu aggiunta una Gualchiera, per la tinteggiatura e lavorazione della lana, funzionante fino a 90 anni fa.
La nostra “Strada” rientra ben presto in uno stradello sterrato che si segue a destra in discesa superando subito una casa ristrutturata. Volgendo lo sguardo a sinistra del predetto stradello, si può notare a circa 100 metri, il Maneggio Ridolla, un tempo chiamato Bidolla.
Al termine della discesa si supera su ponticello il Fosso Ridolla (un tempo Fosso dell’Orto) e si riprende a salire percorrendo un bellissimo tratto di “Strada” ben con-servata col suo fondo lastricato: sembra proprio che qui il tempo si sia fermato. A metà salita si incontra sulla destra un tabernacolo in pietra dedicato alla Madonna che in maggio raccoglieva molti fedeli uniti in preghiera per il Rosario.
Al termine della salita si ha a sinistra un cippo con cro-ce in ferro, mentre a destra è l’antico rudere del Casa-mento e, al di là del fiume, vi è uno stabilimento per acque minerali. Questo cippo è legato all’assassinio di una giovane, tal Rosa Visani, uccisa in un pomeriggio di dicembre da un pretendente da lei respinto. Il nostro percorso prosegue in discesa lieve fino al monumento più interessante dell’alto Rabbi: il Ponte Nuovo. Questo tratto è inzuppato di sorgenti provenienti dai tre monti circostanti, tutti oltre i 1000 metri di quota: Tiravento, Fratta e Merli.
Sotto il Ponte una spettacolare voragine ingoia con moti vorticosi ed assordanti rumori le acque del Rabbi, tanto che il sito è denominato la Grotta Urlante. Dopo aver superato su ponte il Rabbi ed aver lasciato a sini-stra una interessante Gualghera, si risale alla strada asfaltata in località Giumella a 35′ dalla partenza.
Prima di proseguire in direzione di Firenze, è bene fermarsi ad osservare la casa Giumella con torre co-lombaia. In questo luogo era situato nel Medioevo un Ospedale, ove si offriva ospitalità gratuita ai viandanti sorpresi dalla notte. Siamo ora costretti a percorrere un lungo tratto su strada asfaltata, perché il vecchio trac-ciato è stato del tutto inglobato dalla moderna e veloce arteria statale. Dopo circa 900 metri, ovvero al km 43,7, è situata sulla destra (proprio pochi metri prima del ponte sul Fosso Molibordi) il rudere del forno di un’anti-ca fornace per la cottura della pietra ai fini della produ-zione di calce. Dopo 200 metri è a destra una moderna maestà e contemporaneamente parte nella stessa di-rezione il sentiero segnato del CAI diretto al Rifugio del Cucco ed al Monte Gemelli (m 1206). Era queste un luogo di agguato di briganti che mettevano il malcapita-to viandante di fronte ad una scelta obbligata: o cedere tutto il denaro o essere scagliati nel burrone sottostan-te.
Continuando per la strada statale, si lascia poi a sini-stra la deviazione asfaltata per Fiumicello; più avanti si ha a destra una fonte e, poco dopo, sulla sinistra, l’ot-tocentesco ed interessante Ponte del Gergolaio con area da pic-nic. Questa ben conservata costruzione permetteva il collegamento con la via per Fiumicello e la valle del Bidente, ora sostituito da un moderno pon-te.
Si continua per altri 600 metri su strada asfaltata poi, al km 46,2, si discende a sinistra su un tratto ancora la-stricato, si guada il Fesso del Cucco, si risale per breve tratto il corso del Rabbi, si lascia quindi a sinistra una fatiscente passerella diretta al rudere Casaccia. Pochi metri dopo, si lascia a sinistra un moderno ponticello e si confluisce contemporaneamente in uno stradello sterrato che si segue a destra in salita fino a ritornare ancora sulla statale. Si segue ancora l’arteria asfaltata per altri 800 metri, poi, al km 47,2, la si abbandona per deviare a sinistra su stradello sterrato in discesa che ci riporta nel fondovalle del Rabbi, fino al vicino Molino di Castel dell’Alpe, ora ben restaurato ed abitato. Si ritor-na sulla strada statale che si segue a sinistra per po-che decine di metri, poi la si abbandona nuovamente per deviare a destra su stradello sterrato in salita che ci porta alla casa abitata “I Piani” fra estese praterie.
Poco dopo l’edificio, si lascia a destra una carraia in salita e si discende per circa 150 metri: ora si deve de-viare a sinistra su un’altra pista in discesa che supera presto un antico ponte in muratura sul Fosso del Pian dell’Alpe. In queste luogo era situata un tempo l’osteria dei Piani con cambio di cavalli, ritenuta quindi tappa obbligata per chi percorreva questa strada e per Firen-ze. Dopo il ponte si piega a sinistra su fondo lastricato ed in ripida ascesa (la traversa di Castel dell’Alpe) fino al piccolo paese di Castel dell’Alpe.
Giunti al villaggio si può salire sul cocuzzolo sormonta-to da una croce e situato a sinistra, ove era collocato un antico Castello dei Conti Guidi. In questo borgo e-rano situate un’osteria comunale, la Chiesa di S.Nicolò, un Oratorio, alcune case signorili appartenenti ai San-drelli, Mengozzi, Ricci e Falcini, oltre ad altre case più povere. L’unica abitazione che conserva le antiche ca-ratteristiche è quella dei Falcini (a destra, Trattoria, te-lefono pubblico e posto di chiamata Soccorso alpino), mentre tutti gli altri edifici hanno subito crolli, distruzioni o sono stati ricostruiti in luoghi diversi. Qui si può per-nottare con tenda sui vasti e bellissimi prati che circon-dano il piccolo paese, con fonte vicino alla chiesa.

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