Parco Adamello Brenta: “Gestione orsi è materia scientifica e tecnica”

Il Parco Naturale Adamello Brenta, i sindaci dei 30 comuni del Parco e i responsabili della ricerca scientifica si sono confrontati sulla gestione degli orsi nel territorio trentino, sottolineando l'importanza di un approccio scientifico e tecnico e la necessità di collaborazione tra gli enti coinvolti

21 aprile 2023 - 9:05

Oltre il profondo cordoglio per l’incidente in Val di Sole, il Parco Naturale Adamello Brenta, con il suo presidente Walter Ferrazza e il responsabile della ricerca scientifica, Andrea Mustoni, ha sottolineato l’importanza di un approccio scientifico e tecnico nella gestione degli orsi sul territorio.

Durante un incontro con i sindaci dei 30 comuni del Parco, si è discusso dell’importanza di lavorare in rete e di considerare l’abbattimento di un orso pericoloso non come un tabù, ma come una delle possibili soluzioni.

Mustoni ha ribadito che il progetto Life Ursus è stato un successo. Il progetto europeo, fino alla sua conclusione nel 2004, non ha avuto alcun tipo di criticità.

Da quell’anno la gestione degli orsi sul territorio trentino è passata alla Provincia autonoma di Trento e non rientrava più sotto il controllo del progetto europeo.

L’ente parco ha poi sottolineato l’importanza della comunicazione per prevenire incidenti e la necessità di basarsi su solide basi scientifiche.

Durante l’incontro, i sindaci hanno espresso preoccupazioni e richieste di chiarimento sulle diverse strategie possibili, come l’abbattimento o la rimozione degli orsi.

È emerso il riconoscimento dell’importanza del confronto con i tecnici e la necessità di coinvolgere gli organismi provinciali nella gestione degli orsi, rispettando i ruoli tra piano tecnico e piano politico e mettendo sempre al primo posto la sicurezza dei cittadini.

 

Coinvolgimento degli enti locali e lavoro di informazione come soluzione

Il Parco Naturale Adamello Brenta, attraverso il presidente Ferrazza, ha evidenziato l’importanza di coinvolgere gli enti locali nella gestione degli orsi, sottolineando il ruolo cruciale del Parco nel fornire competenza ed esperienza.

Tra le iniziative intraprese dal Parco, vi sono la comunicazione attraverso il sito web, comunicati stampa, depliant e brochure, incontri sul territorio e nelle scuole, al fine di promuovere la convivenza con gli orsi.

Mustoni ha sottolineato l’importanza di fare una distinzione tra orsi problematici e orsi pericolosi, ribadendo che gli incidenti con gli orsi possono essere prevenuti attraverso una comunicazione efficace e un’attenta gestione del territorio.

Tuttavia, ha ammesso che la cattura e il trasferimento o addirittura l’abbattimento di 70 orsi potrebbero non essere praticabili e che la diminuzione del numero di orsi sul territorio non può essere l’unica soluzione.

Al contrario, è necessario perseguire tutte le possibili strategie per ridurre al minimo il rischio di incidenti.

Andrea Mustoni ha dichiarato:

“L’orso è un animale poco pericoloso, ma che in alcuni casi può diventarlo. I veri tecnici non hanno mai negato la possibilità di un’aggressione all’uomo. Lo studio di fattibilità posto alla base del Life Ursus e redatto nel 1998, prima dell’inizio del rilascio degli orsi sul territorio trentino, riporta chiaramente anche il fattore di rischio legato alle aggressioni all’uomo. Il documento elenca peraltro anche le misure da osservare per prevenire e limitare tali rischi”.

“La comunicazione in Trentino non è stata incisiva, come la stessa Provincia auspicava fin dal 2002. Un Piano della comunicazione è stato elaborato solo nel 2016 e non è ancora stato realizzato nella sua interezza” ha aggiunto Mustoni.

“Lo studio di fattibilità prevedeva anche la possibilità di rimuovere gli esemplari pericolosi di orso. E per me – ha detto ancora Mustoni – rimuoverli vuol dire solo una cosa: abbatterli. Non rinchiuderli in un recinto, una situazione triste a tutti i livelli”.

C’è però una differenza fra orsi problematici e orsi pericolosi. I danni provocati dall’orso sono modesti, anche rispetto a quelli prodotti da altre specie selvatiche. Possono essere rifusi. Invece le cose cambiano se parliamo di pericolosità.

“Gestire animali selvatici – ha concluso Mustoni – è un lavoro, una professione. Bisogna che ai tecnici venga dato nuovamente il ruolo che spetta loro e che supportino e aiutino con coraggio i politici a fare le scelte più corrette nell’interesse di tutti”.

Nel corso dell’incontro, i sindaci hanno convenuto sulla necessità di coinvolgere gli esperti nella gestione degli orsi e di sensibilizzare gli organismi provinciali sull’importanza di un ente come il Parco Naturale Adamello Brenta.

Tuttavia, è stato sottolineato che la sicurezza dei cittadini deve essere sempre la priorità.

In conclusione, il dibattito tra il Parco Naturale Adamello Brenta, i sindaci dei 30 comuni del Parco e i responsabili della ricerca scientifica ha portato alla luce l’importanza di un approccio scientifico e tecnico nella gestione degli orsi sul territorio.

Allo stesso tempo, è emersa la necessità di lavorare insieme, coinvolgendo tutte le parti interessate, per garantire la sicurezza dei cittadini e promuovere la convivenza con gli orsi.

Solo attraverso il dialogo, la condivisione delle responsabilità e il coinvolgimento degli esperti, si potranno trovare soluzioni efficaci e sostenibili per la gestione degli orsi nel territorio trentino.

 

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