Il canyon di Fondo

18 marzo 2020 - 9:40

L’itinerario è diviso in due parti: la visita del canyon scavato nel cuore della roccia su cui sorge il paese, che viene effettuata con l’accompagnamento di operatori specializzati, e la risalita dello stesso verso il lago Smeraldo, sempre aperta e percorribile anche di notte grazie all’illuminazione che offre ancora maggior suggestione all’ambiente naturale.
Per la visita della prima parte del canyon è consigliabile indossare abbigliamento impermeabile e scarponcini da trekking, con suola antisdrucciolo. Le guide che accompagnano i visitatori forniranno i caschi, necessari per la visita.
Dal centro del paese, nei pressi della nuova sede dell’Azienda di Promozione Turistica, si accede all’imboccatura del canyon, chiusa da un cancello e percorribile solo accompagnati. Un percorso attrezzato con passerelle e scale porta all’interno di un mondo di straordinaria bellezza che non è possibile descrivere.
Ritornati al punto di partenza, lasciata la guida è possibile incamminarsi verso la parte superiore del canyon che assume la morfologia di una stretta e profonda gola, anch’essa molto suggestiva. È “obbligatoria” una visita al mulino ad acqua, perfettamente funzionante, che si trova proprio all’imbocco della forra; nelle immediate vicinanze c’è il grande lavatoio coperto, alimentato dal Rio Sass, dove un tempo le donne andavano a lavare i panni. Da qui sono ancora visibili i ruderi di un ponte romano che anticamente collegava le due sponde del torrente. Si risale il corso d’acqua sul fondo del canyon lungo un sentiero pianeggiante, incontrando un altro mulino, parzialmente ricostruito, molto bello con le sue tre pale alimentate dall’acqua del rio. Poco oltre, il percorso costruito artificialmente sopra l’acqua impetuosa si addentra tra le incombenti pareti di roccia della gola che adesso diventa più stretta, con caratteristici passaggi scavati nella pietra. Sulle pareti del burrone si notano piccole marmitte dei giganti, cavità circolari prodotte da ciotoli roteanti che mossi dall’acqua hanno scavato questi fori nella roccia. Ad un tratto, alcuni metri sopra la testa, in un punto particolarmente angusto del percorso, incastrato tra le due pareti della gola si nota un grande masso erratico di granito, risalente al periodo delle glaciazioni. Superati su scale alcuni risalti, costeggiando suggestive cascate d’acqua, si raggiunge lo specchio verde intenso del lago Smeraldo, e da qui, in breve, si ritorna al paese lungo lo stesso itinerario.

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