Rilassarsi con la fika: 9 consigli dalla Svezia per stare bene

La fika è un piacere da assaporare con calma, una pausa di relax che, se vissuta con autenticità, trasforma un semplice break in un’esperienza intensa e di benessere

19 settembre 2025 - 12:00

Il piacere della fika: 9 cose da sapere per vivere un’esperienza autentica 

La fika è una tradizione svedese che va oltre la semplice interazione sociale con pausa caffè accompagnata da torte e pasticcini: è un rito di piacere e intimità, coltivato con cura e dedizione.

Molte aziende del paese nordico prevedono addirittura pause fika obbligatorie perché i datori di lavoro sanno che dipendenti soddisfatti e sereni rendono di più.

Per gli italiani il nome di questa pratica di benessere è evocativo di piaceri non esattamene caffeinici, ma da dove arriva?

La parola fika nasce dallo slang svedese, è una forma invertita di “kaffi”, l’antico sostantivo per caffè, trasformata nel tempo in un termine che indica sia la bevanda sia il rituale di pausa che la accompagna.

Ecco 9 cose da sapere per godersi la fika e farne un’esperienza indimenticabile.

 

1 – Pausa caffè e pausa fika: due universi lontani

Sempre più persone fuori dalla Svezia stanno scoprendo i piaceri della fika e cercano di replicarli a casa.

Non è sempre facile: servono la giusta mentalità, gli strumenti adeguati e soprattutto la voglia di dedicarsi con passione a questa pratica.

La pausa caffè e la pausa fika, anche se possono sembrare simili, sono molto diverse, per spirito e significato.

La pausa caffè è rapida: un espresso bevuto al bancone, due parole scambiate al volo e poi di nuovo al lavoro.

La pausa fika è l’opposto.

Lenta, distesa, un’esperienza catartica: non si tratta solo di bere e mangiare ma di fermarsi davvero, lasciandosi coinvolgere in un tempo sospeso.

2 – Ogni fika è diversa: sperimentare è la parola d’ordine

La tradizione è importante, ma anche la curiosità ha il suo peso.

Esistono infinite varianti della fika, e ognuno può personalizzarla secondo i propri gusti.

Accanto al classico caffè filtrato, si può accompagnare la fika con alternative come il caffè bollito alla svedese, il tè nero aromatizzato, o persino bevande fresche come succhi di frutti di bosco e sidro di mele artigianale.

Lo stesso vale per i dolci: ai kanelbullar si possono alternare i saftiga chokladbollar (palline al cioccolato e avena), le princesstårta ricoperte di marzapane verde, o le semlor farcite con panna e mandorle.

Ogni combinazione regala sfumature diverse di piacere, e chi osa sperimentare scopre che la fika non conosce limiti.

_Il menu tipico della fika svedese

3 – Sei alle prime armi? Affidati a un esperto di fika

Chi visita la Svezia per la prima volta potrebbe chiedersi come vivere l’esperienza della fika in modo autentico.

Il consiglio è di affidarsi a guide specializzate presenti su piattaforme come TripAdvisor, Airnbnb o in tour dedicati.

Locals che che sanno come introdurre all’atmosfera giusta e scegliere i posti migliori.

Affidarsi a loro significa lasciarsi guidare verso una scoperta completa e appagante, che renderà impossibile da dimenticare l’incontro con la prima fika.

Un fika tour guidato a Stoccolma può costare intorno agli 80-90 euro per due ore circa.

_Molte piattaforme propongono tour della fika svedese, un esempio qui e un altro in questa pagina

4 – La fika fa bene alla salute: lo dice la scienza

La ricerca scientifica conferma quello che gli svedesi sanno da generazioni: la fika fa bene alla salute.

Riduce lo stress, migliora l’umore, favorisce la socializzazione e aumenta la produttività.

Chi pratica regolarmente la fika mostra livelli più alti di soddisfazione personale e relazioni interpersonali più solide.

È un toccasana naturale che agisce su più livelli, donando benessere fisico e mentale senza controindicazioni.

_Questo studio mostra come la pratica regolare della fika, attraverso la socializzazione e il relax, possa ridurre lo stress e migliorare il benessere generale

 

5 – Frequenza ideale: né troppo né troppo poco

La saggezza svedese insegna che la fika va praticata con regolarità, ma senza eccessi.

Due volte al giorno è considerata la frequenza ottimale: una in mattinata per iniziare con energia, una al pomeriggio per ritrovare vigore.

Chi esagera rischia di perdere la sensibilità e il piacere dell’esperienza, mentre chi la trascura si priva di momenti di autentico benessere.

L’equilibrio è tutto, quando si tratta di fika.

 

6 – Fika da soli o in compagnia?

Sebbene sia possibile godere della fika in solitudine, la vera magia si realizza quando si è almeno in due.

Praticarla insieme crea un’atmosfera di intimità e complicità che rafforza i legami sociali.

Durante questi momenti di condivisione, si creano connessioni profonde e durature.

Una buona fika in compagnia consente a ciascuno di esprimere appieno la propria personalità.

_Tutto quello che c’è da sapere sulla storia e la cultura della fika

7 – La scelta del dolce è essenziale

I dolci tradizionali svedesi non sono semplici contorni, ma elementi essenziali che esaltano l’esperienza della fika.

I kanelbullar, morbidi e profumati, si sciolgono delicatamente, mentre i pepparkakor offrono sensazioni più intense e piccanti.

Ogni dolce ha la sua funzione specifica nell’armonioso insieme della fika.

Senza questi complementi gustosi, l’esperienza risulterebbe incompleta e meno appagante.

_Tutti i dolci che accompagnano la fika svedese

8 – Dove trovare la fika: non tutti i locali vanno bene

Se hai deciso di non affidarti a un esperto o esperta di fika perché ti sembra troppo costoso, devi sapere alcune cose.

Non tutte le location sono adatte. Meglio prediligere ambienti caldi e raccolti.

Una fika improvvisata in spazi rumorosi o impersonali perde gran parte del suo fascino, peggio ancora se si tratta di luoghi turistici.

L’atmosfera giusta e l’autenticità creano l’intimità necessaria per godere appieno l’esperienza.

Basti pensare all’Ahlströms Konditori a Göteborg, che serve fika dal 1901 in un ambiente storico con interni originali e un cortile accogliente.

Oppure il Vete-Katten di Stoccolma, fondato nel 1928, che offre un ambiente elegante con arredi in stile Art Deco e una selezione di dolci svedesi classici.

O il Café Husaren, ancora a Göteborg, celebre per la fika accompagnata da enormi kanelbullar, in un’atmosfera rustica e accogliente.

9 – La fika dà dipendenza, attenti alle calorie

Chi prova la fika non riesce più a smettere.

È un’abitudine che si insinua dolcemente nella vita quotidiana, fino a diventare irrinunciabile.

Si tratta di un piacere sano, che lascia ricordi piacevoli e voglia di ripetere l’esperienza.

Occhio naturalmente a non esagerare con le calorie.

Per chi ha problemi di linea, è una buona idea far seguire alla fika una bella passeggiata.

 

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