Puglia: Il Cammino dell’Angelo o dell’Arcangelo

20 maggio 2017 - 13:38

Lambito anche dalla Via Francigena del Sud, il Cammino dell’Angelo permette di scoprire una Puglia inedita

Nel territorio più famoso della Puglia, si nascondono ancora bellezze e antichi scrigni da scoprire. Quasi completamente circondato dalle mille sfumature di blu del mar Adriatico, il Gargano è tra le mete pugliesi più ambite dai turisti per le proprie vacanze, non solo per la natura selvaggia e l’esplosione di colori e profumi dei suoi paesaggi, ma anche per la forte cultura storica, le botteghe artigiane e le chiese e i monumenti che ne caratterizzano i borghi. Proprio di qui passa, inoltre, la Via Francigena del Sud, un ponte tra Oriente e Occidente che, attraverso i tratturi percorsi dai pastori in periodo di transumanza, collega Brindisi a Roma. Sulla propria pelle si percepisce il respiro della Storia, percorrendo in particolare parte di un itinerario le cui origini risalgono al Medioevo, la Via Sacra Longobardorum, oggi conosciuta anche come Il Cammino dell’Angelo (o dell’Arcangelo), poiché univa la località di Moint Saint Michel in Francia al santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo. La grotta-santuario dedicata al “principe delle milizie celesti”, di immenso fascino e suggestione, si trova a pochi chilometri da Cagnano Varano e ogni anno accoglie numerosissimi fedeli provenienti da ogni parte d’Europa, in particolare per la festa dell’8 maggio, in cui si celebra l’apparizione dell’Arcangelo.

L’itinerario proposto nel territorio del Gargano, percorribile a piedi o in auto, vuole richiamare una tradizione risalente al periodo del Medioevo. Ancora oggi si può seguire un tratto dell’antico percorso che univa Mont Saint Michel in Francia al Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Sono tre le tappe dell’itinerario. Si comincia, in prossimità dello scomparso Casale di San Eleuterio, con la tratta che porta da San Severo a Stignano (nel comune di San Marco in Lamis) attraversando il tavoliere e addentrandosi nella montagna garganica attraverso la grande valle che taglia in due il promontorio. Nella seconda, da Stignano a S. Giovanni Rotondo, si segue la strada percorsa dai fedeli provenienti dal Tavoliere settentrionale, visitando la Valle di San Marco in Lamis che tocca il piccolo borgo di Stignano e il Santuario storicamente sede di una profonda devozione mariana.

Lasciata Stignano seguendo la vallata fino a S. Marco in Lamis, si giunge al Santuario del Convento di San Matteo, insediamento monastico fondato presumibilmente nel secolo VII dai Benedettini. Si può proseguire poi verso San Giovanni Rotondo e visitare i luoghi di San Pio da Pietrelcina, universalmente noto come Padre Pio, che richiama nella cittadina garganica fedeli da tutto il mondo. La terza tappa, Da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo, porta a Pantano, sede di due insediamenti monastici benedettini del XII secolo, di cui si conservano i resti: S. Egidio e San Nicola al Pantano. Una volta giunti nella cittadina la via si biforcava: un tratto proseguiva per l’abbazia di Pulsano fino a Monte Sant’Angelo; l’altro, ancora oggi percorribile seguendo la strada statale, si inoltrava lungo il vallone di Carbonara per salire anch’esso, attraverso una ripida mulattiera, sulla montagna dell’Arcangelo.

 

La traccia GPX dell’itinerario:

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