Muore sul Cerro Torre l’alpinista italiano Corrado “Korra” Pesce

Corrado Pesce, alpinista italiano noto a tutti come Korra, è morto sul Cerro Torre, nella Patagonia Argentina, dove era bloccato da venerdì mattina perché ferito a seguito di una valanga.

31 gennaio 2022 - 10:52

La tragedia di Corrado Pesce sul Cerro Torre, dopo aver aperto una nuova via

Purtroppo le fotografie del drone inviato dal soccorso argentino non lasciano dubbi.

Il corpo individuato non può che essere quello di Corrado Pesce, il Korra, che era partito per l’Argentina per tracciare una nuova via di scalata al Cerro Torre.

Lo aveva fatto con Tomas Roy Aguilò, il compagno di cordata che ha chiesto l’intervento dei soccorsi.

I due avevano raggiunto la vetta ma sono stati sorpresi da una valanga durante la discesa notturna, che avevano intrapreso proprio per ridurre il rischio di valanghe.

Invece non è andata così.

Sorpresi da un’onda di neve, ghiaccio e pietre, si sono subito resi conto che la situazione per Korra fosse tragica.

Aguilò è riuscito a calarsi in corda doppia.

In questo modo è andato incontro alle squadre di soccorso, mentre Corrado Pesce era del tutto impossibilitato a muoversi, a causa dei gravissimi traumi.

Dato per disperso e bloccato per quasi 40 ore a più di 3000 metri di quota, su una piccola piattaforma-rifugio, il box degli Inglesi.

I soccorsi e le dichiarazioni dei responsabili argentini

A quella altitudine e totalmente privo di adeguate protezioni le speranze di sopravvivenza erano quasi nulle.

“Al massimo due ore, prima che arrivi la morte per ipotermia” aveva troncato ogni speranza Carolina Codó, medico argentino responsabile del Centro dei soccorsi alpini di El Chaltén.

Diverse le parole del console generale italiano a Bahía Blanca, Samuele Fazzi.

“Siamo coscienti delle condizioni difficilissime in cui l’alpinista si trova e dei danni fisici che ha subito, ma è escluso che si debba gettare la spugna prima di verificare materialmente le sue condizioni. Insomma, non si deve abbandonare quell’ultima speranza di vita che potrebbe ancora esistere”.

La Codò ha invece sottolineato che prima di riprendere la spedizione bisognerà verificare dove esattamente si trova il corpo, che potrebbe essersi spostato” .

Ha anche aggiunto che bisogna tenere in conto “i rischi letali che potrebbero correre i soccorritori, visto che le alte temperature estive e i forti venti potrebbero mettere a rischio la loro sicurezza”.

Corrado Pesce, 40 anni, era originario di Novara ma si era trasferito da anni a Chamonix per vivere la sua passione per la montagna.

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