Il Corno Birone è uno sperone roccioso posto sulla parete Sud-Est del M.te Rai che guarda direttamente verso i laghi di Oggiono e Annone e verso la pianura percorsa dal tracciato della SS36 La conformazione dello sperone roccioso caratterizzato da un declivio molto aspro verso Sud e da crinali dolci ad Est e ad Ovest permettono una visuale a 360° consentendo un’ottima veduta sui laghi di Annone e Oggiono , ma anche verso la città di Lecco e le cime che la sovrastano (Resegone e Grigne) oltre che verso le vette del Triangolo Lariano . Escursione impegnativa, sia fisicamente che tecnicamente:il percorso qui descritto ha come partenza ed arrivo nei parcheggi adiacenti al santuario di San Michele a Valmadrera. Dall’acciottolato che porta al Santuario si segue un sentiero a sinistra in un prato indicato con il nome di Lucio Vassena.Si passa presto in un boschetto piuttosto ripido che, con tornantini sapientemente tracciati, fa guadagnare ben presto quota. La prima parte del sentiero coincide con il percorso naturalistico dei sassi erranti.Tali massi vennero trasportati per molti chilometri dall’espansione del ghiacciaio dell’Adda, per poi essere depositati dove si trovano attualmente durante la fase di ritiro del ghiacciaio stesso.Al riguardo l’esempio più affascinante è rappresentato dal cosiddetto “Sass Negher” (Sasso Nero). Si tratta di un grande masso di forma trapezoidale di colore nero, in netto contrasto con la tipologia di rocce che lo circondano. Tale masso è stato, molto probabilmente, strappato dalla massa glaciale in Valmalenco e trasportato, dopo la confluenza con la Valtellina e successivamente con la Valchiavenna, lungo tutto il tragitto dell’attuale lago di Como fino alla sua posizione odierna sopra Valmadrera. A causa delle sue grosse dimensioni , nonché per il contrasto con l’ambiente che lo circonda e per la sua posizione sospesa lungo il deposito morenico sopra a Valmadrera, il Sass Negher è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia come “Monumento Naturale” degno di tutela e salvaguardia. Morfologicamente il “Sass Negher” è un blocco di serpentino, il cui colore alla frattura fresca è verde scuro con venature chiare, ma la sua lunga esposizione agli agenti atmosferici ne ha alterato il colore in nero. La nostra escursione merita una breve sosta per ammirare e fotografare tale monumento offerto dalla natura.Si arriva più avanti ad un bivio senza segnalazioni:si segue la traccia di sinistra che porta alla al Ceppo della Forcola.Qui il sentiero esce allo scoperto e diventa spettacolare. In questa fase del percorso volgendo lo sguardo a nord-ovest si ammira la meta finale (Corno Birone versante sud-est) e ci si rende conto di quanto sia selvaggio, solitario ed incontaminato il paesaggio che ci circonda stretti come siamo in una gola della montagna. In questo habitat è facile intravedere il muflone.Al Ceppo della Forcola, si incontrano le deviazioni a destra per S. Tomaso e a sinistra per la Abbazia di S. Pietro al Monte. Trascurandole entrambe, si prosegue con forte pendenza lungo il costone, alternando tratti con vegetazione ad altri con roccette spesso affacciati su impervi canaloni, mentre alle spalle l´ esposizione col progredire della salita diviene sempre maggiore. Utilizzando talvolta le mani in appoggio, si prosegue superando un paio di passaggi attualmete attrezzati con catene, per arrivare infine al crestone sommitale, a sinistra del quale si raggiunge la vetta(1116 mt.). Sulla vetta troviamo, oltre che alla croce ,un monumento votivo a Maria Regina dei Monti della comunità di Birone in Giussano (Mi), con al suo fianco un porta lampada votiva. Ora per ampliare l´ escursione, compiendo un entusiasmante percorso ad anello,si può proseguire lungo la cresta trascurando le segnalazioni che poco più avanti a sinistra rimandano all ´ Abbazia di S. Pietro al Monte, raggiungendo il Monte Rai (1259), deturpato da una orrenda, ciclopica torre delle telecomunicazioni. Continuando sempre verso est, si giunge facilmente al Monte Prasanto (1245), dal quale si possono ammirare le grandi falesie calcaree che salgono al Sasso Malascarpa (1178), nei cui pressi si giunge senza particolari difficoltà , ma che richiede qualche passo di arrampicata per arrivare in vetta. Con magnifica vista sui ´campi solcati´, eccezionali formazioni calcaree, sempre procedendo ad E si discende uno scivoloso sentiero con roccette e gradini in legno che termina alla Colma di Ravella (997), dalla quale in breve si è alla Fonte del Fo´, lungo la quale si scende a S. Tomaso, ameno terrazzo prativo. Tenendosi a destra, si imbocca il sentiero delle Marmitte (Taja Sass), piuttosto impegnativo ma recentemente attrezzato con catene che tuttavia non richiedono l´ utilizzo del kit da ferrata. Entrati nella forra della Val Molinata, dove scorre il torrente Inferno, lo si segue sfruttando i vari tratti attrezzati, per arrivare infine alla chiesetta di S.Martino.