Padova; la città del Santo

18 marzo 2020 - 9:49

La prima cosa da tenere in conto è che in una sola giornata non è possibile vedere tutte le bellezze della città. Se quindi si vuole averne un’idea globale, bisognerà saltare la visita dei Musei Archeologico e d’Arte ricchi di numerose testimonianze archeologiche, di bellissimi mosaici romani e di opere di Giotto, Bellini, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Tiepolo, ecc.
L’itinerario qui descritto permette comunque di osservare i più importanti monumenti della città.

Giardini dell’Arena – Prato della Valle
Arrivando col treno a Padova il primo monumento che si incontra dopo aver percorso a piedi il grande viale di fronte alla stazione, Corso del Popolo, e la sua prosecuzione Corso Garibaldi, è, all’interno dei giardini pubblici, in mezzo ai pochissimi resti dell’Arena (cioè dell’antico anfiteatro romano), la famosissima Cappella degli Scrovegni con all’interno magnifici affreschi di Giotto. Per visitarla bisogna entrare nei Musei Civici Eremitani. Adiacente è la duecentesca Chiesa degli Eremitani che ancora conserva affreschi del Mantegna, nonostante un bombardamento durante la 2° Guerra Mondiale abbia gravemente danneggiato il complesso, e alcune tombe dei Signori di Padova da Carrara.
Si prosegue poi per via Eremitani, che termina in via Altinate, quest’ultima un’importante via romana: guardando a destra si può vedere la turrita Porta Altinate facente parte delle antiche mura del XII sec. Si percorre la via dalla parte opposta, vi sono molti portici e notevoli case come subito a sinistra al n.19 il quattrocentesco palazzo Valdezocco – Vazoin e più avanti sulla sinistra il palazzo Bembo – Camerini, sede di Comandi militari e di un museo con documenti e cimeli della 1° Guerra Mondiale.
Continuando sotto alti portici si incontrano sempre a sinistra il barocco palazzo Dolfin/Compostella e quasi al termine il cinquecentesco palazzo Pisani/Cornaro; subito dopo vi è la chiesa di S. Sofia, la più antica chiesa di Padova, fondata nell’età carolingia (VIII – IX sec.) sulle mura di un preesistente tempio romano, di cui si consiglia una visita nel suggestivo interno. Al di là della chiesa vi è piazzetta Ippolito Nievo e poi via Bel-zoni con la casa ove nacque il famoso egittologo G. Battista Belzoni: avventuriero, viaggiatore, esploratore. La lapide al numero civico 42 riporta soltanto: “in questa casa il 5 novembre 1778 nacque Belzoni”.
Si torna ora alla chiesa di S. Sofia da cui si prende via S. Sofia; al n. 67 una targa ricorda che li sostò Napoleone Bonaparte. Completata la via, si arriva in via S. Francesco, proprio in corrispondenza della omonima chiesa. Si percorre la via ricca di portici andando verso destra e si arriva alla piazza contenente la mitologica tomba di Antenore, troiano fondatore di Padova. Accanto ad essa vi è la tomba del preumanista che promosse la realizzazione della tomba. Al n. 9 sorge un palazzo neogotico dove è ricordato un possibile soggiorno di Dante; a fianco vi è il cinquecentesco Palazzo Sala. Si attraversa poi la riviera Tito Livio, proprio nel punto In cui sorgeva un ponte romano sul Naviglio interno, dal cui interramento è stata ricavata la via.
Si arriva quindi in via 8 Febbraio, dove sorgono a destra l’Università, detta il Bo’ perché fu fondata sul sito di un albergo che aveva come insegna un bue, e a sinistra il Municipio.
L’università, fondata nel 1222, è la più antica d’Italia dopo quella di Bologna; possiede un bellissimo cinquecentesco cortile cinto da una doppia loggia decorata dagli stemmi di professori e studenti del secolo XVII.
Sempre in via 8 Febbraio sulla sinistra sorge l’ottocentesco caffè Pedrocchi in passato detto ”caffè senza porte” perchè aperto anche di notte.
Tornando un po’ indietro e passando davanti alla neogotica aggiunta del Pedrocchino, attraverso via Oberdan, si arriva alla Piazza della Frutta, sul cui lato meridionale vi è il Palazzo della Ragione, che però meglio si può apprezzare passando in piazza delle Erbe.
Le due piazze erano il centro della città medievale. Il Palazzo della Ragione fu costruito nel 1218 come sede del tribunale nel secolo successivo fu aggiunto il piano superiore e la grande copertura a carena. Nel 1420 a causa di un incendio andarono perduti gli affreschi di Giotto.
Al piano terra vi è ancora un pittoresco mercato coperto, mentre al piano superiore vi è un unico grandissimo salone, tra i più grandi del mondo, con affrescato uno dei rarissimi cicli astrologici medievali giunti sino ai nostri giorni.
Da piazza delle Erbe ci si dirige in Piazza dei Signori con l’elegante marmorea loggia della Gran Guardia sul lato meridionale, edificata nel XVI sec. In fondo alla piazza vi è l’Arco dell’Orologio, il primo orologio meccanico in Italia di Jacopo Dondi da Chioggia rifatto nel 1427/37. Nella piazza dei Signori vi è anche una colonna romana del 1°sec.d.C. col Leone di S. Marco, che faceva parte del colonnato di uno dei grandi mercati fluviali della lana di Patavium. A fianco della loggia della Gran Guardia vi è la via che porta alla Piazza del Duomo: sulla sinistra vi sono le alte arcate che facevano parte della facciata laterale del Monte di Pietà.
Il Duomo fu ricostruito nel 1552 su progetto di Miche-angelo Buonarroti, ma l’origine della chiesa è del IX sec. Sulla destra del Duomo è il Battistero, esempio d’arte romanico/lombarda del XIII secolo.
A questo punto ci si deve riportare alla Tomba di An-tenore in via S. Francesco e si svolta a destra in Via del Santo, che si percorre tutta fino ad arrivare alla piazza del Santo dove appare la basilica di S. Antonio, uno dei monumenti sacri più celebri al mondo.
Iniziata nel 1232, un anno dopo la morte del Santo, mescola elementi romanici (evidenti nella facciata), gotici, e orientali nei campanili e nelle cupole. Non è possibile descrivere l’enorme numero di sculture ed affreschi presenti all’interno; grandi artisti come Donatello e Sansovino vi hanno lasciato un’impronta indelebile.
Sul fianco destro della chiesa vi è la scuola del Santo e davanti alla basilica vi è il bronzeo monumento, opera di Donatello, al Gattamelata, come era nominato per la sua astuzia il condottiero della repubblica di Venezia Erasmo da Narni.
Dalla Piazza del Santo, per via Orto Botanico, superato il cinquecentesco ponte del Maglie, si raggiunge l’entrata dell’Orto Botanico dell’Università, il più antico d’Europa. Una visita all’interno (un itinerario nell’itinerario) permette di ammirare tra le innumerevoli specie di piante, alberi molto antichi, come la palma di Goethe, di oltre 400 anni di vita, un platano orientale di oltre 300 anni ed il primo esemplare di Ginkgo piantato in Italia.
Uscendo dall’Orto ci si porta poi in via Donatello che dà nello stupendo settecentesco Prato della Valle, una delle piazze più grandi d’Europa. Ai tempi dei Romani era la grande piazza del Teatro Zaire, mentre nel Medioevo vi si svolgevano i mercati degli animali; la sua attuale sistemazione, unica al mondo per la sua forma, fu architettata all’epoca del governo veneziano. Le 78 statue in pietra raffigurano personaggi legati alla storia della città.
Il settore sud-orientale della piazza, dove si conclude il nostro itinerario, è dominato dalla mole maestosa della rinascimentale basilica di S. Giustina, una delle più grandi chiese d’Europa.

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