Enrico Brizzi e Via dei Re. Invito a corte, camminando

19 marzo 2020 - 15:56

Enrico Brizzi ha battezzato camminando un affascinante percorso lungo la storia: La Via dei Re – Viaggio a piedi tra le Residenze Sabaude

Viaggiare a piedi sotto il segno del regno sabaudo. Si può fare! Enrico Brizzi ha unito le principali residenze della famiglia Savoia camminando in uno spazio fisico e temporale che da Torino capitale si dipana verso la collina piemontese, il Canavese e le Langhe.

La piacevole conversazione con lo scrittore bolognese mi ha permesso di curiosare dietro le quinte del progetto ideato e voluto dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e scoprire il lato umano della Via dei Re. Un libro perfetto per chi ama farsi sorprendere da un’esperienza alternativa che va oltre i semplici interessi naturalistici, storici e culturali. Bene, l’entusiasmo è contagioso, non resta che metterci in cammino.

Dai Red Hot Chili Peppers alla Corte dei Re

E’ il 7 marzo 1992: durante il  tour mondiale, in Giappone John Frusciante dà l’annuncio del suo ritiro: “Non posso rimanere più con la band, ho raggiunto uno stato in cui non riesco a rendere giustizia a quello che ho creato. Non riesco più a dare alla band quello che sono tenuto a dargli… semplicemente dite al mondo che sono impazzito”.

Due anni dopo esce il romanzo di successo di Enrico Brizzi “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Il titolo si riferisce al fatto realmente accaduto, quando John (Jack nel libro), allora chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, abbandona il gruppo all’apice della popolarità! Anche Jack esce dal gruppo, o meglio, fa “un salto fuori dal cerchio” per uscire dagli schemi, per rifiutare i comportamenti stereotipati della collettività.

Dal 2006 Enrico Brizzi passa con nonchalance dai sentieri alla scrivania, dal camminare allo scrivere, dal cigolio delle scarpe lungo le mulattiere al frenetico ticchettio delle dita sulla tastiera del computer. È il precursore insieme ad altri pochi di un nuovo modo per fare promozione turistica del territorio.

Camminare a piedi, scoprire luoghi, storie, paesaggi è infatti una delle prerogative di Enrico Brizzi, impegnato a muoversi a piedi e a narrare dei suoi viaggi sulla via Francigena (anno 2016, “Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro”), lungo lo stivale italiano per “Italica 150” nel centocinquantesimo anno dell’Unità nazionale, sulla rotta di Santiago di Compostela, insieme al suo gruppo degli “psicoatleti“.

Dopo tanti percorsi storici, alte vie, itinerari di pellegrinaggio che hanno segnato nell’animo e nella pelle lo scrittore bolognese, Enrico Brizzi insieme ai Buoni Cugini della Società Nazionale di Psicoatletica, nel 2018 hanno deciso di seguire le tracce di sovrani, prìncipi e gente comune dei territori sabaudi. E’ la “La Via dei Re”, il consolidamento di un percorso da camminatore, quando adolescente Enrico Brizzi portava la “promessa” dei Boy Scout, e da scrittore quando nel 1994 usciva il suo primo romanzo, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. 

Alla corte dei Re

Il tempo è davvero prezioso e sta a noi utilizzarlo nella maniera migliore, camminando. Possiamo farlo seguendo la linea del tempo, lungo uno spazio da esplorare rigorosamente a piedi, alla scoperta delle residenze reali sabaude volute dai Savoia intorno alla loro capitale Torino.

Il ritmo è quello giusto per scoprire e conoscere un passato che spesso ci sfugge. Ad averci preceduto lungo questo affascinante itinerario storico è Enrico Brizzi, sì quello di Jack Frusciante, che insieme ai suoi consueti compagni di viaggio, i Buoni Cugini della Società Nazionale di Psicoatletica, hanno inaugurato la “Via dei Re” e unito in appena 10 giorni ben 12 residenze reali della famiglia Savoia, aperte e visitabili al pubblico.

Il percorso dello scrittore-camminatore, insieme alla sua narrazione, diventa una nuova forma di promozione turistica del territorio, ideata e voluta dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

È tutto raccontato in 300 pagine, tante quanti sono i chilometri percorsi.

“Il mio tempo si divide tra le due attività che in assoluto mi rendono più felice, scrivere e camminare”. Nel libro è lui, Enrico Brizzi, il Grillo Parlante che cerca di orientarci verso le scelte giuste, guidandoci lungo il percorso più logico, soffermandosi nel descrivere le bellezze naturalistiche, artistiche e architettoniche dei luoghi attraversati e, perché no, raccontandoci aneddoti, emozioni, pensieri e le piccole avventure della sua allegra brigata composta dai Buoni Cugini e dagli amici del Royal Sabaudian Outdoor Club.

Anziché i sassolini bianchi di Hänsel e Gretel, noi seguiremo nero su bianco quello che lo scrittore bolognese ha descritto sul libro “La Via dei Re – Viaggio a piedi tra le Residenze Sabaude”. Lo stile è spensierato, l’umore è quello giusto!

“Incontri, amicizie e sorrisi, sono questi gli ingredienti del camminare insieme – conferma Enrico – ma il momento di aggregazione e socializzazione si completa con la scoperta e la conoscenza”.

Il nostro consiglio è viaggiare leggeri per seguire la Via dei Re che da Torino sale verso le colline della Corona di Delizie, proseguendo poi nel Canavese fino alle Langhe. Portatevi nello zaino lo stretto necessario e in primis il libro di Brizzi per colmare la voglia di scoperta e di sapere.

Anche perché il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, promotore dell’intero progetto, ha pensato proprio a tutto: nel libro troverete uno speciale passaporto, sul modello del Cammino di Santiago, da timbrare ad ogni tappa del percorso. Quindi le sorprese vi attendono sia durante il viaggio sia dopo…

Bene, l’entusiasmo è contagioso, anche a noi non resta che metterci in viaggio tra le residenze sabaude!

In viaggio…

Torino capitale è il punto di partenza. Vicino a Piazza Castello si trova Palazzo Reale (Tappa-passaporto, Tp1): da qui i sovrani esercitavano il loro potere, le sorti del regno dipendevano dal re come i pianeti dipendono dal Sole.

Tutt’attorno, Palazzo Chiablese, Palazzo Madama, San Lorenzo e Palazzo Carignano (Tp2 e 3) dialogano tra di loro in fatto di bellezza. Bisogna visitarli, nessuno escluso, comprese le Collezioni Reali che sono testimonianza dell’amore per le arti di Casa Savoia.

Zaino in spalla e grazie al miglior mezzo di trasporto sostenibile che conosciamo, le nostre gambe, muoviamo i primi passi verso le colline che dominano la città sabauda.

In verità, non è necessario allontanarsi troppo da Torino per essere accolti nella seicentesca Villa della Regina (Tp4), oggetto del desiderio di regine, principesse e duchesse.

“Villa della Regina dista appena un quarto d’ora a piedi da Piazza Vittorio, eppure nel corso della mia visita invernale mi è apparsa come un fiabesco palazzo di ghiaccio sospeso nel tempo e nello spazio (E. Brizzi)”.

Inizia così il sistema delle regali residenze che costituiscono un unicum a livello europeo, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Lungo la “Corona di Delizie” la strada della Venaria Reale ci conduce all’imponente reggia (Tp4), simbolo di sfarzo, eleganza e potere, tanto che al progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte si ispirò anche la realizzazione della reggia per antonomasia, quella di Versailles. Banchetti, battute di caccia, tornei, balli erano gli ingredienti della vita di corte a Venaria Reale.

La Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la sala della Reggia di Diana, il borgo storico, il maneggio, le scuderie Juvarriane e, fiore all’occhiello, gli spazi dei Giardini, insieme alle sempre interessanti attività espositive ed eventi organizzati dal Consorzio, hanno portato il complesso di Venaria Reale ad essere nel 2018 il settimo sito museale statale nazionale più visitato.

“Basta una passeggiata di dieci minuti – o un brevissimo viaggio a bordo della navetta Venaria express o sul simpatico trenino TIP – per percorrere viale Carlo Emanuele II e trovarsi all’ingresso del Parco della Mandria, la grande area verde tenuta a prato e bosco che dei giardini della Venaria è la naturale prosecuzione (E. Brizzi).”

Un muro di cinta di ben 35 chilometri delimita il parco, che tutelava la privacy del primo re d’Italia quando s’incontrava con la sua amata “Bela Rosina”, al secolo Rosa Vercellana.

Uno degli episodi che hanno piacevolmente segnato il viaggio di Enrico Brizzi è successo proprio qui, dentro il Parco della Mandria (Tp6), in una tetra notte d’inverno, nell’eclettico reposoir di caccia della Bizzarria. “Ho assistito allo spettacolo del pasto di cervi, caprioli, volpi e piccole lepri che uscivano cauti dalla foresta planiziale”.

I signori della notte erano tuttavia le grandi colonie di cinghiali, animali che una volta svezzati i piccoli sono placidi come i cugini domestici. “Nell’avvistarne un gruppone dall’alto, domandai al guardiaparco il permesso di scendere per vederli da vicino: Patrick aveva annuito con un sorriso ‘Al peggio scappano loro’. Inizialmente si sforzarono d’ignorarmi, almeno finché i grossi maschi convinsero il gruppo che era tempo di andare per consumare il pasto in tutta tranquillità”.

Anche questo è un modo per respirare e sentire sulla pelle il piacere del camminare.
Questi sono solo assaggi del libro di Enrico Brizzi.

Sempre avanti, in cammino

Nulla scorre in maniera prevedibile lungo la Via dei Re, le tappe sono tante, tutto può succedere, meglio prendersi il tempo necessario.
E se proprio non possiamo farne a meno, possiamo anche abbreviare il percorso, l’importante è godere queste 12 regali residenze. Noi però adesso vogliamo restare sull’itinerario storico, il nostro cammino ci porta così al Castello di Rivoli (Tp7), rocca difensiva poi trasformata in “luogo di piacere”.

Lo stesso destino ha riguardato il Castello di Moncalieri (Tp9), di origine medioevale, trasformato nel Seicento in “luogo di delizie”.
Facciamo però un passo indietro per sottolineare che il Castello di Rivoli oggi è sede del Museo di Arte Contemporanea, mostra permanente ed esposizioni temporanee ospitate in un contesto storico e architettonico davvero prestigioso.

Altra dimora adibita al soggiorno, alle feste e all’arte venatoria è la Palazzina di Caccia di Stupinigi (Tp8); nata su progetto di Filippo Juvarra è fra i complessi settecenteschi più straordinari d’Europa.

“Alle forme superbe della struttura, Stupinigi assomma una ricchezza senza pari di quadri, lacche, stucchi, tappezzerie, mobilio, oggetti d’arte sacra e accessori per la vita quotidiana, col risultato che sprofonda il visitatore in una sorta di sindrome di Stendhal (E. Brizzi).”

Sempre in cammino, lungo questo stupefacente sistema di regali residenze, il Castello di Racconigi (Tp10) annovera un’oasi naturalistica e uno straordinario parco romantico con le serre. Gli ambienti interni gareggiano in quanto a bellezza, alcuni del Settecento, altri neoclassici, sale di gusto déco risalenti alla prima metà del Novecento, qui tutto è raffinato, qui si rivive il fasto della dinastia.

“L’ariosa Sala di Diana era l’ambiente pensato come atrio d’ingresso, e ancor oggi accoglie i visitatori con i grandi medaglioni consacrati al mito della dea cacciatrice, onnipresente nelle residenze venatorie sabaude (E. Brizzi).”

Sempre avanti, continuiamo a camminare in aperta campagna, dove alla vita semplice e modesta dei contadini e allevatori si frapponeva quella delle residenze sabaude di piacere. Il Castello di Govone (Tp11), rinomato per il suo splendido giardino settecentesco all’italiana e per il salone d’onore con splendidi trompe l’oeil di ispirazione mitologica, rappresenta la penultima tappa di questo viaggio lungo il filo del tempo.

Siamo quasi al termine dell’itinerario a piedi, all’elegante Castello ducale di Aglié (Tp12), con un parco con alberi secolari e grandi serre, e più di 300 stanze (questo numero è ricorrente nel nostro viaggio…), abbiamo la conferma che nell’atto primordiale di camminare si rafforzano i legami tra le persone, cresce la voglia di fare gruppo, si creano solide amicizie.

Testo di Enrico Bottino

 

 

Consorzio delle Residenze Reali Sabaude

Per informazioni e contatti: 011 4992333 www.lavenaria.itwww.residenzereali.it

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