Il Tratturo Magno: un cammino dall’Aquila a Foggia

Un percorso a tappe sulle tracce delle tradizioni contadine: il Tratturo Magno traccia ancora oggi i fianchi dell'Appennino e dei colli abruzzesi e molisani. Un itinerario ideale per camminare a ritmo lento su antiche pagine di storia rurale

22 marzo 2023 - 10:14

I tratturi, in Appennino, sono molto di più che semplici sentieri.

Rappresentano il solco della tradizione, segnato da migliaia di uomini e animali, passati nel corso dei decenni per seguire i ritmi dell’allevamento.

Nella grande rete di percorsi della transumanza, i tratturi erano le autostrade dei pastori, in cammino su direzioni alterne a seconda dei ritmi delle stagioni.

Un’espressione di una cultura importante da essere stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019.

Oggi su queste tracce che non vedono più passare gli armenti è possibile ripercorrere a piedi quelle antiche rotte, transitando di borgo in borgo proprio come si faceva un tempo.

 

Camminare sul Tratturo Magno da L’aquila a Foggia

I 5 tratturi più famosi e frequentati erano quelli che attraversavano gli Appennini di Abruzzo, Molise e Puglia per consentire un collegamento tra i pascoli del Gran Sasso, della Majella e del Sirente Velino con le soleggiate pianure del foggiano.

Tra questi, il Tratturo Magno era il principale – nonché il più lungo di tutti.

Partiva dall’Aquila e giungeva fino a Foggia, seguito in maniera parallela da altri percorsi minori che si distaccavano dalle altre montagne.

Lungo la pista del Tratturo Magno le stazioni di posta consentivano ai pastori dei punti di sosta dove fermarsi a riposare, tra un pascolo e l’altro, tra una chiesetta di campagna e un borgo di montagna.

Il Tratturo Magno si snoda per 244 chilometri, e ha il suo simbolico punto d’inizio di fronte alla basilica di Santa Maria di Collemaggio – dove si riunivano le greggi in discesa dai pascoli d’alta quota.

Davanti alla sua facciata perfettamente rettangolare, decorata con motivi geometrici, un pratone verde accoglieva i pastori e dava il via al loro lungo cammino.

Una volta usciti dalla città, il tracciato raggiunge presto le aree di Onna, San Gregorio e San Demetrio ne’ Vestini, dopodiché approda a Prata d’Ansidonia.

Qui sfiora l’antica città italica di Pelutinium, un insediamento del popolo dei Vestini che è un sito archeologico. Oggi rimangono i resti di due cisterne e di un tempio che si affacciava sulla piazza forense, di un teatro e delle mura.

Da Pelutinium si prosegue verso la piana di Navelli, incontrando prima Caporciano e poi il celebre “borgo dello zafferano”.

Navelli – inserito anche nella lista dei Borghi più belli d’Italia – è infatti ancora oggi un importantissimo centro di produzione dello zafferano dell’Aquila DOP, che qui si coltiva già dal 1300.

In questo tratto di cammino si incontrano tante chiese rurali, molte delle quali costruite anch’esse con la tipica facciata squadrata come l’aquilana Santa Maria di Collemaggio.

Proseguendo lungo la valle del Tirino, si giunge presto poi a Capestrano, un borgo sovrastato dal Castello Piccolomini con i suoi due torrioni cilindrici e una torre quadrata.

Questo è il luogo dove, in una vigna, è stata rinvenuta la statuetta del Guerriero di Capestrano, un reperto antichissimo risalente al VI secolo a.C. che raffigura uno degli ultimi re dei popoli dell’Abruzzo, ed è il simbolo di tutta la regione.

Dopo Capestrano si svalica raggiungendo il versante dell’Appennino che guarda verso l’Adriatico, toccando il piccolo borgo di Corvara.

Un luogo magico abitato oggi da sole tre persone, dai connotati così rurali da essere stato anche scenografia di film.

Sul percorso verso il mare si toccano Cugnoli e Alanno, Nocciano e Rosciano, e si scende fino a Chieti.

Da qui non si prende la via del mare, ma si prosegue serpeggiando tra i colli in direzione Lanciano.

Costruita tra l’Adriatico e la Majella, questa città conserva un bellissimo centro storico medievale.

Dalla Piazza Plebiscito sono quattro gli antichi rioni che si sviluppano, sovrastati dalla maestosa chiesa di Santa Maria Maggiore con il suo campanile quadrangolare.

Da Lanciano si avanza poi verso Fossacesia, si supera il fiume Sangro e si arriva a Vasto.

Anche qui, vale la pena un detour verso il centro cittadino, per affacciarsi dalla sua balconata sull’Adriatico e godersi il blu del mare.

In pochi chilometri si raggiunge il Molise.

Nella regione con il più piccolo affaccio marino d’Italia si cammina per Montenero di Bisaccia e Petacciato, poi si punta di nuovo verso l’entroterra dirigendosi verso la valle del Biferno e passando per Guglionesi e Portocannone.

Il paesaggio è mutato radicalmente dal punto d’inizio: di fronte c’è solo un’immensa pianura.

Dopo essere approdati nel Tacco d’Italia a Chieuti, si percorre l’ultimo tratto – che è anche quello più pianeggiante – fino a Foggia, dove si incontra un altro dei 5 tratturi regi: quello proveniente da Celano.

Ogni anno dal 2007, viene organizzato un Cammino collettivo lungo il Tratturo Magno in dieci tappe, che segue il tracciato principale. Tutte le informazioni sul sito di Tracturo 3000.

 

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