Laghi di Porcile,Val Tartano,alpi Orobie,Valtellina,Lombardia,Italia. Situati a circa 2000mt nel versante Valtellinese quasi sul confine con quello Bergamasco.
L’autunno è una stagione ideale per scoprire le Orobie, la catena montuosa che fa da confine naturale tra le province di Sondrio e Bergamo.
Con il ritorno della calma dopo la stagione estiva, i sentieri si svuotano e i paesaggi si accendono dei colori caldi dei faggi e dei larici.
L’aria più tersa permette di apprezzare meglio i contrasti tra i versanti, le valli e le cime che si affacciano sulle Alpi Retiche e sulla pianura lombarda.
Le Orobie offrono un’ampia varietà di itinerari, adatti sia a chi cerca escursioni rilassanti sia a chi preferisce percorsi più impegnativi e panoramici.
Ecco quattro escursioni ideali per scoprire il magico volto autunnale delle Orobie.
Nel cuore delle Orobie valtellinesi, la Val Tartano custodisce uno degli angoli più affascinanti per ammirare i colori autunnali: i Laghi di Porcile.
Raggiungibili con una camminata di circa due ore dal parcheggio di Cà’ Sela, sopra Tartano, si trovano in un ambiente alpino dolce e suggestivo, incorniciato da lariceti che in questa stagione si tingono d’oro.
Il sentiero sale con pendenza regolare lungo le pendici del Monte Cadelle, attraversando alpeggi ormai silenziosi e piccoli ruscelli che alimentano i laghi.
Ph.: Gettyimages/Roberto Ganassa
Una volta giunti al primo specchio d’acqua, si apre un panorama ampio che abbraccia tutta la valle e le cime circostanti.
I tre laghi, disposti a quote leggermente diverse, offrono scorci sempre nuovi, ideali per una pausa o per gli appassionati di fotografia naturalistica.
Chi desidera proseguire può salire fino al Passo di Porcile (2290 m), da cui si domina il versante bergamasco e, nelle giornate limpide, si può scorgere il gruppo del Disgrazia.
Il rientro avviene per lo stesso itinerario, con la luce del pomeriggio che accende ulteriormente i boschi e i prati della valle.
_ Foto e tracce GPX dell’itinerario
Partendo dal piccolo paese di Valcanale, si lascia l’auto al termine della strada pubblica, poco oltre un modesto laghetto che non deve distrarre dal vero obiettivo: la salita verso la maestosa vetta del Pizzo Arera (2.512 m).
Da qui si imbocca inizialmente la sterrata che conduce al rifugio Alpe Corte (1.419 m), collocato in una conca incantevole che fa già pregustare la salita.
Superato il rifugio, il panorama si apre verso i versanti calcarei e friabili dell’Arera, mentre si attraversano alpeggi e boschi che in autunno assumono toni caldi e pieni.
Si raggiunge poi il Lago di Branchino (1.784 m) e il Passo Branchino sotto l’imponente parete nord dell’Arera: qui inizia il vero “Sentiero dei Fiori” (segnavia 222) che corre quasi in piano lungo i ghiaioni e le conche erbose sopra i 2.000 metri.
Questo tratto è celebre per la varietà botanica, con specie endemiche che spuntano tra le pietraie e i pascoli d’alta quota. Il sentiero conduce al Rifugio Capanna 2000, dove si può sostare e già godere della vista sulla cresta sommitale.
Ph: Gettyimages/Tokil
Da lì la salita verso la cima si fa più intensa: si percorre la cresta erbosa e rocciosa, superando un breve canalino attrezzato e alcune roccette che richiedono buon passo e concentrazione.
Dalla vetta del Pizzo Arera lo sguardo spazia dall’arco montuoso delle Orobie fino alla pianura bergamasca, offrendo uno spettacolo completo in autunno.
Il rientro può avvenire lungo la stessa via o scegliendo una variante che scende per il sentiero 244, tagliando la dorsale del monte e passando sotto le pareti della Corna Piana prima di ricongiungersi al punto di partenza.
Per chi ama le lunghe camminate panoramiche, questo itinerario rappresenta una delle salite più appaganti nelle Orobie.
_ Tutto quello che c’è da sapere sul Sentiero dei Fiori
Nel cuore selvaggio della Val Corta, una delle valli laterali più suggestive della Val Tartano, si trova il Bivacco Rovedatti, una meta perfetta per un’escursione autunnale breve ma appagante.
Il percorso inizia dalla Contrada Biorca (1.175 m), dove un’area attrezzata segna l’imbocco del sentiero n. 163. Fin dai primi passi si respira l’atmosfera autentica delle vallate orobiche, tra le vecchie case in pietra della frazione di Fognini e una fontana che ricorda il passato rurale di questi luoghi.
Il sentiero si inoltra nel bosco, alternando tratti più ripidi su gradoni rocciosi a tratti dolci e regolari, ideali per godersi i colori dei larici e dei faggi che in autunno dipingono il paesaggio di oro e rame.
Usciti dal bosco, si raggiungono i prati dell’Alpe Piscino, dove la vista si apre improvvisamente sulla valle e sulle cime innevate della Val Masino.
Da qui il tracciato prosegue tra pascoli aperti e antiche baite fino all’Alpe Pustaresc (1.714 m), un magnifico balcone naturale dominato dal profilo del Monte Disgrazia.
L’ultimo tratto, più tranquillo, si sviluppa di nuovo tra i larici fino a raggiungere il Bivacco Rovedatti (1.850 m), al Passo Mùta.
Inaugurato nel 2017 in memoria di Roberto Rovedatti, appassionato conoscitore di questa valle, il piccolo bivacco in legno offre un riparo accogliente e un’area picnic in un contesto di assoluta quiete.
_ La pagina ufficiale del Bivacco
Tra la Val Seriana e la Val Brembana, il Monte Alben si distingue per le sue pareti calcaree bianche e le creste frastagliate, che ne fanno una delle cime più riconoscibili delle Orobie bergamasche.
L’escursione da Zambla Alta, al confine tra i due versanti, è l’itinerario più diretto e spettacolare per raggiungere la vetta.
Il sentiero prende avvio poco sopra l’abitato e attraversa un tratto di bosco misto, dove in autunno i larici e i faggi accendono il paesaggio di toni caldi.
Dopo la prima salita, il percorso si apre su pendii prativi e rocce affioranti, offrendo fin da subito una vista splendida sul vicino Pizzo Arera e sulla Cima di Menna.
Proseguendo, si raggiunge il Col dei Brassamonti, da cui si continua in direzione del Passo della Forca, punto panoramico e snodo tra i versanti.
Da qui inizia il tratto più impegnativo e al tempo stesso più spettacolare dell’escursione: la cresta sommitale. È un tratto classificato EE, che richiede passo sicuro e un po’ di attenzione, ma non presenta difficoltà tecniche particolari.
Si cammina tra roccette e tratti esposti, sempre accompagnati da un panorama vastissimo che si allarga man mano che si sale.
Dalla croce di vetta (2.019 m), lo sguardo abbraccia tutto l’arco orobico e oltre: dalle Grigne al Resegone, dalla Presolana al Pizzo Formico, fino alla pianura che in autunno si perde tra foschie leggere.
La discesa segue in genere lo stesso itinerario, ma è possibile compiere anche una variante ad anello passando per la Cima della Croce, un’ulteriore balconata naturale sul versante seriano.
_ Foto e tracce GPX sul sito del Cai Bergamo
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