summer view of Cevedale mountain with a small lake in Stelvio National park, Trentino, Italy.
Il Cevedale, con i suoi 3769 metri, si erge nelle Alpi Retiche meridionali come una delle cime più iconiche del gruppo Ortles. Situato al confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, è una meta che affascina escursionisti e alpinisti per la bellezza severa dei suoi paesaggi e per la varietà degli ambienti attraversati.
In estate, quando le temperature più miti rendono accessibili le alte quote, il massiccio si trasforma in un paradiso di sentieri che si snodano tra prati fioriti, laghetti alpini e ghiacciai che ancora resistono al passare delle stagioni.
L’aria fresca e pulita regala una sensazione di rinascita a ogni passo, mentre lo sguardo spazia verso orizzonti ampi, dalle vette dell’Adamello alle catene rocciose del Bernina, fino alle sagome lontane delle Dolomiti di Brenta.
Chi si avventura verso il Cevedale vive un’esperienza che va oltre la semplice salita: è un viaggio in un ambiente autentico, lontano dalle rotte più turistiche, dove il silenzio è interrotto solo dal vento e dallo scricchiolio della neve.
Per gli amanti delle ascensioni glaciali, la parete nord del Cevedale è un itinerario dal fascino raro.
Il contesto è grandioso: ampie distese di neve e ghiaccio, seracchi che brillano alla luce del sole, crepacci profondi che raccontano la storia millenaria di questo ghiacciaio.
La salita, pur non essendo tra le più tecnicamente estreme delle Alpi, richiede esperienza e preparazione. Ramponi e piccozza sono indispensabili, così come la corda per muoversi in sicurezza, soprattutto nei tratti più insidiosi.
Ph.: Gettyimages/facebook.com/rifugiocasati3269
In estate la via è frequentata, ma resta un terreno che non ammette superficialità: le condizioni cambiano velocemente, e il rispetto per l’ambiente e per le regole dell’alpinismo è parte integrante dell’esperienza.
Durante l’ascesa, a ogni sosta, lo sguardo può spaziare verso le altre vette del gruppo Ortles-Cevedale, dove le sfumature delle rocce si alternano al bianco abbagliante dei nevai.
Prima di affrontare questo itinerario, è bene consultare le condizioni aggiornate e leggere attentamente le “Informazioni utili” delle guide alpine o dei rifugi, per pianificare al meglio l’escursione e affrontarla con la giusta consapevolezza.
Uno degli accessi più suggestivi alla cima parte dal Rifugio Casati, a quota 3254 metri.
Questo rifugio, affacciato su un panorama a perdita d’occhio, è un punto di sosta strategico per chi affronta il Cevedale. Dal Casati il Passo del Cevedale è già visibile, così come buona parte dell’itinerario.
Nei mesi estivi, una traccia ben battuta risale i dossi nevosi della parte superiore della Vedretta del Cevedale, puntando verso sud fino a una conca alla base della sella che separa le due vette.
Il percorso evita i pochi crepacci presenti, di solito ben individuabili, e conduce senza particolari difficoltà a questa conca glaciale.
L’atmosfera qui è unica: il silenzio domina, interrotto solo dal rumore dei ramponi sulla neve e dal respiro che si fa più profondo.
Le luci del mattino rendono le superfici ghiacciate di un bianco quasi irreale, e la sensazione di essere in un luogo sospeso tra cielo e terra è costante.
È un tratto di avvicinamento che prepara, mentalmente e fisicamente, alla parte più impegnativa della salita.
Dalla conca si devia a destra, verso sud-ovest, tracciando una diagonale sotto il pendio finale che porta direttamente in cima. Questo tratto, lungo circa 50 metri e con una pendenza di circa 45 gradi, rappresenta la sfida conclusiva.
Alla sua base si trova il crepaccio terminale, che in tarda stagione può richiedere attenzione nella scelta del passaggio. Superato questo ostacolo, si risale il pendio su neve dura — talvolta ghiaccio a fine estate — alternando tratti in diagonale a salite più dirette, fino a raggiungere una selletta nevosa sulla cresta che unisce le due vette del Cevedale.
Ph.: Gettyimages/antonioscarpi
Qui il panorama si apre in tutta la sua grandiosità: valli profonde, cime aguzze e ghiacciai a perdita d’occhio. L’ultimo tratto su cresta, stretto ma senza difficoltà tecniche rilevanti, conduce alla vetta principale.
È il momento in cui la fatica lascia spazio alla meraviglia: attorno, un mosaico di montagne che si estende a 360 gradi, con colori e forme che mutano a seconda dell’ora e della luce.
Scendere sarà inevitabile, ma la memoria di questa vista resterà impressa a lungo, come una delle immagini più intense che la montagna possa offrire
Avvertenza: data la difficoltà di tipo alpinistico, è assolutamente sconsigliato il fai da te. A meno che non siate escursionisti esperti in ambienti alpinisti, si consiglia di farsi accompagnare dalle Guide Alpine dell’Ortles Cevedale
Il Rifugio Casatiè attualmente chiuso per ristrutturazioni, resta aperto il ricovero Guasti.
Per informazioni aggiornate su entrambi si consiglia caldamente di scrivere a rifugi@caimilano.eu
Località di partenza: Rifugio Casati (3254 m)
Località d’arrivo: Monte Cevedale (3745 m)
Difficoltà: EEA, pendenza massima 45 gradi
Dislivello: + 520 metri
Tempo di percorrenza: circa 2 ore
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