The beautiful village of Lillianes in the Lys Valley during fall season. Aosta Valley, northern Italy.
L’autunno è la stagione ideale per scoprire la Valle d’Aosta con occhi nuovi.
I boschi si infiammano, i sentieri si svuotano dal turismo estivo e l’aria si fa più limpida, lasciando emergere i profili netti delle montagne.
Ogni valle, ogni borgo custodisce un modo diverso di vivere l’autunno: dalle feste dedicate ai prodotti della terra alle piccole osterie dove la tradizione contadina si tramanda nei piatti.
È il momento in cui i formaggi d’alpeggio raggiungono la loro stagionatura perfetta, i vini di montagna svelano aromi intensi e le giornate più corte invitano al calore di una tavola imbandita.
Ecco cinque borghi valdostani che raccontano
Tra i luoghi più appartati e autentici della Valle d’Aosta, Pontboset è un piccolo borgo che conserva intatto il fascino del tempo passato.
All’ingresso della Valle di Champorcher, lungo il corso del torrente Ayasse, si presenta come un insieme armonioso di case in pietra e legno, collegate da una serie di antichi ponti medievali che sembrano usciti da una fiaba.
In autunno, Pontboset si trasforma in un rifugio di colori e sapori.
I boschi, popolati da larici e castagni, offrono funghi profumati.
Ma anche bacche e frutti selvatici che diventano protagonisti nelle cucine delle osterie e agriturismi del paese.
Qui si possono gustare piatti di selvaggina in umido, polenta di farina integrale.
E zuppe rustiche di legumi e verdure, accompagnate da vini rossi di montagna come il Chambave o il Donnas, che raccontano la forza e la tenacia della viticoltura valdostana.
Ph: Gettyimages/e55evu
Pontboset non è solo un luogo da assaporare, ma anche da esplorare.
I sentieri che partono dal borgo attraversano antichi ponti in pietra.
Nove in tutto, da cui il nome del paese, conducono a punti panoramici nascosti, cascate e piccoli alpeggi.
Poco distante, la Riserva naturale del Mont Avic regala uno dei paesaggi più suggestivi della regione.
Larici dorati, laghetti cristallini e sentieri silenziosi dove il passo si accompagna al rumore del vento.
_Tutte le informazioni su Pontboset
Sebbene celebre per le sue piste da sci tra le più belle della Valle d’Aosta e per l’atmosfera mondana dell’inverno, Breuil-Cervinia in autunno si svela nella sua essenza più autentica e silenziosa.
È la stagione in cui la luce si fa più morbida e il profilo del Cervino domina un paesaggio quasi immobile, punteggiato solo dal rumore del vento tra i larici.
In questo scenario sospeso tra fine estate e primi freddi, la cucina di montagna torna protagonista.
Lo fa con i suoi prodotti genuini: fonduta di Fontina DOP, carbonada lenta e profumata, polenta di grano saraceno con selvaggina e dolci di mirtilli e castagne.
È anche il periodo ideale per scoprire i vini di montagna, frutto dei vigneti eroici che resistono al freddo nelle vallate di Valtournenche e Morgex.
Ph.: Gettyimages/CristianDXB
Le degustazioni e le visite alle cantine permettono di assaporare bottiglie rare, nate tra rocce e ghiacci, dove la viticoltura si fonde con la tenacia alpina.
Così Breuil-Cervinia, nella quiete dell’autunno, si trasforma in una tappa d’alta quota perfetta per unire paesaggio, relax e gastronomia.
_Informazioni utili sul sito dell’Ente turismo della Valle d’Aosta
Lungo le rive della Dora Baltea, all’ingresso della valle del Lys, Fontainemore è uno di quei borghi che in autunno sembrano vivere in perfetta sintonia con la natura.
Ottobre è il mese della Festa della Castagna, appuntamento imperdibile che celebra uno dei simboli dell’autunno valdostano.
Durante la sagra, le vie del borgo si animano di mercatini e banchetti dove assaggiare le caldarroste appena tostate.
Ma anche la zuppa di cavolo e patate, i dolci alla farina di castagne, e i salumi artigianali della valle del Lys, tra cui spiccano la mocetta e il lardo profumato alle erbe.
L’atmosfera è quella di una festa di paese genuina, dove ogni famiglia porta qualcosa e tutto ruota attorno al piacere della convivialità.
Chi ama camminare può proseguire oltre il borgo.
Lungo i sentieri che salgono verso gli alpeggi: itinerari facili e panoramici conducono a prati sospesi sulla valle, tra piccoli ponti in pietra e antiche baite in legno.
Da lassù, i colori del foliage si mescolano al grigio delle rocce e all’azzurro del cielo autunnale, creando un paesaggio che invita alla lentezza e alla contemplazione.
_Infomaazioni utili per una visita a Fontainemore
Dominato dall’imponente Forte di Bard, che si erge maestoso sulla gola della Dora Baltea, questo piccolo borgo medievale è una delle perle della Valle d’Aosta.
Le vie lastricate, i portali in pietra e le antiche case nobiliari raccontano secoli di passaggi, quando Bard rappresentava una tappa obbligata lungo la via delle Gallie.
Oggi lo stesso fascino rimane intatto, reso ancora più avvolgente dai colori e dai profumi dell’autunno.
In questa stagione che il paese si accende di vita grazie al celebre Marché au Fort, uno degli eventi enogastronomici più amati della regione.
Ph.: Gettyimages/Freeartist
Ogni ottobre, le stradine del borgo si trasformano in un percorso del gusto che riunisce oltre cento produttori valdostani: una festa di sapori, profumi e saperi.
Qui si possono degustare la Fontina DOP, stagionata nei freschi locali d’alpeggio, il Lard d’Arnad IGP con le sue note aromatiche di erbe e spezie.
E poi i mieli di montagna dai sentori di rododendro e castagno.
E i vini dei terrazzamenti che circondano il borgo, come il Donnas DOC, espressione più autentica della viticoltura eroica valdostana.
Dopo una visita al Forte vale la pena fermarsi in una delle locande del centro storico.
Per assaporare piatti come la polenta concia o la carbonada, accompagnati da un bicchiere di vino rosso corposo.
_La pagina ufficiale del Forte di Bard
Poco più a monte di Fontainemore, lungo la strada che risale la valle del Lys, Lillianes appare come un rifugio sospeso tra boschi e torrenti.
In autunno, il borgo si avvolge di silenzio e di profumi: quello del legno umido, delle foglie bagnate, del fumo dei camini che inizia a salire dalle case in pietra.
Lillianes è conosciuto per la qualità dei suoi formaggi d’alpeggio, prodotti nei pascoli che durante l’estate accolgono le mandrie e che in autunno tornano al riposo.
Ph.: Gettyimaages/Freeartist
Tra le specialità più apprezzate c’è la toma di Lillianes, un formaggio a latte crudo dal sapore pieno e aromatico, perfetto con una goccia di miele locale.
E proprio il miele è un altro protagonista di queste terre: miele di castagno, di rododendro o di tarassaco, frutto del lavoro delle api che raccolgono nettare tra i boschi e i prati d’alta quota.
Non mancano le conserve casalinghe di piccoli frutti, come lamponi e mirtilli, preparate secondo antiche ricette familiari.
Le osterie e agriturismi del borgo sono piccoli scrigni di tradizione, dove si riscopre una cucina schietta e confortante.
Piatti come la polenta concia fumante, la zuppa alla valdostana con pane nero e fontina, o il capriolo in civet cucinato lentamente nel vino rosso, restituiscono il calore e la forza della montagna.
Fuori dal centro abitato, i castagneti secolari offrono un invito irresistibile a camminare: brevi sentieri conducono a piccole cappelle votive, cascate nascoste e scorci che si aprono improvvisamente sulla valle.
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