Attraversare Porta Bari (lat. 40.829597 N, long. 16.553797 E) e immettersi su corso Federico II di Svevia. Subito a sinistra, al numero civico 6, troviamo palazzo Viti-De Angelis, uno dei più belli del centro storico, costruito probabilmente nel Quattrocento dal feudatario principe Raimondello Orsini del Balzo su una fabbrica già esistente.
L’edificio è adiacente alle mura medievali, inglobato alla Porta Bari. Svoltare alla prima a sinistra in via Leopoldo Laudati. Proseguire per 200 metri circa fino a raggiungere piazza Madonna dei Martiri. A sinistra troviamo la chiesa omonima, edificata nella seconda metà del XIII secolo, uno dei tanti edifici religiosi di rito greco presenti nella città, rimasto tale fino alla fine del Cinquecento e accanto, al numero civico 13, la chiesa di San Liberatore: attualmente sconsacrata e in completo stato di abbandono, sorge di lato all’arco seicentesco denominato della “Porticella”, mentre alle sue spalle sono ancora visibili i resti di un bastione delle mura medievali della città.
Nell’ampio sepolcreto sottostante all’edificio e nel bastione della muraglia retrostante vennero seppellite le numerose vittime della peste (le fonti parlano di oltre 3.000 appestati morti in quel periodo).
Imboccare via Matteo Cristiani. A pochi metri, sulla destra, in Largo Niccolò Castelli n. 17, troviamo, intatto nella sua grandiosità, ilpalazzo Castelli, eretto fra il XVI e XVII secolo dall’omonima famiglia, una delle più antiche della città. Adiacente al palazzo è la chiesetta cinquecentesca di Santa Maria della Vittoria, cappella privata della famiglia nobiliare.
Immettersi nuovamente su via Matteo Cristiani e proseguire diritto fino a raggiungere piazza Don Minzoni. Una volta qui, svoltare a sinistra su via Foggiali. Dopo pochi metri, sulla destra, al numero civico 9 troviamo l’ex Ospedale dei Pellegrini. L’ospedale fu fondato nel 1515 dall’Arciprete F. Rossi per la cura dei poveri e dei pellegrini che si recavano in Terra Santa. A pochi anni da quella data, per la necessità di personale nell’assistenza agli ammalati, si istituì una congrega, che prese il nome di Confraternita della SS.ma Trinità. Ora l’edificio è di proprietà del Comune.
Svoltare nella prima a destra su via Ospedale Vecchio fino a raggiungere via Trinità. Sulla sinistra troviamo la chiesa della Santissima Trinità, risalente con molta probabilità al XV secolo. È sede di un’antica e prestigiosa confraternita. La sua facciata, frutto di un recente rifacimento, conserva sul lato destro la cosiddetta “croce del pellegrino”, chiamata così perché era baciata da tutti i pellegrini di passaggio e che alloggiavano nell’Ospedale adiacente.
Di fronte, al numero civico 43, troviamo palazzo Griffi, grande struttura del Seicento, costruita dai nobili Griffi, originari della città di Ruvo. Il portale ad arco presenta decorazioni floreali, scolpite nella pietra, e il viso di un cherubino. Al di sopra è posto lo stemma del Casato Griffi raffigurante un ippogrifo alato, un animale mitologico metà cavallo e metà uccello. Oggi il palazzo restaurato è abitato da altre famiglie altamurane.
Proseguire a destra in via Trinità fino a incrociare piazza Don Minzoni. Svoltare a sinistra per via S. Caterina. A 20 metri circa, sulla sinistra, in via Fratelli Baldassarre n. 1, troviamo palazzo Baldassarre. Si tratta di un edificio quattrocentesco, a tre piani, quasi completamente rimaneggiato nel Seicento. Capolavoro dell’arte edilizia del tempo, presenta particolari di notevole valore architettonico, tra i quali un balcone in ferro battuto in stile barocco. Appartenne alla famiglia di mastri muratori Baldassarre, divenuti nel tempo tra i più importanti costruttori della città.
Tornare indietro e svoltare a sinistra proseguendo su via Santa Caterina. Nei pressi del numero civico 58 imboccare a destra claustro Domenico Cinfio; al numero civico 8 troviamo la casa natale di Tommaso Fiore, uno dei più importanti meridionalisti italiani. Da strenuo socialista, si occupò costantemente della condizione dei braccianti del Mezzogiorno. Nel 1920 fu sindaco di Altamura e, a causa del suo forte antifascismo, fu incarcerato nel 1942.
Tornare indietro e immettersi a destra nuovamente in via Santa Caterina. Proseguire diritto per 200 metri circa, fino ad incrociare corso Federico II di Svevia. Svoltare a sinistra nella via e a pochi metri, sulla destra, troviamo la chiesa di San Francesco da Paola.
Recentemente riportata all’antico splendore grazie ad un accurato restauro, fu edificata nel 1582 e ristrutturata nel Settecento. Possiede una facciata semplice, ma contiene al suo interno gioielli di grande valore storico e artistico. Proseguire diritto, superando la chiesa, fino a raggiungere piazza Resistenza, su cui si apre Porta Matera, detta nel Medioevo “Porta Montiorum”, perché posizionata a sud in direzione degli Appennini lucani e della via Appia o Tarantina.
Nel 1799 fu testimone dell’eroica resistenza della città contro l’assedio del Cardinale Ruffo, dal quale fu incendiata e distrutta. Oggi è possibile osservare solo una lapide, posta nel 1899 dal Comune di Altamura, per commemorare le vittime dell’evento. A sinistra troviamo l’altorilievo della coscia di Pipino, un’antica incisione su pietra, incastonata sul tratto di mura medievali che si affacciano in piazza Resistenza. Ricorda l’impiccagione, avvenuta nel XIV secolo, del conte Giovanni Pipino, nobile feudatario che pagò con la morte la sua ingratitudine nei confronti del Re.
A destra troviamo l’edificio dell’exMonastero del Soccorso, ora sede del GAL Terre di Murgia. Mantenendo la destra, superando l’ex Monastero del Soccorso, svoltare nella prima a destra su via Giuseppe Garibaldi. Proseguire diritto fino a raggiungere piazza Saverio Mercadante, dove troviamo l’omonimo teatro.
Costruito nel 1895, a cento anni dalla nascita del musicista a cui è dedicato, fu completato in soli sette mesi su progetto dell’ingegnere Vincenzo Striccoli; oggi è stato riportato all’antico splendore. L’ingresso principale del teatro immette nel vestibolo che ospita il busto del musicista altamurano, realizzato nel 1844 dallo scultore Tito Angelini.
Svoltare nella prima a destra su via Vincenzo Lavigna. Proseguire diritto per 50 metri circa e svoltare a sinistra in via Santa Lucia. Proseguire diritto e nei pressi del numero civico 53, sulla sinistra, in Claustro Tricarico n. 20 troviamo palazzo Castelli. Tornare indietro e svoltare a sinistra imboccando nuovamente via Santa Lucia. Andare diritto e a pochi metri, a destra, al numero civico 18, troviamo palazzo Corradi-Terzetti.
Fu costruito nel 1594, così come ricordato dalla data scolpita nello stemma centrale della facciata. Nelle sue cantine, nel 1799, sarebbe avvenuto un atto di eroismo delle donne altamurane che, barricatesi in casa, sarebbero riuscite a catturare e rinchiudere in quella cantina molti adepti del cardinale Ruffo. Proseguire diritto fino a incrociare via Conservatorio Carmine, quindi svoltare a sinistra. Dopo pochi metri, svoltare subito a destra in via Bisanzio Filo. Proseguire per 100 metri circa fino a raggiungere a sinistra, al numero civico 31, palazzo Filo, fatto edificare dall’omonima famiglia, una tra le casate più antiche e prestigiose della città, tra XVI e XVIII secolo, a ridosso delle mura della città. Conteneva una cappella dedicata a San Filone martire, un santo orientale venerato dalle famiglie di origine greca, tra cui gli stessi Filo.
Superare il palazzo e svoltare nella prima a destra proseguendo in via Bisanzio Filo. Proseguire diritto fino a raggiungere piazza Guglielmo Marconi. Oltrepassarla fino a incrociare via Nicola Melodia, quindi svoltare a destra. Andare diritto fino a raggiungere piazza Duomo: detta anche Platea rerum venalium, era un tempo a pianta quadrata, con porticato, e ospitava diverse botteghe. Fu anche luogo di residenza di alcune prestigiose famiglie di origine sia latina sia greca. Qui si incontra la magnifica Cattedrale, la statua dei Caduti del 1799, e, al numero civico 21, il maestoso palazzo Melodia, in perfetto stile neoclassico.
Sulla destra troviamo l’ingresso alla Cattedrale. Nel 1232 l’Imperatore Federico II di Svevia ne ordinò la costruzione, dedicandola all’Assunta. La rese chiesa palatina, dipendente direttamente da lui. A tre navate, in stile romanico, nel 1316 crollò quasi del tutto a causa di un terremoto. Re Roberto d’Angiò la fece ricostruire con un portale scolpito che è tutt’oggi un capolavoro assoluto di scultura in pietra. L’arco a sesto acuto contiene diverse formelle a bassorilievo che raccontano il grande ciclo narrativo della vita di Gesù.
Accanto alla Cattedrale troviamo il palazzo vescovile, già sede dell’Università. Come attesta una lapide affissa sul muro, la Regia Università fu fondata nel 1748 con decreto del Re Carlo III, e diventò subito un florido centro culturale, tanto da consentirle l’appellativo di “Appula Atene”.
L’Università seguì, con la Rivoluzione del 1799, le infauste sorti della città. Nel 1811, dopo il breve periodo di Goacchino Murat, il Regio Studio fu chiuso.
A sinistra si incontra la chiesa di San Michele al Corso, edificata dalla potente confraternita del Purgatorio nel XVII secolo. Ritornare in piazza Duomo, proseguire scendendo su corso Federico II di Svevia, a 50 metri circa troviamo frontalmente la chiesa di San Biagio: di antica origine ipogea, fu eretta nel 1628 e fu sede sin dall’inizio della Confraternita dei Calzolai di San Crispino. Originariamente di rito greco, presenta una pianta quadrata con volta a stella. Interessanti le decorazioni a pittura su legno della porta interna e del ballatoio dell’organo.
A destra la chiesa di San Nicola dei Greci, costruita nello stesso periodo della Cattedrale federiciana per soddisfare le esigenze di culto dell’antica comunità greco-ortodossa stanziatasi alla fondazione della città. L’architettura religiosa presenta navata unica, con una facciata lineare con tetto a capanna e un rosone ricostruito in epoca recente.
Il bel portale fu arricchito nel 1576 dalle sculture a bassorilievo di Nicola de Gessa, che raffigurano scene dell’antico e nuovo Testamento. Di particolare interesse, all’interno, è la rappresentazione statuaria di San Nicola di Mira, in sembianze orientali: volto scuro, mano benedicente “alla greca”. Di fronte, al numero civico 47, troviamo la casa natale di Francesco Saverio Mercadante, uno dei più importanti compositori italiani dell’Ottocento. Proseguire diritto su corso Federico II di Svevia per far ritorno a Porta Bari.