Federica Mingolla arrampica con Salewa

Nuovo ingresso nel team Salewa People, che dall'inizio di questa stagione ha accolto Federica Mingolla, una delle migliori climber del panorama italiano e internazionale, con un notevole record di prestigiose prime ascensioni femminili

11 marzo 2022 - 15:15

Dall’inizio di questa stagione di arrampicata, Federica Mingolla è entrata a far parte del team di atleti Salewa.

Dopo un esordio nello sport climbing agonistico, Mingolla si è costruita una reputazione attraverso una serie di prime ascensioni femminili, a partire da Attraverso il Pesce sulla parete sud della Marmolada nel 2016.

Nata a Torino venti sette anni fa ma ora residente in Valle d’Aosta, dove si è trasferita per stare vicina alle sue passioni alpinistiche, la nuova atleta Salewa è laureata in scienze motore, guida alpina e istruttrice FASI.

Ora alterna l’attività di accompagnamento e didattica a quella di “aprire nuove vie, mettermi alla prova su difficoltà tecniche in falesia più alte, scalare vie di misto su montagne all’estero e volare ovunque sia possibile evitare una discesa a piedi“.

Salewa accompagnerà Federica nella sua attività come sponsor per l’abbigliamento e l’equipment (zaini, tende e sacchi a pelo, ndr).

Federica non è solamente una eccellente scalatrice – spiega Thomas Aichner, direttore marketing Salewa – ma anche una guida alpina, un’alpinista, una sci alpinista e una pilota di parapendio – una donna di montagna completa. Con Federica è stato più naturale parlare dell’estetica dell’arrampicata come forma di danza verticale, e delle emozioni delle sue esperienze in montagna, piuttosto che di gradi, record e prime ascensioni. In questo approccio abbiamo scoperto grande sintonia coi valori di Salewa, e siamo certi che Federica ci potrà aiutare a trasmetterli a chi va in montagna, e sarà di grande ispirazione anche riguardo il tema della sostenibilità“.

L’intervista a Federica Mingolla


Quale è la tua personale interpretazione dell’arrampicata?
Per me arrampicare non è un semplice sport ma uno stile di vita. La mia routine quotidiana dipende radicalmente dall’arrampicata. Inoltre mi ha portato a viaggiare moltissimo in luoghi che altrimenti non avrei mai visitato.

Insomma arrampicare è uno stile di vita perché in qualche modo diventa la tua vita e tutto quello che fai è in funzione di scalare qualche pezzo di roccia, ghiaccio, canale di neve.

Per me arrampicare è più simile a una danza che a un gesto motorio elaborato, è qualcosa di spontaneo che assume tantissime sfaccettature a seconda di chi la interpreta. Semplicemente arrampicare mi fa esprimere al 100% e amo questa sensazione.

Atleta, scalatrice, alpinista o guida alpina: quale ti senti di più di queste cose?
Mi piace entrare nella parte di ciascuno di questi ruoli a seconda delle situazioni e del periodo che sto vivendo. Ho capito che non posso essere solo una di queste cose perché non mi sentirei completa.

Mi piace allenarmi e vivere per i miei obiettivi quindi sono un atleta. L’arrampicata è indubbiamente la cosa che amo più fare e la mia prediletta tra le discipline che pratico ma la montagna è un pezzo di me e il suo richiamo è troppo forte.

Quello di guida alpina è un mestiere che sto sviluppando insieme alla mia crescita personale e la voglia di mettermi in gioco con altre persone che si affacciano a questo mondo. Condividere con loro la mia passione per me è frutto di grande soddisfazione e gioia.

Dal tuo particolare osservatorio, che percezione hai della crisi climatica e in generale del tema della sostenibilità, e come lo interpreti nella tua vita in montagna?
Indubbiamente qualcosa sta cambiando, è innegabile. Io credo che il singolo non possa fare la differenza sull’impatto che abbiamo sul nostro pianeta ma se tutti ci mettessimo a collaborare per un minore impatto ambientale allora sì che i risultati poco alla volta si vedrebbero.

Nel mio piccolo cerco di condividere questi pensieri con chi mi segue sui social ma temo che ormai il mondo abbia preso una direzione sbagliata legata a qualcosa di troppo grande che non possiamo controllare: gli interessi economici. Io continuerò a fare quello che posso sperando che arrivi questo messaggio a più persone possibile.

Lo scorso settembre hai avuto un importante infortunio ai calcagni, come sta procedendo il recupero?
I miei piedi stanno recuperando benissimo! Ho qualche problema più serio al piede destro (quello operato, ndr) che però si risolverà molto probabilmente solo con la rimozione delle placche e delle viti che mi hanno messo.

Nel complesso riesco a fare tutto quello che voglio anche se alcuni movimenti mi fanno più male di altri. Sono a soli 5 mesi dall’operazione perciò non posso assolutamente lamentarmi!

 

Salewa è il tuo nuovo sponsor per l’abbigliamento e l’equipaggiamento: quali affinità hai trovato con questo marchio che ti hanno motivato a questa partnership?

Questa nuova collaborazione mi ha fatto sentire apprezzata e mi ha dato nuova energia, mi ha fatto capire che posso darmi grandi obiettivi, mi serviva qualcuno che credesse in me.

Nei Salewa People ho trovato tanti atleti che non sono focalizzati su una sola attività, ma ne fanno diverse, e io mi ritrovo molto in questa attitudine.

Poi Salewa in qualche modo è già stata con me fin dall’inizio della mia attività. Quando mio padre mi portava in montagna da bambina, mi ricordo bene il logo col nome sullo zaino e sulla tendina.

E il mio primo piccolo sponsor di abbigliamento quando ho comunicato a fare le gare, era stato proprio Salewa. Ora le nostre strade si riuniscono, e penso che stia accadendo al momento giusto per me.

Il materiale è di altissima qualità, specialmente la nuova collezione in canapa tessile che è super traspirante e asciuga subito quando sudi, con una produzione sostenibile, più rispettosa dell’ambiente – è un altro aspetto di grande sintonia con Salewa.

 

 

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