Valle d’Itria: da Fogliarella a Cavallerizza tra trulli e fogge

20 maggio 2019 - 20:14

Trekking in Valle d’Itria: lo sguardo scorre tra uliveti e fichi d’india, qualche trullo qua e là fino al colle tempestato da bianche abitazioni intonacate a calce e divise da strettissime strade.

Tra le fronde d’ulivi soffia il vento di mare che reca con sé canti e sospiri, risa e preghiere. E soffia il vento di terra, voci e pianti, leggende e ricordi.

Tra mandorli, olivi, vigne, meleti e boschi, i panorami lungo questo itinerario sono davvero incantevoli e dal crinale delle colline si può osservare tutte le vallate circostanti.

L’area è attraversata dalla linea ferrata della Sud-Est con numerosi caselli ferroviari e passaggi a livello, che collegano queste contrade al Salento e a Bari. Descrizione: l’itinerario inizia dalla contrada Fogliarella, a 2 km dall’incrocio di Chiobbica (quadrivio SP 14 Ostuni-Martina con SP 16 Ceglie-Cisternino), dopo aver superato l’ex scuola rurale di Cavallerizza attorniata da alti pini. In cima ad una salita, troviamo un’ansa a destra della strada, detta “pozzo nuovo”, dove parcheggiare l’auto e proseguire in bici (o a piedi) in un passatoio sulla sinistra. Questo sterrato segna il limite di confine con il comune di Cisternino e costeggia la masseria Fogliarella.

Arrivati sulla cima della collina (270 m), il panorama è davvero piacevole. Dopo più di un chilometro, ad un incrocio a T, in corrispondenza di una lamina a destra entriamo in un bosco di fragno, e qui giriamo a sinistra. Seguiamo la sterrata tra numerose salite e discese, fino ad incrociare una strada asfaltata con un passaggio a livello in disuso della linea ferrata e giriamo a destra correndo parallelamente alla ferrovia.

Lungo la strada sulla destra troviamo un bosco con radure dove è possibile fare una sosta all’ombra dei fragni. Proseguendo s’incontra sulla destra una cappella votiva e sulla sinistra un passaggio a livello: lo si supera per ritrovarsi in località Foggia Nuova.

Davanti a noi si staglia una vallata che termina con un canneto in corrispondenza del quale è presente una foggia. Proseguendo sempre per la strada asfaltata notiamo una costruzione molto particolare detta dialettalmente lu bauglio, in quanto richiama la forma di un baule, stretta e lunga e con copertura a schiena d’asino. Da questo fabbricato partono due strade, una sterrata e l’altra asfaltata: noi proseguiamo su quest’ultima per poi ritrovarci in una vallata al centro della quale è presente la masseria “Giovanni Fasano”, singolare per la presenza di coni di trulli in serie inseriti tra vigneti e spalliera.

Superata la masseria e giunti ad un bivio seguiamo la strada asfaltata sulla destra che ci porta sul crinale della collina; la salita è molto impegnativa per gli amanti della bicicletta ma ogni fatica sarà ripagata dalle visioni suggestive delle vallate circostanti. Giunti di fronte ad un’azienda zootecnica, la nostra strada si incrocia con altre due sterrate: svoltiamo a sinistra imboccando un piccolo passatoio, stretto e con mura in pietra spesse e alte, che costeggia sulla sinistra la masseria Carella, con una bella aia.

Dopo alcune curve il muro diventa sempre più stretto ed è completamente coperto da edera; questo tratto termina incrociando un altro passatoio sterrato più largo.

Proseguiamo dritto costeggiando la vallata. Lasciati sulla sinistra vigneti e gruppi di trulli, si arriva a una foggia con una pila in pietra. Proseguiamo sulla strada sterrata fino a quando un noce e un fragno ci danno il benvenuto nel grande spiazzo della masseria Settarte; qui troviamo gruppi di trulli e costruzioni con tetto a pignon che si affacciano su questo piazzale, che presenta come spazio collettivo l’aia per la “pesatura” di cereali e leguminose. Incontrato un bivio si prosegue a sinistra fino ad intersecare la SP 14 Ostuni-Martina, dove giriamo a sinistra in direzione Ostuni.

Si percorre la strada fino a trovare le indicazioni “Grotta di Figazzano” e li svoltiamo a sinistra. Presso la piazzetta della piccola borgata rurale, con bocciofila e la statua di Padre Pio, il panorama è davvero incantevole. Si prosegue imboccando una strada asfaltata a sinistra della pazzetta, fino a giungere in località Monte Rotto, dove troviamo un incrocio con una strada privata: giriamo a destra per poi scorgere un casello ferroviario con passaggio a livello color rosso, fino ad incontrare un incrocio e da li proseguire dritto.

In cima alla collina si vedono innumerevoli coni di trulli raggruppati, sono quelli di masseria Satia piccola; la si oltrepassa e si prosegue sino a svoltare al primo passatoio sulla destra. Il passatoio asfaltato attraversa seminativi e vigneti tra ripide salite e discese, fino a costeggiare un bosco di fragno. Troviamo un bivio e manteniamo la strada a sinistra. Sulla strada asfaltata si raggiunge il campanile retrostante la Chiesa di Cavallerizza.

Ad uno spiazzo si nota a sinistra un vecchio stabilimento per la trasformazione delle uve ormai in disuso. Incrociamo la SP 16 Ceglie-Cisternino dove vigila su di noi una madonnina posta su una colonna, per avvisarci di prestare attenzione all’incrocio. Toranati sulla provinciale per Cisternino ritroviamo sulla sinistra la scuola rurale di Cavallerizza. Dopo una leggera salita si passa vicino ad una cisterna sul lato destro della strada, in corrispondenza di un’ansa dove abbiamo parcheggiato la nostra auto.

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