Attraversare piazza Di Vagno (lat. 40.796239 N, long 16.758053 E) e imboccare via Francesco Netti. Svoltare nella prima a destra in via Sant’Eligio.
Al numero civico 33 troviamo la chiesetta in stile romanico di Sant’Eligio, risalente al XIII secolo, originariamente dedicata ai santi Efrem ed Erasmo. Conserva, al suo interno, interessanti affreschi del XVI secolo e due del XIII e XIV secolo, raffiguranti Sant’Eligio e gli stessi Erasmo ed Efrem.
Proseguendo diritto sulla stessa via, troviamo frontalmente, al numero civico 59, palazzo Netti, casa natale del pittore Francesco Netti, annoverato tra i massimi esponenti della pittura napoletana e pugliese dell’Ottocento. Al numero civico 56 della stessa via troviamo la casa natale di Bartolomeo Paradiso, scultore santeramese di fama internazionale.
Sempre su via Sant’Eligio, nei pressi del numero civico 95, troviamo palazzo Colonna. Rappresenta uno dei palazzi più caratteristici del centro storico. La struttura principale ha oltre duecento anni; ingloba una torre circolare che si fa risalire all’XI-XII secolo. In passato era arricchito anche da un giardino. Mantenendo la destra si imbocca via Francesco Amenduni per poi svoltare nella prima a sinistra su via Enrico Toti.
Proseguire diritto fino a imbattersi, sulla destra, nell’ingresso della chiesa del Carmine. Inizialmente dedicata a Sant’Erasmo, è stata fino al 1741 la chiesa madre di Santeramo. È stata oggetto di vari rifacimenti nel corso dei secoli, di cui uno è attestato da una data (1587) incisa sul portale. Una volta qui, svoltare a sinistra su via Carmine, per poi girare a destra fino a raggiungere largo Piazzolla. Sulla destra troviamo la chiesa del Purgatorio.
Imboccare via Sant’Antonio, a sinistra dell’edificio religioso. Proseguire diritto Al numero civico 21 troviamopalazzo De Luca. Proseguire su via Sant’Antonio per poi girare a destra in via Michelangelo Buonarroti, poi subito a destra su via Patroni Griffi De Laurentis. Camminare per qualche metro fino a trovare, sulla destra, in via Ladislao, nei pressi del numero civico 37, l’ingresso a palazzo De Laurentis.
Voltarsi e proseguire su via Ladislao, frontalmente, alla fine della strada troviamo palazzo Sava, un complesso architettonico costruito da una parte monumentale adibita a civile abitazione, una cappella dedicata alla Madonna del Rosario, un’ala utilizzata dai Padri Monfortiani e un giardino interno.
La chiesetta annessa, grazie alla cura dei Padri Monfortiani, presenta in ottimo stato le decorazioni, dorature, pitture, e l’originale architettura interna. Proseguire su via Ladislao fino a raggiungere piazza Garibaldi. A sinistra, nella piazza, troviamo il palazzo Marchesale.
L’iscrizione “Octavius Carafa Machio S. Easmi A Fundamentis erexit 1576” testimonia l’antichità del più significativo monumento architettonico di Santeramo. Ai primi feudatari di Santeramo che sono stati discendenti di Buccio dei Tolomei (1443), è succeduta prima la famiglia Carafa (fino al 1618) e poi la famiglia Caracciolo (fino al 1806, data di cessazione della feudalità), attualmente il palazzo è di proprietà del Comune.
Di fronte al quest’ultimo troviamo la chiesa matrice. Dedicata a Sant’Erasmo, fu costruita nel 1729 su un’antica cappella preesistente, dedicata a Santa Maria della Lama. A tre navate con grandi pilastri in finto marmo (1860), possiede un campanile terminato nel 1923. L’interno conserva diverse opere di rilevante valore artistico, mentre nell’archivio parrocchiale sono conservate pergamene e registri di interesse storico che vanno dal 1200 fino ad oggi.
Al fianco destro della chiesa, invece, troviamo palazzo Disanto. Completato nel 1882 su progetto dell’architetto Cristoforo Pinto, originario di Gioia del Colle, si impone per l’interessante facciata simmetrica in stile neo-classico con bugnato liscio, tre piani che terminano con una balaustra e sei statue in pozzolana che rappresentano delle muse. Gli interni, una volta adibiti a civile abitazione, ristrutturati nel 1977, sono attualmente sede di un istituto di credito.
Da piazza Garibaldi si svolta a destra per imboccare via Roma. Proseguire dritto. Nei pressi del numero civico 75 troviamo la chiesa di San Giuseppe. Proseguire su via Roma per qualche metro, fino a raggiungere piazza dott. Giuseppe Simone. Qui troviamo il Palazzo Municipale. La massiccia costruzione, quasi cubica, progettata dall’architetto Ezechiele Cifarelli, fu inaugurata come sede municipale nel 1865. Proseguire su via Roma fino al numero civico 125, dove troviamo la chiesa di Santa Lucia.
Continuare sino alla fine di via Roma, fino ad incrociare via Altamura. Qui troviamo la chiesa del Santissimo Crocifisso con annesso convento dei Padri Riformati. Costruito nel XVII secolo per volontà del marchese Gian Battista Caracciolo, era dotato di trenta cellette per i monaci, un refettorio con affresco dell’Ultima Cena, un chiostro con relativo pozzo.
Dopo la soppressione degli ordini monastici del 1866, i locali del monastero furono utilizzati come caserma dei Carabinieri e, successivamente, come carcere, mattatoio comunale e canonica. Attigua all’ex convento dei Padri Riformati, è parrocchia dal 1931. Costruita nel XVII secolo su una cappella dedicata a San Rocco, è stata rimaneggiata, soprattutto all’esterno, nel XIX secolo.
L’arrivo è in largo Convento (lat. 40.791837 N, long. 16.753323 E).