Dal Passo di Canciano (2464 m), confine di Stato con la Federazione Elvetica, si segue il sentiero che percorrendo la testata della Val Poschiavina porta al Passo di Campagneda (2626 m), posto sullo sperone di rocce che scende dal maestoso Pizzo Scalino (3323 m) che domina la sottostante piana di Campagneda. Si segue il sentiero che scende costeggiando i Laghi di Campagneda fino a percorrere il lungo Piano di Campagneda passando per L’Alpe Campagneda (2145 m). La segnaletica indica di seguire un tortuoso sentiero che in circa 20 minuti consente di raggiungere il Rifugio Zoia. (2021 m) località Campo Moro.
Il patrimonio Naturale e culturale Valle di Campo Moro (2021 m): attravesata dal torrente Lanterna che sfocia nella pianeggiante conca dell’Alpe Moro, la valle è sbarrata da una prima diga di 10 milioni di mc; una seconda diga, a gravità pura, alta 110 m, chiude la valle creando un lago artificiale di 65 milioni di mc, uno dei più grandi d’Italia. Le dighe fanno funzionare le centrali di Campo Moro, Lanzada e Sondrio. Le rocce serpentinose dell’incombente Sasso Moro (3108 m) presentano vene di calcite bianca che racchiudono vistosi cristalli cubici di perovskite, minerale di titanio tipico della Val Malenco, insieme a magnetite ed ilmenite. La conca di Campagneda ed il Rifugio Zòia: è dominata a N. dal Monte Spondascia (2867 m), ad E. dal Passo di Campagneda (2601 m) che porta in Val Poschiavina italiana, ed oltre il Passo d’Uer in quella svizzera, e dalla costiera delle Suffrine che arriva a “Il Cornetto” (2848 m) e al Pizzo Scalino (3323 m); a S. gli alpeggi di Prabello. E’ visibile l’azione dei ghiacciai nel modellare il bacino, sia per la presenza di numerosi laghi (quello di Campagneda è tra i più ampi), di conche prosciugate, di zone paludose e di torbiere. Alcuni dei laghi esistenti sono dovuti all’erosione glaciale, mentre quelli più bassi, a sbarramenti morenici. Tutta la zona è molto interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, offrendo la possibilità di numerose passeggiate in un ambiente alpestre che merita di essere visitato. La Val Poschiavina Italiana: valle solitaria, poco conosciuta e frequentata, interessante per il paesaggio e la morfologia, con rocce montonate e striate che testimoniano l’erosione dei ghiacciai con delle belle marmitte dei giganti. Essa si apre sulla d. del Lago di Gera (E.) con una soglia sospesa di circa 200 m dalla quale scende con cascate il torrente Poschiavino. Dalle vecchie baite dell’alpe (2230 m) inizia la valle con un profilo ad U: essa prosegue in direzione S.E. per più di 2 Km superando 2 gradini rocciosi seguti da piani paludosi. Sulla S. del solco vallivo (N.) vi è il costone delle Ruzze (2805-2797 m) la cui scarpata meridionale prende il nome di Sassi Bianchi per la presenza di rocce calcaree, alla fine del costone in fondo alla valle vi è il Corno delle Ruzze o Capàscio (2808 m). Sull’altro versante della valle (S.) vi è il Monte Spondaccia (2867 m) e la cresta che giunge al Passo di Campagneda (2626 m) che porta all’omonima conca. Alla testata della Valle, a s. il Passo di Uer e al centro, in una conca tra rocce montonate, quello di Canciano.