Alabstro, Trasparenze di Volterra

18 marzo 2020 - 10:21

L’alabastro rappresenta una delle massime espressioni dell’artigianato
artistico italiano e trova negli artigiani di Volterra un motivo di
speranza per la sua conservazione e la sua rinascita.
Gli artigiani che esercitano la loro professione nella propria bottega
e con i propri strumenti, perpetuano una tradizione antica di due
millenni, difendendo il proprio ruolo, la propria identità e
dimostrando da sempre vitalità e capacità di crescita. All’interno dei
loro laboratori, dove la candida polvere di alabastro si posa ovunque,
è ancora oggi garantita la lavorazione a mano con il prevalere della
prestazione personale, e quindi artigiana, a quella moderna della
produzione in serie. Questa pietra, calda e luminosa, richiede infatti
una notevole perizia tecnica e una predisposizione estetica insita solo
in quegli artigiani che fanno della sensibilità artistica e
dell’abilità tecnica il proprio lavoro. Con un occhio attento alle
nuove evoluzioni di mercato e l’altro ad una tradizione che ha profonde
radici nel tempo, gli artisti dell’alabastro restano così padroni
dell’intero processo produttivo, insieme autori e interpreti del
proprio lavoro, della propria opera. Al turista che scopre Volterra non
può passare inosservata questa grande risorsa, sia culturale sia
economica, e visitando il centro storico sarà inevitabilmente attratto
dalle botteghe dell’alabastro, dove il più delle volte si può non solo
ammirare le opere esposte ma assistere anche alle delicate fasi di
lavorazione. Infatti il laboratorio artigiano sulla strada è centro di
produzione e di commercializzazione al tempo stesso.
In verità il
fascino dei manufatti in alabastro sta proprio nella constatazione che
questi sono passati per le mani di qualcuno che vi ha lasciato il segno
del suo lavoro e dello spirito della cultura artistica del luogo.

L’alabastro è strettamente imparentato con il marmo ma rispetto ad esso
è più tenero e lavorabile seppure meno resistente alle intemperie,
caratteristiche queste che lo rendono più idoneo alla realizzazione di
opere destinate ad ambienti interni e alla decorazione di oggetti
ornamentali ricchi di dettagli.Nelle cave presso Volterra l’alabastro,
in diverse colorazioni, è racchiuso all’interno di ovuli formati da
masse di gesso cristallizzato alternate a strati di marna argillosa.
Una volta che questi blocchi impuri vengono ripuliti, “pettinati” e
levigati ne rimane solo la parte interna della pietra, quella che sarà
poi adoperata dall’artigiano per la creazione di voluttuosi manufatti.
Una qualità bianchissima e traslucida, considerata fra le più pregiate
d’Europa, è estratta a profondità variabile da cinquanta a centro metri
nella zona di Castellina Marittima; si tratta della varietà di gesso
compatto conosciuta anche come Alabastro gessoso, dal colore bianco
latteo oppure variegato. Bianco, giallognolo oppure giallo verdastro,
talvolta variegato e translucido, sono invece i caratteri distintivi
dell’Alabastro calcareo orientale (oppure marmo onice). Quest’ultimo si
chiama anche Alabastro egiziano ad indicare che già nell’Antico Regno
era utilizzato nella creazione di giare, vasi, piatti e sarcofaghi,
approntati nelle camere funebri e nei santuari.
L’utilizzo
dell’alabastro risale quindi ad una delle civiltà più remote ed evolute
della storia, quella egizia; alcuni studiosi addirittura, sono propensi
a credere che l’appellativo stesso dato alla preziosa pietra derivi da
Alabastrum, antica città egizia dove veniva estratto e lavorato
l’alabastro. In Italia, ancor prima che venisse scoperto il marmo,
furono gli etruschi ad estrarre l’alabastro a cielo aperto ed a
lavorarlo con stile altamente artistico.

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