

Dolomiti del Veneto spettacolari: 5 itinerari di primavera
Le Dolomiti venete regalano alcuni dei sentieri più spettacolari delle Alpi: vediamone alcuni tra i più emozionanti, da percorrere in primavera tra natura incontaminata, rifugi e panorami da ricordare
Dolomiti venete: 5 trekking spettacolari da scoprire in primavera
Le Dolomiti del Veneto in primavera regalano scenari unici e spettacolari.
Nelle province di Belluno e Treviso, i paesaggi si rincorrono tra cime maestose, vallate appartate e laghi glaciali, offrendo alcuni dei trekking più belli delle Alpi orientali.
Dai percorsi panoramici sulle Tre Cime fino ai sentieri immersi nella quiete del Monte Pasubio, l’escursionismo qui è un’esperienza intensa e autentica.
Vediamo cinque itinerari imperdibili, adatti sia a camminatori esperti che a escursionisti con un buon allenamento, tra natura verticale ed emozioni uniche.
1 – Il Giro delle Tre Cime di Lavaredo, uno spettacolo unico
Il Giro delle Tre Cime di Lavaredo è probabilmente una delle escursioni più famose di tutte le Dolomiti.
Si tratta di un itinerario accessibile e straordinario per via della ricchezza e dell’impatto dato dai paesaggi che si attraversano.
Il percorso ad anello parte dal Rifugio Auronzo (2320 metri d’altitudine), raggiungibile in auto da Misurina, e segue i sentieri CAI 101 e 105 in senso antiorario.
Dopo un primo tratto che si sviluppa su una larga mulattiera panoramica, si raggiunge la Forcella Lavaredo, che offre una delle visuali più emblematiche sulle Tre Cime.
Da lì il sentiero prosegue fino al Rifugio Locatelli, punto privilegiato per ammirare anche il Monte Paterno, le torri del Popera e i laghi sottostanti.
La seconda parte dell’itinerario costeggia il versante nord delle Tre Cime, tra pascoli d’alta quota e tratti rocciosi, fino a che non si chiude l’anello tornando al punto di punto di partenza.
Il terreno è per lo più ghiaioso ma non prevede difficoltà tecniche insormontabili, perciò è adatto anche a famiglie ed escursionisti ben equipaggiati.
Nel complesso si tratta di un’escursione relativamente semplice lunga circa 8,8 Km e percorribile in 3 o 4 ore di cammino.
_ I dettagli dell’itinerario e la traccia Gpx del percorso su tre-cime.info
2 – Alta Via delle Dolomiti n.1, tappa 4: dal Rifugio Lagazuoi al Rifugio Nuvolau
La tappa 4 dell’Alta Via n.1 rappresenta una delle sezioni più suggestive e ricche di storia dell’intero itinerario dolomitico.
Si parte dal Rifugio Lagazuoi, accessibile in funivia dal Passo Falzarego, da cui si domina l’intero Gruppo delle Tofane e il Passo Valparola.
Il sentiero, spesso sospeso tra cielo e roccia, attraversa paesaggi di rara bellezza, alternando tratti di cresta a paesaggi più esposti ma sempre ben segnalati.
Lungo il cammino è possibile incappare nei resti delle trincee della Grande Guerra, e sono numerosi i punti panoramici che spaziano dalle Dolomiti di Fanes alle Cinque Torri.
Dopo aver superato il Rifugio Averau si giunge al celebre Rifugio Nuvolau (2575 metri d’altitudine), costruito su un torrione roccioso che regala una vista a 360 gradi, forse una delle più spettacolari delle Dolomiti.
Questa tappa è lunga circa 15 Km (anche se la distanza dipende dal percorso specifico prescelto), è classificata EE (quindi adatta per escursionisti esperti), e occorrono più o meno 5 ore e 30 minuti per completarla.
Si tratta di un’escursione impegnativa per via dell’ambiente piuttosto severo e del dislivello complessivo, tuttavia regala certamente un’esperienza indimenticabile.
È da sottolineare, infine, che il rifugio Nuvolau è temporaneamente chiuso e che aprirà il prossimo 20 giugno con l’inizio della stagione estiva, mentre il rifugio Averau il prossimo 6 giugno.
_ Tutte le informazioni sulla tappa 4 dell’Alta Via delle Dolomiti n.1
_ Il percorso completo dell’Alta Via n.1
_ La pagina del rifugio Averau
3 – L’Anello Mondeval – Forcella Giau dal Passo Giau, panorami unici
L’Anello Mondeval è una delle escursioni più scenografiche delle Dolomiti venete, parte dal Passo Giau e consente di attraversare pascoli d’alta quota, valichi spettacolari e il suggestivo Altopiano di Mondeval: una combinazione ideale tra panorami, storia e natura incontaminata.
L’itinerario segue il sentiero CAI 436, ben segnalato, e si snoda inizialmente verso la Forcella Zonia e la Forcella Col Piombin, per poi concludersi in salita verso la Forcella Giau (2360 metri d’altitudine), il punto più alto del percorso.
Il fondo è prevalentemente misto e si sviluppa tra prati, ghiaioni e roccette dolomitiche. Tuttavia non sono previsti tratti esposti, perciò l’escursione è accessibile a chiunque possieda un buon livello di allenamento.
Dalla Forcella Giau si scende poi sull’Altopiano di Mondeval, tra doline erbose e massi calcarei, fino al Lago delle Baste, celebre per il riflesso del Monte Pelmo sulle sue acque.
Quest’area, ricca di rododendri e genziane, ospita anche il celebre sito archeologico dell’Uomo di Mondeval, testimonianza di insediamenti umani risalenti a oltre 7000 anni fa.
Tra le possibili varianti, la salita alla cima erbosa del Monte Mondeval regala una vista spettacolare a 360 gradi, mentre la deviazione più lunga conduce alla Forcella Ambrizzola e al Lago Fadera, con possibilità di sosta al Rifugio Croda da Lago.
In alternativa, l’anello prosegue verso Malga Mondeval de Sora e, infine, si ricongiunge al sentiero CAI 436 per rientrare al Passo Giau.
Nel complesso, si tratta di un itinerario lungo circa 10 Km che richiede poco più di 4 ore di cammino, ed è uno dei più ricchi e panoramici dell’alto Veneto.
_ Tutti i dettagli del percorso su Wikiloc
4 – Il Sentiero di Arroccamento del Sengio Alto, emozioni da ricordare
Tra le creste frastagliate delle Piccole Dolomiti vicentine si sviluppa un itinerario spettacolare e ricco di memoria storica: il Sentiero di Arroccamento del Sengio Alto.
Questo tracciato escursionistico è tra i percorsi più panoramici dell’Alto Vicentino, e segue un’antica mulattiera militare scavata in quota, a ridosso delle guglie dolomitiche del Baffelan, della Sisilla e del Cornetto.
Il sentiero, noto anche con il nome di “Falcipieri”, parte dal Passo Campogrosso, ed è un percorso attrezzato dalla Società Alpinisti Vicentini (SAV).
È un cammino impegnativo ma emozionante, adatto a escursionisti esperti con passo sicuro.
Pur non presentando tratti alpinistici, il Sentiero di Arroccamento attraversa diversi tratti esposti e passaggi stretti incastonati nella roccia, offrendo scorci vertiginosi e spettacolari sull’intero Gruppo del Carega.
Lungo il tracciato si incontrano anche i resti ben conservati della Prima guerra mondiale.
Trincee, camminamenti e postazioni militari che rendono questa escursione un viaggio nella memoria e un’immersione in un paesaggio aspro e suggestivo.
Nel complesso si tratta di un’itinerario lungo 7 Km (andata e ritorno) e percorribile in circa 2 ore e 30 minuti di cammino.
_ Tutti i dettagli e un’utile traccia Gpx del percorso su Visit Valli del Pasubio
5 – L’Anello Zoldano, tappa V: dal Rifugio Venezia al Rifugio Remauro
La quinta tappa dell’Anello Zoldano rappresenta un viaggio suggestivo attraverso paesaggi dolomitici meravigliosi, e collega il Rifguio Venezia (o “De Luca”) al Rifugio Remauro, situato al Passo Cibiana.
Si parte dal Rifugio Venezia, ai piedi del Monte Pelmo, seguendo il sentiero 471 e attraversando i pascoli del Passo di Rutorto. Già in una prima fase iniziale si hanno vedute maestose sulle cime zoldane e su tutte le valli sottostanti.
Il percorso prosegue lungo una strada sterrata di origine militare che costeggia le pendici sud-occidentali del Monte Penna. Si procede sempre in leggera discesa verso Zoppè di Cadore.
Giunti alla località Cristo de le Fraìne si deve abbandonare la strada principale per imboccare la carrareccia segnata con il numero 456.
Quest’ultima conduce dapprima a est verso la Forcella Ciandolàda e, successivamente, al Rifugio Talamini, immerso in un’ampia radura con vista sul Monte Antelao.
Dal Rifugio Talamini si continua sul sentiero 494, costeggiando le pendici settentrionali del Col Dur.
Dopo l’intersezione con il sentiero 478, si deve affrontare una salita più ripida che porta alla Forcella di Val Inferna, punto di separazione tra il Col Dur e il Col Alto.
A quel punto si hanno due opzioni.
La prima è proseguire lungo il sentiero 494, valicando la forcella e scendendo attraverso la selvaggia Val Inferna fino alla SS 347, poco sotto il Passo Cibiana e il Rifugio Remauro.
In alternativa, senza valicare la forcella, si può seguire il sentiero 478 che attraversa il versante settentrionale del Col Alto fino alla Forcella Deona, per poi risalire al Monte Rite, sede del Messner Mountain Museum, e ridiscendere al Passo Cibiana lungo il percoso 479.
Nel complesso si tratta di una tappa impegnativa, tra le più iconiche dell’anello per via dell’alternanza continua di ambienti naturali, pascoli, alti valichi, tracce storiche e boschi fittissimi: una sintesi perfetta della Val di Zoldo.
_ Tutte le informazioni utili sulla tappa su valdizoldo.net
_ Il sito ufficiale del Rifugio Remauro
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