Tourism in little town of Ariano Irpino
Si dice che qualsiasi cammino cominci una volta lasciata la propria casa ed esistono tanti cammini quanti sono i pellegrini che lo percorrono.
Il Pellegrinaggio è un atto volontario con il quale un uomo abbandona i luoghi a lui consueti, le proprie abitudini, il proprio ambiente affettivo, per recarsi in religiosità di spirito fino al luogo di culto che si è liberamente scelto, o che egli si auto-impone per penitenza.
Proprio come le Compagnie dei pellegrini di una volta, guidate da priori, curati, sindaci e confraternite a seguito di uno stendardo, così oggi i moderni gruppi di devoti iniziano il proprio cammino sulla scia di un antico emblema/reliquario scettro e, al tempo stesso, testimone che accomuna tutti lungo il percorso, simile alle antiche Tavole della Legge di biblica memoria.
Ph.: da olevanoproloco.it
I mesi più adatti per il pellegrinaggio sono maggio, quando piste e sentieri sono asciutti e la stagione dei lavori nei campi non ha avuto ancora inizio, e settembre.
Questi sono anche i mesi della transumanza, la liturgia e il culto vengono modulati sulle date pastorali; per questo a maggio si celebrano le festività nei Santuari, meta del viaggio dei viandanti.
Il pellegrinaggio è una pratica religiosa e come tale ha inizio e termine in chiesa con la benedizione Eucaristica. Non è forse l’Eucarestia viatico e non solo per i moribondi?
Sono in pochi a compiere materialmente il pellegrinaggio, a parteciparvi spiritualmente e moralmente, invece è tutto il popolo – quel popolo che saluta la partenza della Compagnia e che attende con ansia – che accoglie festoso e desidera conoscere i particolari del viaggio, soprattutto se gli incarichi spirituali commissionati ai pellegrini sono stati fedelmente eseguiti.
Da Novi Velia si raggiunge il Ponte della Torna (m 658), da dove un sentiero si inoltra in un bosco di faggi, castagni, carpini e abeti.
Il lastricato dell’antica via comincia a salire con stretti tornanti in direzione Sud e dopo alcuni minuti si giunge in prossimità della sorgente Fiumefreddo (m 1042).
Più avanti, presso un colle (Prociglioli, 1065 metri), il sentiero si apre su una distesa prativa.
Nei pellegrinaggi di una volta qui si raccoglievano le Compagnie di pellegrini provenienti dai siti più lontani: calabresi, lucani e pugliesi. La Via dei Pellegrini è una successione di gradinate in pietra scavate nella roccia.
Salendo, compare un accatastamento piramidale in pietre, al suo vertice è incastrata una croce in ferro battuto, testimonianza di un antico pellegrinaggio: la composizione simboleggia un monte di gioia.
Ph.: Gettyimages/MattRied
Legati alla croce in ferro e infilati tra le pietre, alcuni fazzoletti annodati rappresentano l’antica devozione espressa dal credente che lascia qualcosa di suo, di tangibile: segno del passaggio di fede.
Giunti in quota c’è Valico della Croce di Rofrano (m 1620), dove un gigantesco Monte di Gioia, testimonia la penitenza dei pellegrini che hanno qui condotto il proprio carico del peccato per espiare colpe e chiedere grazie.
Alle spalle sale una gradinata in basoli. Al termine c’è un primo piazzale circolare (la rotonda) con un monolito sormontato da una croce in pietra.
In breve si giunge all’ampio piazzale (m 1705) in cima del Monte Sacro-Gelbison dove sono presenti il Santuario della Madonna di Novi, antica struttura in pietra, la Chiesa di S. Bartolomeo, la Ciampa di Cavallo (guglia in roccia calcarea, il posto più visitato dai pellegrini) ed il Campanile.
Difficoltà: E, prestare attenzione in caso di nebbiaDislivello: + 1090 metriTempo di percorrenza: 4 ore circa
Questo itinerario di 3 chilometri accompagna l’escursionista alla scoperta dei meravigliosi spettacoli della natura e della fede nell’antro ipogeo “sacro” agli olevanesi.
Da Ariano (m 161) una sterrata costeggia la valle del fiume Tusciano, dove si stacca una pista che sale per uno stretto sentiero. Presso un masso è visibile l’impronta di un piede caprino.
La tradizione popolare dice che sia stata lasciata da Satana scacciato dall’Arcangelo.
Seguendo il sentiero, attrezzato con passamani in legno, quasi inaspettatamente compare (m 463) l’ingresso della grotta. Prima di accedere conviene visitare il rudere (mura merlate) del Giardino di Papa, dei primi monaci bizantini.
Varcato l’ingresso della grotta, uno spettacolo di incomparabili bellezze fatte di arte, religione, storia, architettura e speleologia, attira lo sguardo.
L’attenzione ricade sulla ricchezza di stalattiti e stalagmiti e dal misterioso fascino suscitato dalle cappelle. Un’ampia scalinata conduce al piazzale circolare con due chiesette decorate di affreschi.
La più grande, Cripta di S. Michele, ha pianta rettangolare ad unica navata e le mura laterali coperte da affreschi sulla vita di Cristo, con i Miracoli e Santi realizzati dai monaci basiliani.
Sulla parete calcarea, in una nicchia ricavata tra le stalattiti, c’è la statua lignea dell’Arcangelo; una terza cappella presenta due finestre sulle mura laterali.
A sinistra una chiesetta rettangolare, con mura perimetrali alleggerite da finestre con gradinata ne consente l’accesso.
Oltre la Cripta hanno inizio gradini scavati nella roccia calcarea che portano alla Cappella Sangue degli Innocenti (con cupola semisferica) posta in cima a un’altura, al centro della grotta.
Questa presenta una cupola semisferica con monofora.
Accanto c’è un disco marmoreo con un foro che, come narra la tradizione locale, raccoglieva il sangue di alcuni bambini uccisi dai banditi.
Difficoltà: EDislivello: + 300 metriTempo di percorrenza: 3 ore circa
Gerardo Maiella, Missionario Redentorista, è invocato in tutto il mondo come il Santo delle mamme e dei bambini.
Spentosi a Materdomini il 16 ottobre del 1755 alla giovane età di 29 anni, la sua breve esistenza sarà nota come la “Vita meravigliosa di san Gerardo Maiella”.
Questo itinerario ripercorre la strada che i pellegrini da Montella seguivano per andare in pellegrinaggio al Santuario, in occasione della festa del Santo il 5 e 6 e il 16 Ottobre.
Ph.: Gettyimages/lucamato
Dal Santuario di S. Francesco a Folloni (Montella) si svolta a sinistra su strada asfaltata.
Dopo poche centinaia di metri, subito dopo il ponte sul Fiume Calore si svolta a sinistra al secondo incrocio prendendo una interpoderale.
Seguendola per circa 2,5 chilometri in una curva incontriamo un sentiero sulla destra in direzione Nord – NordEst.
Si segue il sentiero fino alla località “Tagliabosco” dove ci inseriamo nuovamente sull’interpoderale e puntando in direzione Est proseguiamo il cammino, fra fattorie e campi coltivati.
Al primo incrocio, prendiamo a destra e al successivo, dopo circa un chilometro ancora a destra per la Chiesa della Madonna di Fontigliano, antica Abbazia Benedettina, fondata in epoca Longobarda e soppressa nel 1460.
Da qui attraversando una pineta si raggiunge la strada. Nella prima curva che incontriamo, si taglia dritto per immettersi su una interpoderale che attraversa campi coltivati prima e secolari castagneti poi, mantenendosi alle falde del Montagnone di Nusco.
Dopo circa 4 chilometri abbandoniamo la strada asfaltata presso una fattoria e imbocchiamo un evidente sentiero di fronte a noi che ci porterà in località Oppido.
Da qui puntiamo, rincontrando la strada asfaltata, verso il Bosco Difesa di Caposele.
Attraversatolo, intravediamo in lontananza il Santuario di S. Gerardo Maiella.
Dopo 3 chilometri attraversiamo il paese di Caposele.
D’obbligo la visita alle meravigliose sorgenti del fiume Sele; da qui un chilometro ancora e siamo al Santuario dove finisce l’itinerario.
Difficoltà: ETempo di percorrenza: 7 ore
Il sito ufficiale della Pro Loco di Olevano
Un sito dedicato a San Gerardo Maiella, la sua storia, le chiese e i santuari
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