

Romania: italiano ucciso da un orso, le ultime tragiche immagini
Omar Farang Zin, 48enne italiano in vacanza in Romania, è stato tradito dalla passione per la natura, ucciso da un'orsa incontrata lungo il tragitto sui Carpazi: le ultime tragiche immagini sui social
Tragedia in Romania, motociclista italiano ucciso da un’orsa
Omar Farang Zin, 48 anni, motociclista italiano originario di Samarate (Varese), è stato ucciso da un’orsa mentre viaggiava in moto in Romania, nei Carpazi.
L’uomo si era fermato per fotografare l’animale insieme ai cuccioli, quando l’orsa lo ha aggredito e trascinato in un burrone.
La tragedia si è consumata nei pressi della Transfăgărășan, la strada di montagna considerata una delle più scenografiche d’Europa.
Non è la prima volta che in Romania si consuma una tragedia di questo tipo: soltanto l’anno scorso la vicenda di una ragazza aveva fatto il giro del mondo.
Chi era Omar Farang Zin: nei social la sua passione per la natura e i viaggi
Omar Farang Zin, 48 anni, originario di Samarate (Varese), era un appassionato motociclista e viaggiatore esperto.
Lavorava da quasi trent’anni presso SEA, società che gestisce gli aeroporti di Milano — prima come autista dei mezzi in pista, poi promosso “airport specialist” a Malpensa.

Vedovo, descritto con un carattere solare e generoso, amava condividere i suoi viaggi sui social: Africa, Asia, Americhe e ora i Carpazi rumeni, seguendo una passione che lo aveva portato anche nei luoghi più estremi.
Il suo viaggio in moto lungo la Transfăgărășan era un sogno coltivato da tempo.
Proprio la sera del 1° luglio aveva immortalato splendidi paesaggi, orsi e la celebre strada con commenti entusiasti: “Dicono sia la strada più bella del mondo… ve la consiglio”.
Era la conferma di un uomo curioso, attento, sempre in cerca di nuove esperienze, ma anche attratto dalla fotografia ravvicinata di animali selvatici.
Le ultime parole: “Ecco l’orso! Che bello! Sta venendo verso di me”
Il dramma si è consumato la mattina del 3 luglio 2025, nei pressi di Arefu, lungo la strada nazionale DN7C, verso il Lago Bâlea, intorno alla diga di Vidraru, nel distretto di Argeș, cuore dei Carpazi rumeni.
In compagnia di altri motociclisti, Farang Zin si era fermato sul ciglio per fotografare un’orsa con i suoi cuccioli, scattando selfie e video ravvicinati.
Nei filmati recuperati dal suo smartphone si sentono pronunciare le sue ultime parole: “Ecco l’orso! Che bello! Sta venendo verso di me”.
In quel momento è sceso dalla moto e si è avvicinato all’animale, incurante del rischio, nonostante la presenza dei piccoli, situazione che rende gli orsi particolarmente pericolosi.
L’orsa lo ha aggredito repentinamente, trascinandolo giù per un ripido pendio di circa 60 metri, fino a un burrone dove il corpo è stato poi recuperato dai soccorritori, purtroppo già privo di vita.
Sul corpo sono state riscontrate numerose ferite da morso e graffi.
I soccorsi hanno trovato tracce di sangue, parti dell’equipaggiamento e un guanto vicino alla moto.
Sulla sua pagina Facebook le immagini del video con l’orso girato dal motociclista
Le indagini e le reazioni in Romania
Dopo il recupero della salma, le autorità rumene hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo, finalizzata a chiarire in dettaglio le dinamiche dell’accaduto e il comportamento di Farang Zin.
Allo stesso tempo, è stata disposta l’autopsia presso un’unità forense rumena per accertare le cause esatte del decesso e le ferite riportate.
L’orsa è stata identificata e abbattuta.

Le autorità romene — tra cui il sindaco di Arefu e rappresentanti del Fondo per la Caccia — hanno sottolineato come il numero di orsi presenti – 112 esemplari censiti lungo la Transfăgărășan – superi di quattro volte il livello sostenibile.
Per tale motivo, sono stati posti segnali di avvertimento e sono stati avviati prelievi di alcuni esemplari — sette solo quest’anno — nell’ambito della gestione del problema.
Diverse fonti rumene e italiane hanno definito l’incidente una “tragedia evitabile”: Omar sarebbe incappato nella pericolosa combinazione di vicinanza all’orsa e innaturale interazione con cuccioli, confermando una tendenza dei turisti a comportamenti imprudenti.
Le autorità locali auspicano una maggiore sensibilizzazione e controlli per prevenire fatti simili.
Il dibattito sulla popolazione di orsi e la loro pericolosità
La morte di Omar riaccende il dibattito urgente sulla convivenza tra uomini e fauna selvatica nei parchi naturali europei.
Il caso rumeno si inserisce in una serie di incidenti analoghi, come gli attacchi avvenuti ai danni di un uomo polacco e una donna spagnola a fine maggio nella stessa zona.
L’invito delle autorità è chiaro: mantenere la distanza dagli animali selvatici, non dare loro cibo e rispettare i cartelli di avviso presenti lungo la Transfăgărășan .
L’accaduto evidenzia anche come il sovrannumero di orsi — quattro volte superiore alla densità sostenibile — richieda misure di gestione ambientale più strutturate: monitoraggi, regolamentazioni per i turisti e, se necessario, prelievi selettivi.
La vicenda di Farang Zin è un tragico monito: anche con l’animo di chi ama la natura, l’imprudenza può trasformare un sogno in tragedia.
Una lezione dolorosa per un motociclista esperto e amante della natura e dei viaggi, che ha perso la vita nel luogo che aveva scelto per celebrare la sua passione.
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