Emilia d’inverno con le ciaspole: 5 spettacolari itinerari panoramici

Da Lago Santo all'anello di Nuda fino ai Prati della Burraia e Monte Falterona, l'Emilia-Romagna è una regione che non manca mai di sorprendere, anche in inverno grazie ai suoi numerose itinerari con le ciaspole, ai suoi paesaggi, ai suoi borghi e alle vette incantevoli

22 gennaio 2024 - 12:50

Emilia d’inverno con le ciaspole: 5 itinerari panoramici e spettacolari

Se si ha intenzione di fare una piccola gita o un weekend fuori porta in Emilia-Romagna allora le alternative decisamente non mancano, specie se si sceglie di fare un po’ di sport.

Basta abbandonare di non molto le grandi città per raggiungere luoghi e territori da togliere il fiato.

Che si rimanga entro il territorio parmense oppure si sconfini fino all’Appennino Tosco-Emiliano, i percorsi per ciaspolare sono innumerevoli e, soprattutto, adatti a qualsiasi tipologia di difficoltà.

Da Lago Santo fino ai Prati della Burraia e Monte Falterona, ecco di seguito qualche spunto per un itinerario alla scoperta di questa regione capace di sorprendere ad ogni singolo passo.

 

1 – Parma, dal rifugio Lagdei a Lago Santo

La zona del Lago Santo Parmense è decisamente un gioiello della natura.

Questo territorio fa parte del Parco dei Cento Laghi, quell’area posta a tutela di un crinale meraviglioso che parte dal passo del Lagastrello e culmina con il passo della Cisa, in un girotondo di vette dolci e austere con tanti laghetti di origine glaciale ad impreziosirlo.

Tutto il paesaggio dell’alta val di Parma è ricoperto da splendide faggete e boschi di conifere.

Il crinale dalla Lunigiana appare quasi come una bastionata grandiosa al di sopra dei borghi del fondovalle, assai frequentati già in epoche passate.

Lasciata l’auto al rifugio Lagdei, si troverà facilmente l’inizio del sentiero sulla destra del rifugio.

Ci si addentrerà subito nell’alta faggeta snodandosi su una mulattiera ben conservata e poco scivolosa.

Il primo tratto presenterà una pendenza non indifferente che, tuttavia, finisce per ammorbidirsi al bivio per le capanne Braiola.

Proprio sulla destra si potrà ammirare l’imperioso Monte Orsaro che chiude l’orizzonte.

Dopo aver percorso un altro tratto di mulattiera il sentiero si dirigerà verso sinistra e attraverserà l’ex pista da sci, passando sotto l’impianto di risalita che porta al rifugio Mariotti.

In breve tempo, dopo aver preso un po’ di quota, si giungerà ai piedi del Lago Santo Parmense incastonato tra le pareti dello Sterpara sulla sinistra.

Sulla destra, invece, si potrà scorgere la struttura del rifugio, un tempo ricovero del CAI (1882).

L’itinerario è decisamente alla portata di tutti, si snoda per circa 12 Km per un totale di quasi quattro ore di ciaspolata.

_ Se volete approfondire l’itinerario allungandolo fino al Monte Marmagna allora potete consultare questa pagina.

 

2 – Bologna, con le ciaspole da Pian d’Ivo lungo l’anello di Nuda

A due passi dal capoluogo emiliano-romagnolo, nella località di Pian d’Ivo, si snoda un itinerario davvero sorprendente.

Ci si situa all’interno del Parco Regionale del Corno alle Scale.

Si parte dal parcheggio di Pian d’Ivo, di lì l’inizio del sentiero sarà ben segnalato.

Per un tratto si percorrerà uno stradello forestale di media pendenza per poi giungere, dopo circa quindici minuti, a un bivio dove, lasciato a sinistra il sentiero verso la sboccata dei Bagnadori, si procederà a destra.

Dopo circa un’ora si uscirà da un magnifico bosco di faggi e si potrà ammirare il bianco dei crinali ammantati dalla neve così come l’imperiosa Croce del Corno.

Successivamente, toccherà proseguire in salita lunga la cresta fino a raggiungere la cima del Monte Nuda, evidenziata sul palo della segnaletica.

Una volta giunti al passo del Vallone e lasciato il sentiero 129 che percorre i Balzi, è necessario scendere sulla destra, proprio sulla conca glaciale del Corno.

In breve tempo si arriverà sul pianoro dove, sulla sinistra, si troverà il sentiero per il passo della Porticciola e le Alpe di Corneta.

Si costeggerà quindi il corso di un torrente in un’affascinante viottolo di neve fino al rifugio del Cavone.

Da quest’ultimo si percorrerà  un breve tratto di strada in salita verso gli impianti.

A questo punto sarà necessario prendere il sentiero 331 verso le cascate del Dardagna che, in caso di forte innevamento, non sono però percorribili.

Si procede quindi in discesa lungo una strada forestale che, dopo all’incirca un’oretta, porterà prima al Santuario della Madonna dell’Acero e, successivamente, al punto di partenza.

La passeggiata si snoda per circa 10 Km, per un tempo di percorrenza di circa 4 ore totali.

_ Se siete in cerca di ulteriori itinerari presenti all’interno di questo Parco, allora potete consultare il sito dedicato.

 

3 – Abetone Cutigliano, in cammino verso il lago Scaffaiolo

Questo itinerario si trova nel cuore dello splendido Appennino Tosco-Emiliano.

Si parte lasciando l’auto nella la località di Abetone Cutigliano, presso la funivia.

Una volta presa quest’ultima si raggiungerà la Doganaccia. Lì si potranno già avvistare i segnali per il lago Scaffaiolo, una meta molto gettonata, specialmente in inverno.

Per un tratto ci si muoverà lungo la pista da sci ma, poco oltre un sottopasso, si troverà il bivio in direzione del lago proprio sulla destra.

Il sentiero tenderà a salire con una pendenza moderata costeggiando un filare di abeti sulla valle della Lima.

In circa 5 minuti si incapperà in uno stradello da seguire per un breve tratto.

Un nuovo cartello inviterà a proseguire sulla destra lungo un sentiero a mezza costa.

A questo punto i panorami saranno davvero mozzafiato: il Cupolino, lo Spigolino, la Valle della Lima e il Crinale del Giovo.

Dopo circa quaranta minuti si giungerà ai piedi della parete del Monte Spigolino.

In breve tempo si arriverà al passo della Calanca e il paesaggio lascerà senza parole: si potrà infatti ammirare la conca glaciale del Corno alle Scale così come la Valle dell’Ospitale.

A questo punto si dovrà imboccare il sentiero 00 che, dopo poco, porterà al lago Scaffaiolo, quasi simile a una pista di pattinaggio.

Lungo la via del ritorno si potrà deviare verso Croce Arcana: si potrà infatti godere dello spettacolare panorama offerto dal Monte Spigolino.

Dallo Spigolino bisognerà scendere lungo le vaste praterie al cospetto del crinale che dalla Croce Arcana arriva fino al Cimone.

Dopo un breve tratto si raggiungerà la Croce Arcana dalla quale si potrà rientrare velocemente fino alla Doganaccia e alla funivia per il rientro.

 

4 – Camaldoli, a piedi verso i Prati della Burraia

Per questo itinerario ci si situa proprio nel cuore delle Foreste Casentinesi, tra la Toscana e la Romagna.

Lasciata la macchina all’Eremo di Camaldoli, ci si dovrà incamminare verso il sentiero 68 accanto all’eremo.

Bisognerà salire un po’ e la pendenza sarà piuttosto accentuata.

La salita si sviluppa all’interno di una maestosa abetaia bianca che si prolunga fino al bivio del sentiero 00.

Incrociato il sentiero 00, inizia il lungo percorso sul crinale, dove ci si immergerà in una faggeta che nelle giornate di sole regala superbe aperture soprattutto nella zona di Poggio agli Scali.

Da qui, specialmente quando il cielo è più limpido, è possibile godere di un fantastico panorama che spazia fino alle spiagge romagnole.

Lungo il cammino si tralasceranno diversi bivi, il primo di questi conduce alla Foresta della Lama, attraverso il Gioghetto.

Dopo il Prato al Soglio, sulla destra, si troverà invece uno stradello non segnalato che scende nel regno incantato e magico della Riserva Integrale di Sasso Fratino dove l’accesso, tuttavia, è proibito.

Poco prima di arrivare a Poggio agli Scali, sulla sinistra si troverà il bivio che sale da Gaviserri.

Di lì in poi le salite saranno finite e ci si potrà dedicare, così, a un tranquillo saliscendi lungo la faggeta.

Raggiunta la Buca delle Fate – zona di massi erratici – il cammino si snoderà lungo un falsopiano fino al passo della Calla.

Dal passo è necessario proseguire sempre sul sentiero 00 verso il monte Falco e, dopo circa trenta minuti, si arriverà ai Prati della Burraia dove è situato anche un rifugio in cui poter riposare.

_ Se siete a caccia di informazioni aggiuntive sul territorio, allora potete consultare il sito dedicato.

 

5 – Castagno d’Andrea, ciaspolata verso la vetta del Monte Falterona

Questo percorso trova il suo incipit nella località di Castagno d’Andrea e sfocia sempre nello splendido Parco delle Foreste Casentinesi.

Da Castagno D’Andrea si dovranno seguire i segnavia del sentiero CAI 16 che, in poco meno di un’ora, condurrà alla Fonte del Borbotto.

Lì ci sarà la possibilità di seguire diversi sentieri, oltre allo stradello che continua per altri 6 Km fino a Piancancelli.

Mantenendosi sempre sul percorso 16, sarà necessario deviare a destra inerpicandosi lungo una suggestiva faggeta che, in condizioni nevose, diventa davvero fiabesca.

Il sentiero sarà sempre ben evidente e continuerà a zig zag fino a che non si raggiungerà, dopo circa 20 minuti, il crinale nord del monte Falterona a quota 1529 metri.

La vetta del Falterona si costituirà come un importante crocevia.

Se si procede sulla sinistra, in meno di mezz’ora si potrà addirittura raggiungere la cima del Monte Falco.

Alternativamente, se si dovesse decidere di proseguire lungo il sentiero principale alle spalle della Croce del Falterona, si arriverà  dapprima alla sorgente del Falterona e, successivamente, anche al lago degli Idoli.

Informazioni utili

Se siete in cerca di ulteriori spunti per altre passeggiate o itinerari, allora potete consultare il sito dedicato.

 

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