Gli errori più comuni che rovinano un trekking: quali sono e come evitarli

Le guide escursionistiche conoscono bene gli errori che più spesso mettono in difficoltà gli escursionisti: attrezzatura sbagliata, allenamento inadeguato, abbigliamento inadatto. Vediamo gli errori più comuni sui sentieri e i consigli per evitarli e camminare in sicurezza

8 dicembre 2025 - 13:31

Le cattive abitudini più diffuse tra gli escursionisti

Chi cammina spesso da solo o con gli stessi compagni tende a costruirsi piccole abitudini che diventano routine. Alcune sono ottime, altre meno.

Le guide escursionistiche, invece, accompagnano gruppi diversi in ogni stagione: persone con esperienze, età, aspettative e preparazione molto differenti.

Per questo hanno un osservatorio privilegiato su ciò che funziona e ciò che, puntualmente, crea problemi.

Il risultato è una sorta di “catalogo degli errori ricorrenti”: utilissimo per chi vuole affrontare un’escursione in modo più sereno, efficiente e sicuro.

Attrezzatura troppo economica o non testata

Una guida con anni di esperienza racconta un fenomeno diffusissimo: l’attrezzatura scelta solo in base al prezzo.

È comprensibile voler contenere la spesa, ma alcuni elementi – stoviglie da campo, materassini, sistemi di idratazione – non possono essere affidati al caso.

Molti arrivano con zaini di bassa qualità che si rompono dopo pochi chilometri o con bastoncini difficili da regolare.

La soluzione?

  • Noleggiare l’attrezzatura nei negozi specializzati;
  • Chiedere in prestito a un amico;
  • Oppure investire in componenti che durano anni.

Un dettaglio rilevante emerso dal racconto di una guida: molti escursionisti si presentano il giorno dell’escursione con attrezzature che non hanno mai provato prima.

Una scelta rischiosa, perché non sapere come funziona un fornello o come si regolano zaino e bastoncini comporta rallentamenti e, a volte, situazioni scomode.

Zaini troppo pesanti e ingombranti

La paura di non avere tutto ciò che potrebbe servire porta molte persone a riempire lo zaino di oggetti superflui: due coltellini multiuso, troppo cibo, abbigliamento inutile, una marea di accessori “che pesano poco”.

Ma, come ricordano le guide, “i grammi diventano chili e i chili diventano fatica”.

Ciò che emerge dal loro racconto è un punto chiave: non si deve preparare lo zaino per tutti gli scenari possibili, ma per lo scenario più probabile, seguendo la lista fornita e affidandosi all’esperienza della guida stessa.

Arrivare senza allenamento: il grande classico

Le guide sottolineano che l’allenamento non riguarda solo la resistenza, ma anche l’adattamento a percorsi con fondi irregolari.

Molti escursionisti fanno attività fisica regolare… ma su terreno pianeggiante: tapis roulant, strade asfaltate o percorsi di città.

Tuttavia, il sentiero richiede equilibrio, propriocezione e capacità di reagire a radici, sassi, gradini naturali e in generale su terreni in cui è facile inciampare

Un consiglio semplice è quello di:

  • allenarsi in parchi urbani o appena fuori città,
  • camminare su prati, sterrati, sentieri cittadini,
  • scegliere percorsi con gradoni naturali.

Sono esercizi alla portata di tutti che migliorano davvero la performance sul sentiero, migliorando equilibrio e capacità di affrontare sentieri sconnessi.

Scarponi nuovi il giorno dell’escursione

Un errore che le guide vedono molto più spesso di quanto si pensi: arrivare il giorno dell’escursione con scarpe appena acquistate.

La conseguenza? Vesciche assicurate, dolore, andatura compromessa e continue soste.

Il consiglio è chiaro: le calzature vanno provate con anticipo, anche solo durante brevi passeggiate quotidiane, per dare modo al piede e ai materiali di adattarsi.

Pensare che la propria attrezzatura sia adatta ovunque

Le guide riportano un altro errore frequente: dare per scontato che un equipaggiamento che “ha funzionato benissimo l’ultima volta” funzionerà sempre.

In realtà ogni ambiente richiede accorgimenti specifici:

  • non tutte le scarpe performano allo stesso modo su terreni e in condizioni ambientali diverse;
  • alcuni materiali si comportano diversamente con il freddo;
  • i sacchi a pelo hanno un range termico da rispettare.

La prevenzione passa da due gesti semplici: informarsi e seguire la lista di attrezzature fornita dalle guide

Zaini disordinati che fanno perdere tempo

Una guida alpina racconta che lo zaino è una “radiografia” dell’escursionista: non per estetica, ma per efficienza.

Ricercare qualcosa nel caos di tasche troppo piene, oggetti agganciati all’esterno o capi infilati a caso rallenta l’intero gruppo e aumenta il rischio di perdere attrezzatura.

Un metodo pratico che le guide raccomandano:

  • fare una prova di carico a casa,
  • stabilire un ordine logico: in alto ciò che serve spesso, in basso ciò che serve solo a fine escursione,
  • evitare accessori penzolanti che possono incastrarsi tra rami e rocce.

_ Scopri come caricare bene lo zaino da trekking

Non sapere usare ciò che si è comprato

Un tema ricorrente nei racconti delle guide riguarda gli escursionisti che, sul sentiero, scoprono per la prima volta come funziona il loro zaino nuovo, come si accende un fornello o come si indossano le ghette.

Le guide aiutano volentieri, ma imparare in anticipo è un gesto semplice che evita imprevisti.

Basta una sessione di prova di dieci minuti a casa per evitare di incorrere in problemi durante il trekking.

In ogni caso, è una buona regola da seguire, quella di provare e testare tutte le attrezzature prima di uscire di casa.

Dalla torcia al kit di primo soccorso, passando per le ghette e il sacco a pelo, è fondamentale che tutto quello che ci portiamo sia integro e funzionante.

Idratazione e alimentazione: le abitudini di casa non valgono in montagna

Molti trekker affermano, quando le guide invitano ad idratarsi, rispondono: “Io non bevo così tanto di solito”.

Ma la montagna, il movimento continuo e lo zaino pesante sulle spalle comportano un maggiore sforzo e una sudorazione elevata: si perde liquido più rapidamente, anche senza accorgersene.

Le guide invitano a bere e mangiare con regolarità, soprattutto carboidrati e grassi semplici, più efficaci come carburante durante uno sforzo prolungato.

Le proteine possono aspettare la sera. In ogni caso prediligere sempre cibi leggeri e facili da digerire, anche durante la pausa pranzo sul sentiero.

_ Scopri cosa mangiare durante un trekking

Freddo: ignorare i segnali è un rischio

Molti escursionisti, specie nelle mezze stagioni, aspettano di avere davvero freddo prima di aggiungere uno strato al loro abbigliamento.

Le guide sconsigliano questo comportamento: poiché recuperare calore è più difficile che conservarlo.

Appena si avverte un brivido o si nota che la temperatura sta calando per l’arrivo delle nuvole o il calar del sole, è il momento di fermarsi un minuto e indossare un strato aggiuntivo.

L’ipotermia è un pericolo per le escursioni in montagna, specie quando camminiamo in inverno, magari sulla neve.

_ Scopri come prevenire l’ipotermia

_ Scopri come ci si veste per un trekking

Pause disordinate che fanno perdere tempo

Un gruppo che si ferma senza un criterio può perdere anche mezz’ora per una singola pausa. Una guida racconta la scena tipica:
uno si ferma per bere, un altro decide di togliere la giacca, un altro ancora cerca uno snack… e la pausa sembra non finire mai.

La soluzione migliore?

  • Soste programmate (es. ogni ora).
  • Timer da 10 minuti per tutti.
  • Avviso prima della ripartenza.

Questo permette di mantenere un ritmo costante e arrivare a fine tappa senza affanno.

La vergogna delle micro-regolazioni

Sassolini nella scarpa, lacci troppo lenti, bastoncini alla misura sbagliata: piccoli fastidi che, se ignorati, diventano problemi.

Molti evitano di fermarsi “per non rallentare il gruppo”, ma le guide insistono: meglio 20 secondi ora che dieci minuti di dolore dopo.

Il messaggio è semplice: un trekking non è una gara, ma un viaggio condiviso.

Camminare meglio significa camminare con consapevolezza

L’esperienza delle guide mostra che gli errori non derivano da incapacità, ma da cattive abitudini automatiche: mancanza di pratica, scarsa pianificazione o inesperienza nel preparare l’equipaggiamento.

Correggerle richiede poco, ma fa una grande differenza.

Prepararsi, informarsi, ascoltare il proprio corpo e conoscere il proprio zaino e il suo carico: sono gesti che permettono di vivere il trekking nella sua forma più autentica.

Con più sicurezza, più tranquillità e più attenzione a ciò che davvero conta: la gioia del cammino e il legame con la natura.

 

_ Leggi gli altri nostri articoli con consigli sul trekking e l’outdoor

 

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