Viaggio a Rieti, l’ombelico d’Italia

18 marzo 2020 - 10:37

Settanta chilometri a nord-est di Roma, a cui è collegata dall’antichissima Via Salaria, Rieti sorge in una vallata sensualmente abbracciata dalle volute dell’indomito fiume Velino e paternamente protetta dallo sguardo immobile del monte Terminillo.

Capoluogo di provincia del Lazio, si insinua tra l’Umbria e l’Abruzzo senza condividere, però, nulla della sua cultura con le città limitrofe: non il dialetto, non le tradizioni, non la gastronomia. Tanta individualità, che ai visitatori giunti in città per la prima volta spesso appare come autarchia, le deriva da una storia plurimillenaria, che ha saputo resistere persino all’epopea romana e a quella feudale.

Rieti era la capitale dei Sabini, popolazione che alla Roma antica ha dato uno dei sette re (Numa Pompilio), uno dei maggiori letterati (Marco Terenzio Varrone) ed uno dei più grandi imperatori (Flavio Vespasiano), senza mai esserne stata sottomessa e dominata. In epoca medioevale fu tenacemente guelfa, come testimoniano i merli squadrati della cinta muraria, tanto da essere stata dal 1189, con papa Nicolò IV, fino al 1299, con papa Bonifacio VIII residenza papale.
Rieti detiene inoltre il curioso primato di sorgere nel punto in cui si intersecano gli assi verticale e perpendicolare della nostra penisola, risultando così il perfetto centro geografico d’Italia: Umbilicus Italiae, come la ribattezzarono i romani, e come ricordano la lapide ed il monumento circolare in marmo che troneggiano nella piccola e splendida piazza San Rufo.
Città di storia e di monumenti meravigliosi: da quelli di epoca romana (il ponte del IV secolo A.C. sul Velino e le coeve arcate che sorreggono Via Roma, la principale via commerciale), a quelli medievali (torri e mura di cinta, la cattedrale di Santa Maria con l’annesso palazzo papale assolutamente da non perdere, i santuari francescani).

Città di santi, Santa Barbara e San Francesco d’Assisi, che trascorse qui gran parte della sua vita da asceta fondando quattro superbi santuari. In particolare in quelli di Fonte Colombo e della Foresta, che sorgono su due colli proprio al di sopra della città, il Poverello di Assisi dettò la Regola Francescana, dando il via al suo movimento religioso.

Ma Rieti è ancora, e forse soprattutto, ambiente incontaminato e territorio schietto e genuino. Le acque che sgorgano dalle sorgenti del Peschiera dissetano mezza metropoli di Roma e numerose sono quelle che possono vantare proprietà quasi taumaturgiche.

Fonte Cottorella è, tra queste sorgenti, forse la più “miracolosa”, tanto da essere utilizzata come farmaco nei trattamenti delle patologie renali ed intestinali.

Che dire poi del fiume Velino il quale, forse unico caso in Italia, è un’oasi protetta di natura incontaminata all’interno di una città!

Ed è così che affacciandosi dai ponti di Rieti che lo attraversano, è possibile ammirare una varietà impressionante di ittio e avifauna, perfettamente integrate ed a loro agio tra i borghi medievali.

E poi le montagne! Superbe quelle del massiccio dei monti Reatini, svettanti fino a 2216 metri con il monte Terminillo. Aspre e altere quelle del massiccio dei monti Sabini, già da anni tornate ad essere dominate dal lupo, uno dei maggiori segnalatori della salubrità dell’ecosistema.

 

COME ARRIVARE
In auto: Da Nord, autostrada A1 Firenze – Roma, uscita Orte per Terni – Rieti, Da Sud autostrada A1 Napoli – Roma, prendere la deviazione altezza San Cesareo, con la bretella di ricongiungimento alla A1.
INDIRIZZI E NUMERI UTILI
Comune di Rieti, tel. 0746.287238

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