Come camminare sui terreni difficili: i consigli per affrontare sentieri complicati

Per salire, scendere o attraversare terreni molto ripidi o dove il fondo è scivoloso e sdrucciolevole non basta mettere un piede davanti all'altro ma occorre un minimo di tecnica del camminare. Eccovi quindi qualche consiglio che vi potrà evitare qualche “sederata” di troppo.

7 settembre 2023 - 7:00

L’aderenza non dipende solo dal grip della suola dei nostri scarponi ma anche dal peso che riusciamo a scaricare sui piedi: più pressione riusciamo a esercitare sui punti di appoggio, minore diventa il rischio di scivolare.

Su terreno ripido e sdrucciolevole, l’istinto (o meglio, la paura!) ci spinge a “frenare”, portando il busto, e quindi il baricentro, all’indietro.

In questo modo, però, si alleggerisce il peso sui piedi, che perdono aderenza e scivolano in avanti.

In queste condizioni è meglio tenere le ginocchia piegate e il busto flesso in avanti, il baricentro resta così ben posizionato sopra i piedi.

 

Meglio un passo corto ma sicuro

Qualche volta, nelle discese su terreno ripido molto sdrucciolevole (tipo ghiaioni) può essere utile adottare la tecnica del mezzo passo.

In questo caso ci si posiziona con il busto e con i piedi laterali rispetto al pendio; si carica il peso sul piede più in alto e si abbassa quello inferiore.

Con uno spostamento del baricentro verso valle si carica poi il piede basso, si riavvicina il piede a monte e così via.

Incrociare il passo nei passaggi difficili

A volte il mix inclinazione + scivolosità del terreno, che può essere causata da fango, ghiaia o erba bagnata, diviene così “letale” da rendere estremamente faticosa e instabile anche la salita.

In queste condizioni, camminando normalmente, la superficie della suola che ad ogni passo appoggia sul terreno si riduce sempre di più con l’incremento della pendenza, aumentando così la fatica della progressione e il rischio di perdere aderenza.

Possiamo però “ingannare” l’inclinazione posizionandoci con i piedi e il bacino ruotati a destra o a sinistra rispetto alla linea di salita (proprio come se stessimo procedendo in traverso).

In questo modo il piede che fa da punto di appoggio riesce ad avere sempre un buon contatto col terreno.

Per procedere si sposta il bacino in modo da portare tutto il peso sul piede a monte.

A questo punto possiamo muovere il piede a valle incrociando le gambe e portandolo più in alto rispetto a quello su cui poggiamo.

Un nuovo spostamento a monte del bacino ci consente di caricare il peso sul piede incrociato e di effettuare un altro spostamento verso l’alto e così via.

Esemplificazione della salita con la tecnica del “passo incrociato”

Elogio del piede a banana

Il “piede a banana” tanto vituperato dai calciatori, trova il suo riscatto nella tecnica della camminata in traverso su terreno ripido.

La normale camminata con busto e piedi rivolti nella direzione di marcia, in queste situazioni, favorisce lo spostamento del baricentro verso monte, che equivale alla perdita di aderenza del piede a valle, che equivale a sua volta a una probabile scivolata con coscia scartavetrata.

In caso di coscia scartavetrata vi possono essere utili i nostri consigli sul kit di primo soccorso.

Ecco però che il piede a banana viene in nostro soccorso: basta, infatti, procedere tenendo il piede a valle ruotato verso l’esterno per ottenere un effetto stabilizzante.

Con questo accorgimento, infatti, il piede appoggia “di piatto” e non di taglio, sfruttando così tutta la superficie della suola per l’aderenza.

Inoltre, con questa rotazione del piede, viene quasi spontaneo ruotare e piegare leggermente anche il busto verso valle, contribuendo a mantenere il baricentro sul punto di appoggio.

Traversata con piede ruotato verso valle, utile su terreni ripidi e sdrucciolevoli

Quando dobbiamo arrampicarci

Non manca mai, sulla “cattiva strada” dell’escursionista qualche passo dove improvvisarsi rocciatore (ad esempio piccoli saltini o roccette).

Per affrontare in salita questi brevi tratti di arrampicata è importante ricordarsi un consiglio essenziale: tenere le mani in basso, in modo che afferrino appigli posizionati all’altezza della testa (o poco sopra).

A questo punto si sale con i piedi e si sale spingendo con le gambe (non tirando con le braccia!), proseguendo poi nella ricerca degli appigli posizionati più in alto.

 

 

Prima di affrontare il saltino in discesa è bene invece portarsi verso il bordo, tenendo i piedi alti, abbassando le mani il più possibile e portando in fuori il sedere.

In questo modo potremo visualizzare bene gli appoggi sottostanti da raggiungere e manterremo una buona pressione sul piede di appoggio.

 

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