Adult man hiker sit on chair and read map look for the right way on camping trip
Con l’arrivo della primavera l’ambiente montano si trasforma profondamente: le temperature aumentano, la neve inizia a fondere e i sentieri si rendono via via accessibili.
Questa rinascita della natura, tuttavia, nasconde delle insidie: valanghe da fusione, ponti di neve instabili, smottamenti e frane da saturazione idrica rendono la primavera una delle stagioni più complesse per affrontare l’outdoor in sicurezza.
In questo contesto la capacità di leggere e interpretare con precisione una carta topografica, i bollettini delle valanghe e le condizioni meteo diventa uno strumento imprescindibile per ogni escursionista.
Ph.: Gettyimages/Wojciech Kozielczyk
Non basta infatti seguire una traccia Gps: occorre conoscere il territorio, comprendere la sua morfologia, stimare eventuali pendenze, valutare i versanti e anticipare i rischi.
Ecco alcuni consigli per usare al meglio la cartografia Cai, le curve di livello, i bollettini nivometeorologici e i principali strumenti digitali nella pianificazione delle uscite primaverili.
I bollettini valanghe, diffusi da Aineva, Meteomont oppure dalle Arpa regionali, sono fondamentali durante qualsiasi uscita primaverile.
In questo periodo dell’anno il pericolo maggiore, specialmente in alta montagna, sono le cosiddette valanghe da fusione: colate di neve bagnata, spesso imprevedibili, che si staccano spontaneamente dai pendii quando il sole li scalda.
Molti si concentrano soltanto sul grado di pericolo, espresso in scala 1 a 5, tuttavia è altrettanto importante leggere l’intero bollettino.
Infatti, vanno considerati anche i seguenti fattori:
Un’escursione pianificata al mattino presto, sfruttando il rigelo notturno, può ridurre notevolmente questo tipo di rischio.
Per questa ragione, saper leggere un bollettino con un occhio esperto è una competenza quasi essenziale.
Le carte topografiche CAI in scala 1:25.000 sono un riferimento fondamentale per orientarsi nell’ambiente montano.
In primavera, però, è importante leggerle con una lente diversa considerando questi fattori:
Per rafforzare la lettura, poi, è utile confrontare la mappa cartacea con immagini satellitari o strumenti digitali che consentono di visualizzare tridimensionalmente il territorio.
Le curve di livello sono uno strumento spesso sottovalutato, eppure sono indispensabili per capire la morfologia del terreno.
Leggendole nel modo corretto, infatti, è possibile identificare i tratti più ripidi, dove le curve sono più ravvicinate, oppure valutare le pendenze tra i 30 e i 45 gradi, che sono quelle più esposte al rischio di valanghe da fusione.
Non da meno, le curve di livello risultano utili per riconoscere canaloni, conche e avvallamenti, punti in cui la neve tende ad accumularsi e, in fase di fusione, a scaricare.
Ph.: Gettyimages/dusanpetkovic
Esistono diverse app e strumenti che calcolano automaticamente le pendenze a partire da tracce Gpa o mappe digitali (come Gaia GPS o Fatmap).
Tuttavia, sviluppare la capacità di leggerle direttamente sulla carta resta fondamentale per ogni escursionista che voglia definirsi consapevole.
Oltre alla neve, la primavera porta con sé un altro nemico silenzioso: l’acqua. Il terreno, reso instabile dallo scioglimento e dalle prime piogge abbondanti, può generare frane, smottamenti ed erosioni inaspettate.
Osservando con attenzione la cartografia, si possono identificare tutti i punti più a rischio:
È sempre una buona norma controllare anche i bollettini idrogeologici regionali, che spesso segnalano frane attive oppure situazioni critiche aggiornate.
Le cartografie digitali offrono strumenti potentissimi per pianificare e monitorare le escursioni, ma non sostituiscono l’analisi critica.
App come Outdooractive, Komoot, ViewRanger o Fatmap permettono di visualizzare in tempo reale: curve di livello, mappe CAI, esposizione dei versanti, grado di pendenza, bollettini valanghe integrati e condizioni meteo anche in tempo reale.
Sono un supporto valido, tuttavia vanno sempre affiancate a una valutazione ragionata del percorso e delle condizioni.
Avere consapevolezza della propria traccia e degli eventuali scenari di rischio è ancora oggi la miglior tecnologia che possiamo portare nello zaino.
_ Leggi gli altri articoli su salute e benessere
Seguici sui nostri canali social!Instagram – Facebook – Telegram