Piemonte, con le ciaspole al Marguareis tra camosci e chiese antiche

Il Parco del Marguareis in inverno diventa magico: camminando con le ciaspole sul manto bianco si possono incontrare in sicurezza cervi e camosci e ammirare patrimoni storici come la Certosa di Pesio. Esploriamo questa meraviglia con le racchette da neve a Pian delle Gorre.

13 dicembre 2022 - 8:00

Trekking sulle racchette da neve al Parco del Marguareis

Interamente segnalato e attrezzato con pannelli di divulgazione naturalistica, il sentiero dell’Osservatorio Faunistico consente di cogliere l’essenza stessa del Parco del Marguareis.

Il Parco ospita camosci, caprioli, cervi, ma non solo.

L’avifauna alpina è un’altra meraviglia di quest’area naturale: il gallo forcello, il picchio nero e i rapaci come l’aquila  il gufo reale, la civetta capogrosso, la civetta nana, l’astore e il biancone sono tutti presenti nell’area protetta.

Anche il lupo ha fatto la sua comparsa ed è tornato su queste montagne.

Il percorso naturalistico che conduce ai 2002 metri di Pian delle Gorre è un’esperienza che consente a tutti, anche i più piccoli, di immergersi in questo angolo di natura incontaminata.

Il percorso naturalistico: da Certosa di Pesio a Pian delle Gorre

Si parte dal piazzale della Certosa di Pesio, con la sua affascinante storia.

Nel 1173 i Consignori di Morozzo donarono all’Ordine Certosino tutti i terreni dell’alta valle Pesio: nacque così la Certosa.

Nel 1802 fu soppressa dal Governo Napoleonico e le austere mura del monastero ospitarono uno stabilimento idroterapico frequentato dall’alta società europea.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il grande albergo chiuse i battenti fino a quando dal 1934, con i Padri Missionari della Consolata, tornò ad essere un importante centro di spiritualità.

Si sale lungo il vallone di S. Bruno, intitolato al fondatore dell’ordine Certosino.

Dopo 200 metri si svolta a destra sul ponte e si prosegue sul sentiero che conduce nel bosco di castagno.

Avanzando si interseca la strada del vallone del Cavallo e, attraverso un bel bosco di latifoglie nobili, si arriva all’area attrezzata Dompé, dove è possibile fare rifornimento d’acqua.

Da qui si costeggia il Pesio sotto le intricate chiome di faggi secolari e si raggiunge l’area attrezzata Ardua, dove vi è il casotto di sorveglianza dei guardiaparco.

A questo punto, salvo diverse indicazioni, si prosegue lungo la pista battuta. Con la raccomandazione di camminare a lato per non recare disturbo agli sciatori, si prosegue in direzione Osservatorio Faunistico oltre il ponte sul Pesio.

Dopo circa 1 chilometro e 800 metri, si giunge ad un bivio attrezzato con una grande bacheca.

Qui, svoltando a destra, in circa 20 minuti, si raggiunge l’Osservatorio Faunistico, un ampio recinto utilizzato per la reintroduzione del cervo.

Ora ospita una famiglia di questo ungulato insieme ad alcuni caprioli provenienti dal Centro di Recupero Animali Selvatici di Bernezzo, e da dove si può scorgere sia la parete del Pis del Pesio sia le pendici di Punta Mirauda.

Una robusta torre di avvistamento permette di osservare quest’area, luogo di svernamento di camosci, cervi e caprioli spesso sorvolata dalla maestosa aquila reale.

Una volta tornati alla grande bacheca, si può proseguire, svoltando a destra e attraversando nuovamente il torrente Pesio fino alla bella radura del Pian delle Gorre, dove si trova l’omonimo rifugio.

Altrimenti si ritorna sullo stesso tragitto.

Informazioni utili

L’itinerario può essere percorso anche da primavera all’autunno, come un normale trekking.

Per maggiori informazioni visitare il sito ufficiale del Parco.

Testo di Alberto Cavallo

 

 

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