Museo della civiltà contadina e dell’ulivo di Pastena (Frosinone)

18 marzo 2020 - 10:24

In Ciociaria la monocoltura dell’olivo si è sviluppata da tempo
immemorabile e già nell’antichità queste terre producevano un olio
pregiato e ricercatissimo, ottenuto da una specie di ulivo detta
“liciniana”. Per questo tipo di pianta, che richiedeva un clima freddo,
era considerato adatto il suolo ghiaioso, come confermano testimoni
importanti quali Catone (De Agricoltura), Varrone, (De re rustica),
Plinio, (Historia Naturalis). Ora, gli stessi uliveti, piantati dai
progenitori “fino all’ultimo limite delle creste montane”, testimoniano
una preziosa continuità millenaria. Lo stesso nome “Pastena” pare che
derivi dal latino pastinatum (terreno smosso dalla zappa) o da pastinum
indicante una marra (grossa zappa). Una vocazione rurale intrinseca
quindi, dovuta innanzitutto al clima temperato e alla particolare
orografia del terreno, sub montano e collinare, che, tipico della media
dorsale appenninica, non rendendo economiche altre produzioni vegetali,
crea le condizioni per lo sviluppo dell’olivicoltura e della
viticoltura. Le attività lavorative, le tecniche del lavoro agricolo e
le tradizioni popolari tramandate nella zona si fondano tutte sulla
coltura dell’ulivo. È questo passato che il Museo della Civiltà
Contadina e dell’Ulivo vuole narrare e ricordare a quanti lo visitano.
Incastonato in pieno centro storico, tra un dedalo di vicoli, stradine
tortuose e corti tipicamente medioevali, il Museo è ospitato nei locali
sottostanti la Casa Comunale, all’interno di un palazzo ottocentesco di
proprietà dei Trani, una delle famiglie benestanti di Pastena. Accoglie
il visitatore un verde giardino, dove le piante d’ulivo fanno da
naturale prologo al nucleo originale del Museo, l’antico frantoio di
Trani. Un ambiente affascinante, dove trovano ancora posto la grossa
macina in pietra ed il torchio risalente al 1881. Il percorso
espositivo si articola in tredici sale, dove il ricordo degli antenati
si materializza in ciascuno degli oggetti esposti, permettendo di
scoprire modi, usi e tradizioni agricole che conservano intatto tutto
il fascino dell’antico e faticoso rapporto “uomo-lavoro-natura”. Gli
attrezzi, le suppellettili, i costumi, la biancheria, fanno parte di un
passato, che è costume, folklore, tradizioni popolari, cultura e,
quindi, testimonianza del modo di vivere degli uomini, dei loro
prodotti, simbolici, materiali, ideali. Ogni sala rappresenta uno
spaccato della vita contadina della zona: la “Sala Frantoio”, la “Sala
dei Mestieri”, la “Sala da Letto”, la “Sala Lavorazione del Grano”.
Numerose fotografie d’epoca, esposte nelle varie sale, permettono, di
visualizzare l’uso che veniva fatto dei diversi oggetti, la maggior
parte dei quali oggi non è più utilizzata, né prodotta. La vecchia
cucina è stata ricostruita completa di spianatora, mattera e camino; la
camera da letto è essenziale, e tuttavia completa con il letto in ferro
battuto, la culla, il comò, lo scaldaletto, e l’armadio dentro il quale
trovano posto gli antichi abiti e la preziosa biancheria della nonna.
L’angolo degli attrezzi presenta decine di pezzi d’epoca, come la pala
di legno per il grano, i gioghi per il bestiame utilizzati nel lavoro
della terra, la falce, il cava-finocchi, le lanterne della ferrovia, la
sella del buttero con la mazzarella, lo smielatore, lo svecciatore, le
grandi bagnarole, la pompa del vino a mano e molti altri ancora. Abiti
da sposa del primo Novecento, biancheria tessuta a mano dalle laboriose
massaie del luogo, costituiscono il frutto dell’incessante lavoro
femminile, testimoniato da un antico telaio. Nelle vetrine, inoltre,
sono raccolti piccoli oggetti del mondo della donna di un tempo: timbri
del pane, santini, libri, macchine per fare la pasta, borracce,
occhiali… Tutti gli oggetti esposti sono di proprietà dei cittadini di
Pastena, che hanno contribuito all’allestimento del “loro”museo con
amore e dedizione. La visita è guidata. Un gentile accompagnatore
illustra ai visitatori le collezioni esposte, raccontando la storia,
gli aneddoti, le curiosità della vita contadina di un tempo.

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