Female tourist walking on a path enjoying the scenic landscape of the giau pass in the dolomites, italy, during a sunny summer day
Le Dolomiti venete non sono solo pareti verticali e cime irraggiungibili: alcune delle loro vette più celebri possono essere raggiunte anche da escursionisti allenati, regalando panorami spettacolari e la gioia semplice di conquistare una cima camminando.
Scopriamo insieme cinque mete che, pur nella loro fama, restano sorprendentemente accessibili.
Salire sul Nuvolau significa camminare verso una delle vette più iconiche delle Dolomiti venete.
La sua fama è legata non solo all’ampiezza del panorama, ma anche alla presenza del Rifugio Nuvolau, costruito nel 1883 proprio in cima, che offre a chi arriva l’emozione di fermarsi a mangiare o bere un caffè circondati da un mare di rocce e vette leggendarie.
Dal terrazzo naturale del Nuvolau lo sguardo abbraccia le Tofane, la Marmolada, il Civetta, il Pelmo, l’Antelao e le Cinque Torri: un orizzonte infinito che, nelle giornate limpide, si estende fino alla pianura veneta.
Ph.: Gettyimages/daniloforcellini
Il sentiero più frequentato parte dal Rifugio Averau, raggiungibile anche con la seggiovia dal Passo Giau o da Bai de Dones, e in circa mezz’ora conduce in vetta senza difficoltà tecniche, regalando scorci spettacolari fin dai primi passi.
Per chi invece ama partire dal basso, la salita dal Passo Giau aggiunge dislivello e soddisfazione, con un percorso che attraversa pascoli e balze rocciose, sempre accompagnato dall’inconfondibile profilo del Nuvolau. Il momento più magico è forse il tramonto, quando le rocce si tingono di rosa e il silenzio cala sulla valle.
_La pagina ufficiale del Rifugio Nuvolau
_Il sito del Rifugio Averau
Il Monte Rite, che sorge tra le valli di Zoldo e di Cadore, è una meta imperdibile non solo per la bellezza del panorama, ma anche per il significato storico e culturale che custodisce.
Sulla sua sommità, infatti, si trova il Messner Mountain Museum Dolomites, ospitato all’interno di un ex forte austro-ungarico risalente alla Prima Guerra Mondiale.
Qui, tra mura storiche e cannoniere che si affacciano sul vuoto, il visitatore può immergersi in racconti di esplorazioni e alpinismo.
Ph.: Gettyimages/AlbertoSimonetti
L’escursione parte generalmente dal Passo Cibiana e segue la vecchia strada militare che sale a tornanti tra boschi e radure, con un dislivello che rimane sempre dolce e costante.
Chi preferisce ridurre il percorso, nei mesi estivi può salire fino a quota 2.000 metri con il bus-navetta, per poi percorrere l’ultimo tratto a piedi e guadagnarsi comunque il piacere dell’arrivo in vetta.
Una volta sulla cima, lo sguardo spazia su Pelmo, Antelao, Marmarole, Civetta e perfino la Marmolada, mentre le nuvole scorrono veloci come pensieri in libertà.
_La pagina ufficiale del Messner Mountain Museum
_Qualche informazione dal sito ufficiale dell’Ente turismo
La Croda da Lago è una delle montagne più riconoscibili delle Dolomiti venete, grazie al suo profilo frastagliato che si specchia nelle acque tranquille del Lago di Federa.
È una cima che non richiede difficoltà alpinistiche per essere raggiunta, anche se serve un buon allenamento: la salita regala però l’esperienza completa di un trekking dolomitico, tra boschi, pascoli, pietraie e la soddisfazione finale di una vera vetta.
Ph.: Gettyimages/DanielPrudek
L’itinerario più amato parte da Ponte de Ru Curto, risale verso il Rifugio Croda da Lago – Palmieri e costeggia il lago che riflette le guglie aguzze come in una cartolina.
Si prosegue poi verso la Forcella Ambrizzola e quindi alla cima vera e propria, che offre una vista che abbraccia Pelmo, Civetta, Marmolada, Sorapiss e Tofane.
È una camminata che alterna momenti di fatica e momenti di pura bellezza, con il lago che regala una pausa di pace assoluta e la cresta finale che invita a non fermarsi prima della croce di vetta.
_La pagina ufficiale del Rifugio Croda da Lago
_Qualche informazione sul Lago di Federa
Il Monte Piana si trova tra Misurina e Dobbiaco ed è un altopiano sommitale unico nel suo genere, plasmato non solo dalla natura ma anche dalla storia.
Qui, durante la Prima Guerra Mondiale, si affrontarono eserciti contrapposti: ancora oggi sono visibili trincee, gallerie, camminamenti e resti di postazioni militari che trasformano la salita in un vero e proprio viaggio nella memoria.
Ph.: Gettyimages/Tomasz Podolski
L’escursione può partire dal Rifugio Angelo Bosi, raggiungibile con la navetta da Misurina, e prosegue lungo facili sentieri che conducono verso i punti panoramici più belli.
Chi desidera un’escursione più lunga può partire direttamente da Misurina o da Carbonin, affrontando un dislivello maggiore ma immergendosi più a lungo nei boschi e nelle praterie alpine.
Una volta sulla cima, la vista sulle Tre Cime di Lavaredo, sui Cadini di Misurina, sul Cristallo e sul Sorapiss ricompensa ogni passo, mentre camminare tra i resti delle postazioni regala un senso di rispetto e riflessione difficile da dimenticare.
_Qualche informazione dal sito del Cai Veneto
_La pagina ufficiale del Rifugio Angelo Bosi
Meno celebre di altri nomi, ma amatissimo dagli escursionisti che lo conoscono, il Col de la Puina è una piccola vetta che offre una delle vedute più affascinanti sul versante nord del Monte Pelmo, il gigantesco “Caregon del Padreterno”.
È una montagna che non chiede grandi difficoltà per essere raggiunta, ma che regala la soddisfazione di una cima vera, erbosa e panoramica, perfetta per sedersi a guardare il tramonto.
Ph.: Gettyimages/phalder
La salita parte solitamente da Zoppè di Cadore, piccolo borgo dolomitico che sembra sospeso nel tempo, e segue il sentiero CAI 472 fino alla Forcella Puina.
Da qui, una breve deviazione porta sulla dorsale che sale al Col de la Puina, tra mughi e pascoli.
Dalla vetta lo sguardo incontra subito la parete nord del Pelmo, imponente e quasi verticale, poi spazia verso la Civetta, la Moiazza e, nelle giornate limpide, fino alle prime colline venete.
È un’escursione che unisce silenzio, natura autentica e il piacere di un panorama che pochi conoscono davvero.
_Qualche informazione e tracce GPX
_Il Monte Pelmo sul sito ufficiale dell’Ente turismo
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