L’eremita degli Arnolfi

18 marzo 2020 - 9:41

Dalla strada si sale verso le poche case di Poggio Azzuano. Da quella più a monte prende il via il sentiero, indicato con segnali giallo-rossi. Ci si lascia quasi subito sulla sinistra un cancello e si percorre un tratto lungo una recinzione. Quindi il sentiero si mantiene in quota e giunge nei pressi dei ruderi della Chiesa di Santa Caterina che, secondo una tradizione, ospitava, insieme al Castello del Poggio, i cavalieri templari a guardia della via di pellegrinaggio verso l’Eremita. Superata la chiesa, attualmente scoperchiata e invasa dalla vegetazione, si continua a salire in mezzo a boschi di lecci. A un segnale giallo-rosso su una roccia in mezzo a un bivio, occorre prendere a sinistra. Dopo poche centinaia di metri in piano, il sentiero si ricongiunge con un altro nei pressi dei ruderi di una piccola cappella e continua a salire tra lecci imponenti. Qui la segnaletica è sostituita da cartelli con l’indicazione della Romita e con alcune riflessioni in stile francescano. Superato un tratto con una certa pendenza, si arriva nei pressi del complesso conventuale preannunciato da  muri a secco lungo il sentiero. Per la visita del convento che comprende la chiesa, il chiostro, le celle, la sala del noviziato nei pressi della quale vegeta un secolare cedro del Libano, bisogna chiedere di padre Bernardino, il francescano che dal 1991 si è dedicato al restauro degli edifici insieme a moltissimi volontari. Nel convento si può anche pernottare, ma attenzione, non è un albergo e vi si vive nel più puro stile francescano. Superato l’Eremita, si può prendere la carraia che in leggera salita e in circa 45’ conduce a un bivio sovrastato dai piloni di un elettrodotto. Si segue la strada in salita sotto l’elettrodotto, fino ad arrivare a un valico. Qui, tra i prati, si prende la carraia verso sinistra, si supera un fontanile e un piccolo invaso per la raccolta dell’acqua piovana e, superata una sbarra, si incrocia una strada bianca. La si segue verso sinistra per circa 500 metri fino ad arrivare di fronte a un monumento ai caduti. Si prende un sentiero alle spalle del monumento (area pic-nic), si sale nella faggeta e si arriva sul crinale ricoperto da prati. Di qui si continua a salire per poche centinaia di metri verso la cima, dove è ben visibile l’ampia area archeologica con i resti di un grande tempio italico del V-VI secolo avanti Cristo e la vista può spaziare per centinaia di chilometri, dal Gran Sasso, al Terminillo, ai Monti Sibillini, al Subasio, fino al Soratte e all’Amiata.

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