Abruzzo, il Cammino di San Tommaso in bicicletta

Il Cammino di San Tommaso attraversa gli Appennini partendo da Ortona fino ad arrivare a Roma. Un percorso che unisce fede e natura, cultura e tradizione. Le tappe che attraversano l'appennino abruzzese sono 2 per un totale di 110 chilometri di sentieri immersi nel verde

3 maggio 2022 - 10:49

Il Cammino di San Tommaso è un itinerario culturale, naturalistico e spirituale che collega Roma con la Basilica di San Pietro a a Ortona, dove giacciono le spoglie dell’Apostolo sin dal 1258.

Un lungo percorso di circa 316 km che attraversa il cuore verde dell’Abruzzo e permette di scoprirne paesaggi suggestivi, borghi e luoghi intrisi di storia.  Questa regione è ricca di luoghi della fede come chiese, eremi ed abbazie, custodi di un’antica spiritualità.

Il Cammino è anche una via di pellegrinaggio che ripercorre le orme di Santa Brigida di Svezia che tra il 1365 e il 1368 giunse ad Ortona spinta dalla rivelazione sulla presenza delle ossa di San Tommaso nella cattedrale della città.

Secondo la tradizione la Santa si recò due volte ad Ortona per visitare la tomba dell’Apostolo, proprio in sua memoria nella vicina città di Arielli le è stata dedicata una chiesa che, insieme al cippo a Porta Caldari ad Ortona, testimonia ancora oggi il suo pellegrinaggio.

Il Cammino di San Tommaso che unisce la Basilica di San Pietro a Roma con Ortona che, secondo la tradizione, custodisce dal 1258 le spoglie dell’apostolo Tommaso pedaliamo nel cuore dell’Abruzzo, tra distese di ulivi e monasteri medievali.

Il tracciato del Cammino è percorribile a piedi, in bicicletta o cavallo.

Prima tappa da Capestrano a Pretoro

  • Lunghezza del percorso: 63,5 km
  • Dislivello: + 2401 metri – 2381 metri
  • Difficoltà: Impegnativo
  • Quota massima: Circa 1000 metri s.l.m.
  • Fondo: Misto: 50% asfalto, 50% sterrato ben battuto/sentiero

Partiamo da Capestrano, raggiungiamo il lago di Capodacqua e saliamo tra uliveti fino al valico di Forca di Penne, dove ancora svetta una torre medievale collocata in posizione strategica per sorvegliare i tratturi di un’importante area di transito tra la valle del Pescara e quella del Tavo.

Procediamo su asfalto e poi su sterrato con vista sul Parco Nazionale della Majella fino a Pescosansonesco Vecchio. Il borgo ospita il Santuario dedicato a Nunzio Sulprizio, protettore degli Invalidi, meta di pellegrinaggi.

Dal Santuario scendiamo fino a Torre dei Passeri, dove merita fare una deviazione verso l’Abbazia medievale di San Clemente a Casauria, un antico monastero benedettino la cui fondazione si fa risalire al 871. Sculture e affreschi ne fanno uno dei più importanti esempi del romanico – gotico abruzzese.

Ritornati indietro, pedaliamo in direzione di Scafa fino alla ciclabile che ci porta nel Parco Naturale Sorgenti sulfuree del fiume Lavino, un paesaggio fiabesco tra laghetti turchesi e alberi che si piegano sull’acqua. Le antiche sorgenti sulfuree erano note anche ai Romani che le utilizzavano per le loro terme.

Oltre il fiume riprendiamo a pedalare e raggiungiamo Manoppello e il Santuario del Volto Santo, che custodisce un tessuto con la riproduzione di quello che secondo la tradizione sarebbe il volto di Gesù.

Si tramanda che il tessuto passò di mano in mano in modo avventuroso per raggiungere il piccolo borgo ed essere riconosciuto come possibile immagine acheropita, cioè non dipinta da mano umana.

Intorno alla tradizione del Volto venne costruito nel 1620 l’edificio religioso. Secondo alcuni il tessuto sarebbe il Velo della Veronica, cioè il velo del sudario di Cristo un tempo custodito a San Pietro e poi andato perduto.

Proseguiamo salendo ancora su sterrato fino a raggiungere una rotonda con la scultura del lupo, simbolo del Parco Nazionale della Majella. Dalla rotonda raggiungiamo su asfalto il borgo medievale di Pretoro.

 

Seconda tappa da Pretoro a Ortona

  • Lunghezza del percorso: 47 km
  • Dislivello: + 1138 metri – 1658 metri
  • Difficoltà: Media
  • Quota massima: Circa 580 metri s.l.m.
  • Fondo: Misto: 60% asfalto, 40% sterrato ben battuto sentiero

L’ultima tappa del Cammino di San Tommaso ci conduce alla meta finale, Ortona. Dalla piazzetta di Pretoro scendiamo al ponte sul fiume Foro da dove si possono visitare alcuni vecchi mulini scavati nella roccia.

Tornati al ponte proseguiamo fino a Rapino, che ospita il Museo della Ceramica, con manufatti che vanno dal Medioevo all’età moderna.

Raggiungiamo poi San Martino alla Marruccina, dove è possibile visitare la Grotta della Neve, un ambiente unico che raccoglieva la polvere da sparo prodotta di contrabbando.

Tornati sui pedali raggiungiamo Filetto, che attraversiamo per arrivare al Convento della S.S. Annunziata di Orsogna, immerso in un’area naturalistica disegnata dall’acqua del torrente Venna, affluente del Foro, e dalle molte sorgenti che motivavano un sistema di mulini oggi abbandonati, ma ancora visibili.

Nel Parco della Santissima Annunziata, tra le cascate, protetti dalla vegetazione, vivono molti colorati abitanti: lo scricciolo, il picchio verde, la poiana, la volpe, l’istrice e quello che è diventato il simbolo dell’oasi, la Ballerina gialla.

Riprendiamo la strada proseguendo fino a fondovalle e attraversiamo su sterrato la Valle dell’Annunziata per ritrovare l’asfalto fino a Canosa Sannita. Da qui si procede verso Crecchio, con il Castello Ducale ed il Museo dell’Abruzzo bizantino ed altomedievale.

Si prosegue poi, prima su asfalto e poi su sterrato, fino alla Cantina Dora Sarchese che ospita la celebre Fontana del Vino, da cui fuoriesce ininterrottamente Montepulciano d’Abruzzo, disponibile per la degustazione ai visitatori.

Proseguiamo immergendoci tra i vigneti fino alla rotonda dove un carrarmato canadese evoca la battaglia tra alleati e tedeschi, svoltasi ad Ortona durante la Seconda Guerra Mondiale.

Da qui raggiungiamo Ortona e la meta finale del cammino, la Basilica di San Tommaso Apostolo nella cui cripta sono custodite le spoglie del Santo.

Secondo la tradizione i resti dell’apostolo Tommaso giunsero a Ortona dopo un lungo viaggio iniziato in Terra Santa e con tappa intermedia a Chios da dove un navigatore ortonese li condusse fin qui.

La Basilica è sopravvissuta a numerosi attacchi che si sono succeduti nel corso dei secoli, dall’assalto dei turchi del 1566 a quello francese del 1799, fino ai danni della Seconda Guerra Mondiale.

 

Informazioni utili:

_ Informazioni dettagliate sul sito ufficiale del cammino:

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