Camminare frena l’invecchiamento, il segreto: la molecola della giovinezza

Camminare può rallentare il processo di invecchiamento e permettere di farlo in salute? La risposta è sì e il segreto sarebbe in una molecola. A metterlo nero su bianco uno studio italiano, nato e sviluppato a Verona. Vediamo perché andare a piedi fa restare giovani, anche quando gli anni passano

27 marzo 2024 - 12:00

30Camminare rallenta l’invecchiamento: il segreto in una molecola

Probabilmente si è sempre dato per scontato che camminare faccia bene e che rallenti il processo d’invecchiamento.

Tuttavia, ora è la scienza ad averlo dimostrato grazie a uno studio realizzato all’interno dell’Azienda Ospedaliera e Universitaria Integrata di Verona (Aoui).

Nel dettaglio,  lo studio in questione è stato condotto dal docente universitario Luca Dalle Carbonare.

Inoltre, la ricerca è stata pubblicata dall’UOC di Recupero e Rieducazione Funzionale in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’Università di Verona.

 

Cos’è la molecola che regola l’invecchiamento e allunga la giovinezza

Lo studio è comparso sulla rivista scientifica  International Journal of Molecular Sciences e, per la precisione, rivela che il fattore cruciale che rallenta l’invecchiamento è una molecola.

Si tratta della molecola mIR-146b che, stando a quanto riferiscono gli scienziati, se inibita conduce a un “invecchiamento sano”.

In questo senso, lo studio pilota veronese ha evidenziato, per la prima volta, gli effetti che questa particolare molecola ha sia per l’invecchiamento che per i processi degenerativi.

La ricerca, riconosciuta dalla rivista internazionale prima citata dimostra, inoltre, che l’attività fisica personalizzata rallenta l’attività molecolare di invecchiamento, i processi degenerativi dell’età e aumenta l’autoproduzione di cartilagine.

La questione, in estrema sintesi, è stata la seguente: come identificare questo marcatore di invecchiamento negli esseri umani?

Per arrivare a una risposta bisognava esplorare l’attività del miR-146b-5p circolante nel sangue.

La rilevazione dice che la circolazione di miR-146b tende a essere più elevata nel genere femminile rispetto a quello maschile.

Nei maschi, infatti, questo aumento diventa evidente intorno ai 42 anni e, successivamente, ha mostrato un andamento relativamente costante.

Questo suggerisce che l’invecchiamento e il sesso possono influenzare la presenza di miR-146b nel flusso sanguigno, possibilmente originato da tessuti differenti.

Come restare giovani camminando

Ora, la molecola mediatrice dell’invecchiamento produce la senescenza delle cellule e stimola lo stress ossidativo.

Tuttavia, questo processo può essere bloccato, come si diceva poc’anzi, dal movimento fisico.

Ma in che modo il movimento può risultare efficace per raggiungere un risultato?

Stando all’esperimento condotto dal programma Aoui, l’attività consiste in tre sessioni di camminata veloce settimanale per un totale di 4 settimane.

Ogni sessione è supervisionata da un fisioterapista e comprende 10 minuti di riscaldamento a bassa intensità, 30 minuti di camminata a 6 oppure 8,5 km/h e 5 minuti di defaticamento.

Nel dettaglio, per far sì che la camminata risulti efficace, questa deve essere rullata (dunque appoggiando prima il tallone e poi la punta del piede), il passo allungato e il busto proteso in avanti, senza bastoncini ma con l’avambraccio piegato.

Perché combattere uno stile di vita sedentario

Sembrerà banale, tuttavia, la vita sedentaria tende a produrre diverse alterazioni che stanno alla base delle malattie cronico-degenerative.

In questo senso, l’attività fisica rappresenta, con assoluta certezza, uno strumento utilissimo per la resilienza dell’uomo capace di contrastare il rischio di questa tipologia di affezione.

Riallacciandosi a quanto detto prima, attraverso metodiche molecolari è stata osservata una riduzione dei livelli di miR-146b-5p circolanti in seguito al completamento del programma di attività fisica.

Questa riduzione si associa alla diminuzione di cellule adipogeniche e all’aumento della componente cartilaginea.

Tendono a diminuire, inoltre, anche i livelli dei marcatori associati alla degenerazione cartilaginea.

Questo sottolinea il ruolo fondamentale dell’attività fisica nella prevenzione delle patologie osteoarticolari.

Dunque, quale può essere la soluzione se si vuole rallentare il proprio invecchiamento?

Prima di tutto è necessario conformarsi a uno stile di vita sano, proprio come quello testato dal programma Aoui.

 

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