Italia sott’acqua: il WWF accusa il governo e chiede interventi urgenti contro la crisi climatica

Alluvioni, frane e territori devastati dal centro al nord riportano l’Italia in piena emergenza climatica. Il WWF denuncia i ritardi del governo su mitigazione e adattamento, criticando scelte politiche sbagliate mentre cresce l’insicurezza dei cittadini

18 novembre 2025 - 18:05

Le immagini dell’Italia colpita da nuove alluvioni, con territori devastati dalla Toscana al Friuli-Venezia Giulia, riportano al centro dell’attenzione l’urgenza della crisi climatica.

A lanciare un allarme è il WWF, che in un comunicato sottolinea come la “disattenzione del governo” stia aumentando l’insicurezza dei cittadini proprio mentre il Paese è nuovamente travolto dagli eventi estremi.

Secondo l’associazione, mentre prosegue la COP30 in Brasile – il più importante appuntamento internazionale sul clima – l’Italia continua a rimandare interventi fondamentali sia sulla mitigazione, cioè il taglio delle emissioni di CO₂ e metano, sia sull’adattamento, necessario per proteggere le comunità dai fenomeni meteorologici sempre più violenti.

Un fine settimana di alluvioni e frane: l’impatto sulle persone e sui territori

Il WWF ricorda che negli ultimi giorni alluvioni e piogge torrenziali hanno colpito diverse regioni del Centro-Nord: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Veneto.

La sicurezza dei cittadini è stata gravemente messa alla prova. In Friuli-Venezia Giulia una frana di fango ha travolto un’abitazione: due persone risultano disperse e una è rimasta ferita.

Accanto al dramma umano, c’è anche quello economico. A Brazzano di Cormons (Gorizia) l’acqua ha invaso i locali del ristorante “L’Argine a Vencò” della chef stellata Antonia Klugmann.

Nel comunicato, il WWF richiama anche la responsabilità dell’informazione. Alla COP30 è stato infatti firmato il primo documento internazionale contro la disinformazione climatica: la Dichiarazione sull’integrità dell’informazione climatica.

Hanno aderito Brasile, Canada, Cile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Uruguay.
Si tratta di un’iniziativa sostenuta da Nazioni Unite e UNESCO, pensata per garantire dati scientifici accurati e programmi di formazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha definito il nuovo strumento “un passo decisivo per garantire che scienziati e ricercatori non debbano temere di dire la verità”.

Il WWF si domanda perché l’Italia non abbia sottoscritto la dichiarazione, mettendo ancora una volta in evidenza un atteggiamento giudicato insufficiente di fronte alla crisi climatica.

Adattamento ai cambiamenti: l’Italia resta indietro

Il comunicato del WWF denuncia anche le lacune strategiche del paese. A maggio, la Commissione europea ha rilevato “gravi carenze” nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che non rispetterebbe gli obiettivi e le raccomandazioni europee.

Se sul fronte della mitigazione l’Italia arranca, secondo il WWF la situazione dell’adattamento è perfino più critica:

  • il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, approvato a fine 2023, non è stato ancora avviato;
  • nella legge di Bilancio in discussione sono stati ulteriormente ridotti i fondi destinati al dissesto idrogeologico, proprio mentre aumentano frane, alluvioni e vulnerabilità del territorio.

Le critiche al ponte sullo Stretto e ai ritardi sulle rinnovabili

Il WWF punta il dito contro le priorità politiche dell’esecutivo. Nel comunicato si parla di progetti “inutili, dannosi e costosi”, citando il ponte sullo Stretto di Messina, recentemente bocciato dalla Corte dei conti.

Una scelta che, secondo l’associazione, distoglie risorse indispensabili per la sicurezza del territorio e la transizione energetica.

Dal punto di vista del WWF, da quando l’attuale governo si è insediato, si sono registrati “forti rallentamenti” nello sviluppo delle energie rinnovabili, considerate l’unica alternativa ai combustibili fossili, indicati come causa principale del cambiamento climatico.

Il WWF lo ribadisce chiaramente: rinviare significa aumentare l’insicurezza dei cittadini e perdere competitività economica, oltre che ambientale.

Nell’anno in cui l’Italia torna sott’acqua, la richiesta è una sola: mettere al centro la sicurezza del territorio, la riduzione dei combustibili fossili e un impegno coerente con la gravità della crisi climatica.

 

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