Arriva in libreria il nuovo volume sulla storia dei Ragni di Lecco

Un volume di 256 pagine ricco di storie e immagini che ripercorrono la storia dei Ragni di Lecco dalle origini sino alle recenti avventure in Patagonia e al Bhagirathi IV.

11 giugno 2020 - 16:34

La lunga storia di un gruppo di uomini uniti da un comune entusiasmo irrefrenabile per la montagna e dalla volontà di trasmettere l’esperienza e le conoscenze acquisite alle nuove generazioni.

Una tradizione e una passione che consentono ai Ragni di oggi di scalare le montagne di ogni angolo della terra stando ben saldi sulle spalle di coloro che li hanno preceduti.

I Ragni di Lecco sono il più antico e prestigioso gruppo italiano di scalatori. Il celebre maglione rosso con lo stemma del ragno a sette zampe è legato alle salite più difficili sulle montagne di tutto il mondo: dalle pareti alpine alle tempestose cime patagoniche, fino alle altissime quote
himalayane.

I nomi più celebri sono quelli di Riccardo Cassin, Carlo Mauri, Casimiro Ferrari e di altri che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’alpinismo e dell’avventura.

In questo volume illustrato si intrecciano le storie quotidiane d’amicizia e passione per la montagna e le imprese storiche, a partire dal 1946 fino ai giorni nostri, con le scalate di Matteo Della Bordella e di tanti giovani di oggi che praticano l’alpinismo ai massimi livelli, aggiungendo nuove pagine alla storia del gruppo, e che conservano uno speciale gusto per l’avventura e un pizzico di romanticismo.

È trascorso quasi un quarto di secolo dalla pubblicazione della prima e unica opera dedicata alla storia dei Ragni, realizzata nel 1996 da Alberto Benini, in occasione del 50esimo anniversario di fondazione del Gruppo.

Il nuovo libro realizzato da Serafino Ripamonti – egli stesso Ragno e giornalista che da sempre lavora nel settore della comunicazione legata agli sport outdoor – ripercorre la vita del nostro sodalizio a partire dalla sua nascita, nel 1946, per arrivare fino all’oggi.

Ad arricchire il fascino di questo racconto contribuiscono le numerose immagini provenienti dall’archivio storico che, come Gruppo Ragni, negli scorsi anni abbiamo provveduto a digitalizzare e da quelli di tanti amici che si sono resi disponibili per collaborare alla realizzazione dell’opera.

 

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